Seleziona una pagina
mercoledì, Gen 29

Hyperloop arriva in ma non si sa (ancora) dove


L’azienda delle capsule supersoniche che cambieranno il futuro dei trasporti arriva nella Penisola: il 20 febbraio sarà annunciato lo studio di fattibilità

HyperloopTt a Tolosa

Dopo anni di attese, di colloqui, di tentativi di interlocuzione che funzionavano ovunque, meno che qui, la notizia è questa: la tecnologia Hyperloop arriva in Italia. Il fondatore di HyperloopTt, Bibop Gresta, ha presentato alla stampa ciò che la sua tecnologia non è. “Non è un nuovo treno e non siamo anti-Tav”, ha spiegato, “siamo il quinto modo di trasporto del futuro“.

L’imprenditore ha fondato la sua società negli Stati Uniti nel 2013, raccogliendo la sfida che all’epoca fu lanciata da Elon Musk (“Lui adesso sta costruendo i tunnel per Hyperloop sperando di venderceli, e va bene: serve concorrenza“) e a sei anni dalla nascita della Hyperloop Transportation Technology (Htt), è pronto ad agire in Italia. Non perché sia italiano, spiega, ma perché la Penisola è stata protagonista di ogni rivoluzione industriale e, quindi, deve esserlo a maggior ragione di questa, la quarta.

Nell’incontro che ha illustrato ai giornalisti cosa non è Hyperloop – secondo Gresta, sarebbero solo titoli quelli che già offrono garanzie su costi e tempi di realizzazione – è stato chiaro che il primo studio di fattibilità dell’opera sarà annunciato il prossimo 20 febbraio. In quella sede si capirà con maggiore esattezza quali sono i partner interessati alla collaborazione e, soprattutto, quali le regioni attive.

Cos’è HyperloopTt?

Per procedere con ordine, stiamo parlando di “una capsula supersonica in grado di raggiungere una velocità di oltre 1.223 km all’ora, ideata e progettata dai migliori specialisti del Pianeta”. L’evoluzione del trasporto terrestre che, secondo le previsioni “prenderà forma entro questo decennio”, conta su un team globale di oltre 800 ingegneri, creativi ed esperti in tecnologia suddivisi in 52 team multidisciplinari e con 50 partner tra aziende e università, provenienti da 42 Paesi nel mondo. Con sede a Los Angeles, in California, HyperloopTt ha uffici in Nord e Sud America, in Medioriente ed Europa. Nella francese Tolosa, per esempio, il centro di ricerca sta procedendo con una simulazione a grandezza naturale, anche se nessun esperimento è stato ancora condotto con gli umani. Per quello mancano le norme, ma questo non preoccupa Gresta: “Anche Uber ha iniziato senza, poi i Paesi sono intervenuti con le normative“.

L’azienda è in contatto anche con il porto di Amburgo, indicato come il più avanzato in quanto a tecnologie portuali.

Perché non è un treno?

La tecnologia Hyperloop funziona a levitazione magnetica passiva. Secondo quanto si legge nel progetto, la propulsione elettromagnetica permette un trasporto a zero emissioni. Nell’immagine proposta dall’azienda la capsula (30 metri di lunghezza, 20 tonnellate di peso e 2,7 di diametro) trasporterebbe da 28 a 50 persone (per un progetto di 160mila passeggeri al giorno), oltre alle merci. “Il tipo di capsula determina il tipo di contenuto”, dice Gresta, a fronte dello stesso tipo di struttura. Per adesso i piani si sono mossi su progetti che vedono i canali (i tunnel) rialzati e posizionati su strutture a pilastri, ma una versione chiamata Urban Hyperloop contemplerebbe una soluzione più simile alle nostre attuali metropolitane.

Bibop Gresta, Ceo di Hyperloop Italia

Bibop Gresta lo ha definito più come “un ascensore orizzontale” per la capacità di studiare percorsi a fermate intelligenti, cioè on demand in base a un sistema di intelligenza artificiale.

In Italia dove?

Questo non è ancora dato da sapere. Hyperloop Italia parla di “rotte già individuate per le quali è imminente l’avvio di studi di fattibilità funzionali allo sviluppo di progetti altamente tecnologici e innovativi, con condizioni territoriali e morfologiche che risultano favorevoli all’implementazione di Hyperloop”. Il Ceo parla di corridoi già naturalmente predisposti sul territorio, al fianco di Ferrovie e Autostrade che in effetti non considera in competizione: “Il 95% del trasporto in Italia è quello su gomma, non vogliamo competere con Ferrovie e Autostrade. Anzi, se non fosse per Anas non sarei qui oggi”, spiega, lasciando intendere che molte infrastrutture potrebbero essere riconvertite, come molti tratti ferroviari del Sud abbandonati o sfruttati male. Attualmente sono sei le ipotesi di sviluppo Hyperloop per le quali si potranno realizzare dettagliati studi di fattibilità e che riguardano l’intero territorio della penisola: la chiamata è rivolta agli atenei di tutta Italia e in una zona particolare nascerà un centro di ricerca (sono già al vaglio Milano Bovisa e il Politecnico di Torino).

HyperloopTt a Tolosa

Hyperloop cosa farà?

“Ci dicono che siamo la più grande startup al mondo, ma non è così: siamo il più grande progetto di crowdsourcing al mondo, perché crediamo nella formula aperta”, spiega Gresta, sottolineando che la sua azienda non costruirà direttamente le capsule supersoniche. Hyperloop Italia è una startup ad alto contenuto innovativo, e nasce da per realizzare e distribuire le tecnologie HyperloopTt in Italia. È la prima società al mondo che avrà una licenza in esclusiva per la realizzazione commerciale del progetto Hyperloop in Italia.

Potrebbe interessarti anche





Source link