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martedì, Dic 08

I 10 migliori film del 2020



Da Wired.it :

Nell’anno in cui i blockbuster non sono usciti (con la sola eccezione di Tenet e pochissimi altri), qualcun altro ha avuto via libera. Ecco perché questa nostra classifica è densa di opere prime e di autori fino a qui sconosciuti (ma bravissimi)

Che anno strano. Tanti dei film che dovevano uscire non sono usciti, alcuni sono andati direttamente online, mentre i più grandi sono stati rinviati. L’unico blockbuster che ha voluto andare in sala a tutti i costi, Tenet, si è rivelato meno di quel che si sperava (sia come incassi sia come risultato). Il 2020 è stato, quindi, all’insegna dei titoli più piccoli, quelli che solitamente faticano a farsi notare e che invece hanno avuto il passaparola tutto per loro, spesso previsti per la sola uscita online. Risultato: mai la nostra classifica dei migliori film dell’anno è stata così densa di opere prime o di autori fino a qui sconosciuti. È emersa una nuova generazione, e quindi nuovi modi di fare film. E nonostante ne abbiamo visti meno, ne abbiamo comunque visti di grandi.

Nota bene: non tutti i titoli di questa top10 sono effettivamente usciti in alcuni sono rimasti nel circuito dei festival o delle anticipazioni (e usciranno), altri invece sono già disponibili sulle piattaforme o al noleggio. Solo uno, incredibile a dirsi, può essere definito hollywoodiano.

10. Un altro giro

È l’ultimo lavoro di Thomas Vinterberg, lo stesso che squassò il mondo del cinema d’autore nel 1998 con Festen, con un attore cruciale del nostro tempo: Mads Mikkelsen. La storia ha uno spunto geniale: un gruppo di professori del liceo decide di provare a stare sempre un po’ ubriachi per vivere meglio, bere solo di giorno e in orari di lavoro, mai la sera o il weekend. Succederà molto e molto di brutto (evidentemente), ma sarà poi l’incredibile finale a celebrare una vitalità legata all’alcol che si muove su un crinale strano tra l’immorale, il condannabile e lo straordinariamente vero. C’è una voglia di godere la vita a pieno che davvero commuove, e il desiderio di abbracciare le contraddizioni che è rinfrescante. Un altro giro è uscito in diversi paesi, però non ancora da noi.

9. Imprevisti digitali

Dopo una comparsata nelle sale, questa commedia francese devastante sarà a breve disponibile al noleggio. Benoît Delépine e Gustave Kervern sono due autori di lavori demenziali letteralmente esilaranti. Hanno un umorismo unico e diverso dagli altri; con quello in Imprevisti digitali prendono di petto le assurdità della vita moderna digitale che il cinema, chissà perché, non racconta mai. C’è sempre un’idea politica dietro che va a braccetto con gli ultimi che rimangono fuori da ogni cambiamento.

8. Mi chiamo Francesco Totti

Doveva essere un’altra delle molte celebrazioni di Francesco Totti, un documentario ufficiale su di lui: la sua storia raccontata tramite materiale d’archivio, filmati della famiglia e alcune immagini girate ex novo. Nulla che non si sia già visto. Invece, il lavoro di Alex Infascelli è diventato il totem di un’era, l’epica di un’esistenza semplicissima in condizioni assurde e gigantesche. Un uomo come tanti altri con qualcosa di unico. Uno dei pochi film in cui la commozione non viene dai drammi, ma dal riconoscere con un’evidenza sorprendente in una persona un proprio simile.

7. I predatori

Presentato al Festival del Cinema di Venezia e uscito furtivamente in sala in un momento di libertà dal lockdown, l’esordio di Pietro Castellitto è (finalmente) qualcosa di diverso. Una commedia che è più un film comico, in cui tutto fa ridere senza battute ma con eventi improvvisi, grazie a un tempo comico incredibile che il regista possiede e riesce a infondere agli attori e ovviamente al montaggio. La rivelazione di un nuovo talento che ha una voglia ammirabile di non fare i film che fanno gli altri.

