ATTENZIONE: piccolo spoiler sulla seconda stagione di House of the Dragon
I primissimi fan che sono rimasti svegli nella notte tra il 16 e 17 giugno per seguire il debutto della seconda stagione di House of the Dragon su Sky e Now, in contemporanea con gli Stati Uniti, lo sanno già. Gli altri lo scopriranno a breve. I nuovi episodi sono arrivati portando con sé una sigla inedita. Nella prima stagione, infatti, vedevamo degli opening credits molto simili a quelli della serie madre Game of Thrones, sia nella musica sia negli aspetti grafici: dei tondi meccanismi a incastro simboleggiavano i vari rappresentanti di casa Targaryen, la dinastia al centro della serie, tutti uniti da rivoli di sangue che si dipanavano per mura e superfici rocciose, verosimilmente quelle di Roccia del Drago.
Ora, in questa seconda stagione, tutto cambia. La sigla iniziale, infatti, vede una specie di arazzo costruirsi sotto gli occhi degli spettatori, con i fili che si intrecciano praticamente in tempo reale fino a formare i protagonisti e i luoghi salienti di questa grande guerra chiamata la Danza dei draghi. Il tessuto e i fili stessi s’insanguinano o prendono fuoco a minare i tragici avvenimenti.
“Ci abbiamo messo molto prima di decidere. Sentivo che l’apertura ancestrale fosse adatta per la prima stagione, l’idea della linea di sangue e dell’albero genealogico”, ha dichiarato lo showrunner Ryan Condal, sottolineando come non sia stata una scelta facile. “Ma ora che tutti i fatti sono stati stabiliti e intrecciati, nella seconda stagione sento che stiamo assistendo alla storia mentre si dipana”. L’idea è dunque di seguire in modo più fluido e cangiante ciò che accade, infatti è possibile che – come appunto succedeva in Game of Thrones – gli stessi opening credits possano cambiare di episodio in episodio a seconda dei nuovi accadimenti: “Penso che mentre la stagione procede vedrete un po’ di evoluzione nella versione della storia che stiamo raccontando. Ma penso anche che terremo questa sigla da qui fino alla fine della serie”.
