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martedì, Giu 09

Hospital Playlist, la serie medica degna erede di ER – Medici in prima linea



Da Wired.it :

Dimenticate Grey’s Anatomy, è questo il k-drama che può competere, per il carisma, innovazione e originalità, con il più seminale dei medical

Sull’onda dell’invasione delle serie coreane in streaming, su Netflix è appena arrivata Hospital Playlist, k-drama composto da una prima stagione di dodici episodi (già rinnovato per una seconda) che – tra le decine di produzioni televisive a sfondo medico successive a ER- Medici in prima linea – è l’unica potenziale erede di questo cult. In molti hanno tentato di appropriarsi del primato: qualcuno ricorderà come uno degli obiettivi della creatrice di Grey’s Anatomy Shonda Rhimes fosse quello di raggiungere e superare il record di stagioni della seminale serie ambientata in un ospedale di Chicago. Ce l’ha fatta, eguagliandola in longevità ma non in qualità e innovazione. Hospital Playlist si svolge dentro e fuori un ospedale privato all’avanguardia di Seoul, seguendo le vicissitudini professionali e personali di cinque chirurghi amici fin dall’università e membri di una band amatoriale di cover musicali, dei loro studenti e dei pazienti. La narrazione è molto character driven, ovvero focalizzata sulle azioni dei protagonisti, ed è proprio il carisma dei singoli personaggi, l’alchimia tra di loro e la natura coinvolgente delle loro storie a farne degni rivali del Dr Green, di Carter & co.

Per capire come questa manciata di dottori della finzione possa instillare tanto affetto e interesse nello spettatore basta osservare con quanta meticolosità le loro personalità, idiosincrasie, difetti e pregi sono stati costruiti dallo stesso team di autori che hanno già realizzato serie in grado di ispirare una fortissima empatia come Prison Playbook e la trilogia di Reply – Answer Me (reperibili su Netflix).  Jeong-Won è uno dei pochi chirurghi pediatri del paese; ricchissimo, bello, single, è una figura angelicata totalmente devota alla cura dei bambini. Cattolico (ha anche un nome cristiano, Andrea, e tutti i suoi fratelli sono sacerdoti o suore), sogna di farsi prete. Nella band suona la batteria. Ik-joon è la star dell’ospedale – trapianta fegati a pazienti ricchissimi -; è divorziato e con un figlio piccolo, è sicuro di sé, pettegolo e con un lato infantile e goliardico. Suona la chitarra e canta.

Song-hwa è l’unica donna nonché la dura del gruppo; neurochirurgo single sempre impegnatissima in mille sport e hobby, suona il basso, canta (malissimo) e balla (in chiesa). Jun-wan, cardiologo, scontroso e insospettabilmente nerd, cela un’attrazione per la sorella militare di Ik-joon. Assieme a Song-hwa è in grado di ingurgitare impressionanti porzioni di cibo. Nella cover band suona la chitarra. Infine Seok-Hyeong, ginecologo divorziato, riservato e malinconico, è il collante del gruppo. Suona le tastiere. Insieme si riuniscono in ogni ritaglio libero di tempo per abbuffarsi e suonare insieme brani famosi.

Hospital Playlist gira intorno all’evoluzione della loro amicizia ventennale, le attenzioni e l’affetto che si riservano l’un l’altro, le loro traversie sentimentali, i dubbi, le insicurezze, i dilemmi etici insiti nella loro professione.  Il realismo della loro quotidianità informata dal peso delle responsabilità viene filtrata dalla leggerezza mai ostentata ma sempre naturale dell’approccio scherzoso e gioviale che si impongono nel rapporto l’uno l’altro: il risultato è un medical in perfetta fusione tra dramma e commedia, tra realtà e favola. La narrazione tende, specialmente negli ultimi episodi, a concentrarsi sulle vicende sentimentali ma gli autori riescono, tuttavia, a non scadere nei toni da soap opera che informano show analoghi come Grey’s Anatomy o The Resident, anzi equilibra ritagliando più spazio alla messa in scena dei casi dei pazienti e delle reazioni dei familiari, offrendo l’opportunità a chi conosce le produzioni precedenti degli autori di poter scoprire il destino di personaggi a loro cari, qui riproposti, per l’appunto, come guest di puntata.

Nel riuscito equilibrio tra questioni private e pubbliche, sentimentali e professionali si riflette l’alternarsi di situazioni comiche e al limite del demenziale con altre di commovente impatto drammatico. Ik-Joon è quasi sempre il protagonista – specialmente con il figlio e con gli specializzandi – di siparietti esilaranti. Il suo interprete Jo Jung Seok (protagonista di Exit, film in anteprima al prossimo Far East Film Festival) è un genio comico assoluto, la cui irruenta ironia è stemperata da quella più sottile e maliziosa di Andrea e del suo interprete, Yoo Yeon-seok, attore camaleontico visto nei panni del samurai di Mr Sunshine e in quelli della drag queen Hedwig del musical di culto eponimo.

Hospital Playlist è uno dei primi k-drama a rifarsi palesemente il modello americano nello stile produttivo e narrativo: non rispetta, infatti, la tipica struttura fortemente orizzontale della trama che si risolve in un’unica stagione, prediligendo piuttosto un alternarsi di intrecci che si consumano nell’arco dell’episodio e altri che proseguono nelle puntate successive. Lo show, come accennato, è studiato per dipanarsi in più stagioni. In comune con le serie a sfondo medico d’oltreoceano c’è anche la disamina delle regolamentazioni che sottendono alla sanità nazionale, basata come quella statunitense su un sistema privato spietato che penalizza i meno abbienti e costringe le strutture ospedaliere a campare di donazioni.

Infine, in questo piccolo miracolo della serialità contemporanea, la ciliegina sulla torta è costituita dagli intermezzi musicali, le esibizioni live della band formata dai cinque dottori e che compongono la colonna sonora di questa serie prodotta da Netflix con Tvn (il canale che ha realizzato anche Goblin e Mr Sunshine).  Ci è toccato aspettare più di dieci anni, tra falsi allarmi e aspettative deluse, ma una serie che non fa rimpiangere ER – Medici in prima linea è finalmente arrivata.

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[Fonte Wired.it]