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sabato, Ott 12

I 10 migliori film in 3d


Tutti i film che da quando il 3d è diventato digitale hanno usato meglio le potenzialità della terza dimensione

Sono almeno 10 anni che il 3d è di nuovo fra noi, col terzo o quarto ritorno del tentativo di sfondare con un cinema profondo (a seconda di come le si conti). La terza dimensione stereoscopica è un’illusione ottica e, come tale, con le tecnologie analogiche era poco precisa, fastidiosa e spesso dava mal di testa. Con la proiezione (e la ripresa) digitale invece è cambiato tutto e il 3d è diventato molto affidabile, creando una nuova classe di film. Ma poi è stato abusato per via dei suoi biglietti maggiorati e in breve ha sfiduciato un po’ tutti.

Ang Lee ci crede ancora, però, e vuole raddrizzare la barra da questa settimana in sala con Gemini Man, un film sperimentale in 3d+, nuova denominazione che indica non solo che il film è in 3d stereoscopico. ma anche che è in 120 fotogrammi al secondo (vera innovazione questa). La differenza quanto a definizione, fluidità e qualità si vede immediatamente. Questo non vuol dire che la soluzione sarà adottata per forza da tutti, perché come sempre saranno gli esiti al box office a decretare se avrà un senso o meno. Di certo hanno scelto un’idea fortissima: con una tecnologia che aumenta (di molto) l’impressione di realismo hanno fatto un film con un personaggio interamente digitale in scena quasi tutto il tempo, cioè Will Smith giovane, in lotta vera e metaforica per avere la supremazia sul Will Smith di oggi.

A dieci anni dalla nuova ondata di cinema 3d allora abbiamo deciso di mettere in fila i migliori film che hanno fatto uso della stereoscopia digitale.

10. Hugo Cabret (2011)

È il tentativo di Martin Scorsese nel cinema ipercommerciale, natalizio, per famiglie, che non dimentica la cinefilia e si misura con il 3d. Ha idee buone e una tecnica sopraffina di dimensionalizzazione. Si sente che c’è un gran lavoro, ma non la passione. Da sempre Scorsese cerca di fare un film per sé e uno per gli studios e non è difficile capire a che categoria appartenga questo.

9. Beowulf (2007)

C’è stato un momento in cui Robert Zemeckis ha sperimentato con le nuove tecnologie in tre lungometraggi animati in motion capture. Dei tre, A Christmas Carol è il più compiuto, ma Beowulf è sicuramente il più audace. Con una sceneggiatura che viene da Neil Gaiman e Roger Avary, l’adattamento dell’epica inglese ha una profondità utilizzatissima, cercata, sfruttata e molto ben pianificata.

8. Titanic (2012)

James Cameron nel 3d ci crede più di tutti e rimette in circolo il suo Titanic con una dimensionalizzazione a posteriori curata da lui stesso. Il risultato è molto interessante. Perché un film che non è nato per il 3d è allungato e ristretto nelle prospettive con gusto e conoscenza delle dinamiche del cinema.

7. Il regno di Ga’Hoole (2010)

Uno dei film più sfortunati dei nostri anni. Doveva essere l’inizio di una grande saga animata, diretta da Zack Snyder (e si sente) adatta una serie di romanzi ed è forse il più bello tra i film incompresi. Spesso ambientato dentro agli alberi, in ambienti stretti, quindi fondato sui primissimi piani e poi aperto all’improvviso agli esterni fa sfoggio non solo di una tecnica d’animazione sopraffina, ma anche di un uso audace della profondità.

6. Tron: Legacy (2010)

Sempre parlando di capolavori incompresi, questo strano, folle e maniacale sequel di Tron è stato un flop grandissimo ma rimane un capolavoro sinestetico di design e musica. Con i Daft Punk in colonna sonora, un design sopraffino in ogni singola scena, ambienti solo neri e fluo, e un 3D che pareva impossibile è invece azzeccatissimo. Se visto al cinema è davvero un’esperienza lisergica di stile e bellezza.

5. Vita di Pi (2012)

Ang Lee che fa le prove generali con il 3d e gli esce un film epico. Un viaggio interiore e metafisico con un animale più che altro finto (raramente è una vera tigre, più che altro è digitale), ai confini della mente e della religione. Sembra quasi una parabola di una religione non cristiana, ma nelle mani di Lee diventa un viaggio profondo nel senso stereoscopico del termine, un film che era facile fallire e invece trionfa.

4. Avatar (2009)

È stato l’apice del 3d, il film più pompato di sempre e quindi anche quello di maggiore successo della storia. Tecnicamente impeccabile, ha mostrato al mondo che esisteva un nuovo cinema fatto in maniera diversa, capace di mostrare il falso a tutto un altro livello di credibilità. Con il pregio di lavorare su più dimensioni con un’agilità e una potenza rari.

3. Ritorno alla vita (2015)

Non appena è tornato il 3d, Wim Wenders ci si è subito buttato. Del resto era già stato uno dei primi sperimentatori con il video e il digitale. Ma il suo 3d è proprio un’altra cosa: lavora solo con direttori della fotografia europei (più che altro francesi) che hanno un’altra maestria con la stereoscopia. Le sue profondità sono sempre le migliori. Questo film assieme a Pina 3d, è l’apice dello studio su come si possa fare cinema con una dimensione in più. Tecnicamente godurioso, narrativamente interessantissimo.

2. Gravity (2013)

Alfonso Cuaron ci mette diversi anni a fare un film, ma ogni volta è un trionfo di tecnica e precisione. Quando Gravity arrivò al cinema, il 3d era già in curva discendente e questo film d’autore dal tono di un blockbuster sembrò poter invertire la tendenza da solo. Aveva la forza di una messa in scena mai vista, all’interno della quale la profondità non era stravolgente ma sembrava perfettamente integrata.

1. Coraline e la porta magica (2009)

Torniamo di nuovo Neil Gaiman, che questa volta con Henry Selick (dopo l’edizione in 3d di Nightmare Before Christmas) crea forse il capolavoro della terza dimensione. Come in un cordone ombelicale che si estende dentro lo schermo Coraline, passa da una dimensione all’altra. Nelle stanze sghembe e storte da espressionismo tedesco anche la profondità sembra distorcersi e quando torniamo nel nostro mondo la profondità diventa più normale e tutto ci appare più tranquillo. Selick usa come nessuno il senso di straniamento che provoca l’illusione ottica per animare il suo altro mondo. Magistrale.

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