6. L’uomo invisibile

La Universal ha deciso di rispolverare i mostri classici. Tra questi anche L’uomo invisibile. Ha appaltato l’impresa di modernizzarlo alla Blumhouse, la casa principe del cinema di paura dei nostri anni. In più questo doveva anche essere un lavoro femminista militante. Leigh Whannell, dunque, si è mosso in mezzo a mille regole, ma ha avuto l’idea vincente: tutto il film è visto dagli occhi della vittima, una donna picchiata dal marito che fugge da lui ed è convinta che questi sia invisibile e la stia continuando a ossessionare. Lei guarda spazi vuoti e pensa che ci sia lui, ovunque va è terrorizzata. L’uomo invisibile fa vera paura ed è pieno zeppo di sorprese fino alla fine. Riesce a essere tutto: femminista con un senso, spaventoso, commerciale e buono per rilanciare l’originale, proprio come desiderava la Universal.

5. L’immensità della notte

Questo è uno dei film indipendenti americani più interessanti, la rivelazione del talento di Andrew Patterson. Ed è uscito direttamente su Amazon Prime Video. In breve: è la storia di avvistamenti UFO come non ne abbiamo mai viste, tutta giocata in una strana lunga notte degli anni ’50 in una radio locale, tra interviste, ricostruzioni e corse nel buio. C’è la capacità di creare un’atmosfera tra l’eccitazione e la paura, la paranoia e la rivelazione che solletica la pelle e usa il mistero per appassionare. Bellissimo.

4. Colectiv

Abbiamo imparato che i documentari possono essere più appassionanti dei film. E poi, più sono specifici, più raccontano una piccola storia invece di una immensa, più sanno essere incredibili. Così è Colectiv, da noi non ancora uscito e probabile contendente all’Oscar. Racconta la storia appassionante di un pool di giornalisti romeni che indaga su uno scandalo pazzesco nella sanità nazionale. La caratteristica incredibile è che la telecamera è sempre con loro, dall’inizio alla fine, e in tutti gli snodi più clamorosi della vicenda: sta nelle stanze che contano, registra le conversazioni più importanti e ha un accesso alla realtà come i film (che possono permettersi di riprendere anche l’intimo dei personaggi).

3. Un lungo viaggio nella notte

È uscito a giugno nelle sale italiane, anche se è del 2018. Si tratta di uno dei film più incredibili, strani e sognanti degli ultimi anni, un vero delirio accattivante pieno di idee. Un uomo torna in una regione campagnola della Cina alla ricerca di una donna del suo passato e, mentre lo fa, ricorda quel passato. Si può davvero rimanere completamente ammaliati da Un lungo viaggio nella notte, che reinventa il tragitto onirico e sembra non fermarsi mai. Un vero trionfo di suggestioni e sentimenti, che sembrano stare tutti dentro lo spettatore e il film fa solo il lavoro di suscitarli.

2. Cari compagni!

Visto al Festival del Cinema di Venezia e pronto per un’uscita italiana (che con i tempi che corrono non è chiaro quando avverrà), ha una grande storia vera dietro, ma soprattutto una capacità incredibile di raccontare la gente. L’evento fu nascosto, ma negli anni ’70 in Unione Sovietica ci fu uno sciopero contro le condizioni di lavoro. Il regime non poteva permettersi che la notizia uscisse, specie per i toni combattivi che stava assumendo la protesta e quindi scelse di reprimere tutto nel sangue, con una violenza indicibile, per poi lavare le strade degli scontri e riasfaltarle fino a che tutto non era pulito e ordinato come prima. Chiunque avesse visto, sarebbe stato imprigionato. Una donna è stata costretta ad impicciarsi, cercando di rimanere viva, per trovare la figlia dispersa e forse morta nella manifestazione. Lo stato è un assassino, ma i russi, i cari compagni del titolo, sono di una dolcezza e solidarietà commovente.

1. Diamanti grezzi

C’è poco da fare, è la rivelazione dell’anno. I fratelli Safdie sono al quarto film (più una valanga di corti e video musicali) e tramite Netflix hanno trovato il successo che non era ancora arrivato. Anche grazie ad Adam Sandler, che ha così cementato il suo status di attore vero. La storia è dura e comica al tempo stesso, con al centro un personaggio frenetico in un mondo che confina con quello criminale e ci flirta di continuo. La cosa che stupisce è come i registi usino tutte le lingue del cinema per una trama molto canonica: la lingua dell’horror (con la pietra maledetta), quella della commedia, della violenza, del dramma e nel finale del thriller. Il risultato (miracoloso): non è un mosaico di parti diverse, bensì un unico flusso alimentato da un tamburo di dialoghi e dalla melliflua avidità del protagonista.

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[Fonte Wired.it]