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sabato, Set 07

I 10 migliori film tratti da Stephen King


I film d’autore, quelli di serie B, quelli che hanno tradito e quelli fedeli messi in ordine di compiutezza

Senza dubbio Stephen King è lo scrittore le cui opere più sono state trasposte in film e serie televisive. Il quantitativo è impressionante e sembra pronto a crescere esponenzialmente nei prossimi anni. E questo anche se la parte più vitale di questi adattamenti è avvenuta agli inizi della lunghissima carriera dello scrittore tra gli anni ‘70 e ‘80.

Il ritorno di It, dopo il noto film televisivo degli anni ‘90, è stata in questo senso una grande sorpresa e un successo di critica come ne mancavano da tanto per un film tratto da un libro di King. Questa settimana arriva nelle sale italiane il secondo capitolo, che riprende le fila della trama 27 anni dopo con un cast di attori noti che interpreta i ragazzi ora cresciuti, anche se la necessaria scelta di adattare il grande romanzo in due film sembra qui fin troppo conservativa, vista l’evidente sbrigatività cui comunque il film è costretto.

Ma la storia degli adattamenti da Stephen King è un percorso tra drammi, capolavori, scontri, successi e film altamente discutibili. Abbiamo quindi radunato qua i 10 migliori film (non i migliori romanzi) che sono usciti avendo pagato i diritti di adattamento allo scrittore. In rigoroso ordine di memorabilità.

10. L’implacabile (1987)

Non tutti sanno che il film viene da un racconto di Stephen King da lui firmato con il nome Richard Bachman. Tra le produzioni inusuali è una delle più strane, non dotata della peculiare vena positiva delle sue storie che non sono di paura, né piena della tensione e del terrore che ama generare. È pura fantascienza d’avventura.

9. Unico indizio la luna piena (1985)

King ha toccato tutti i dettagli, gli elementi, i sottogeneri e le figure archetipiche dell’horror. Questo film, che viene dopo Un lupo mannaro americano a Londra, è la sua versione del cinema di licantropi. Con la scansione tipica dei suoi racconti è un adattamento standard un po’ debole dal lato dei trucchi e degli effetti speciali.

8. Christine – La macchina infernale (1983)

L’idea centrale è così forte che l’adattamento deve fare un lavoro anche solo sufficiente per stampare in testa le immagini che contano. Azzeccando la macchina, si centra tutto e il resto è quasi accademia. Pur non essendo un capolavoro, Christine ha il merito di aver creato un archetipo narrativo indelebile.

7. The Mist (2007)

Darabont adatta un racconto di paura di King dopo aver lavorato a molti di quelli drammatici. La concentrazione, però, anche qui non è sull’horror, né tantomeno su mitologie, dinamiche di mostri o altro. Darabont va dritto al punto, ignora il genere e lavora sugli esseri umani, la paura di quello che possono farsi le persone quando sono a loro volta dominate dalla paura.

6. Misery non deve morire (1990)

Il film che ha segnato la carriera di Kathy Bates, capace di fare il massimo con un personaggio che senza di lei non sarebbe stato così grande. Opposta a James Caan, lo schiaccia e infonde grandissimo carisma alla minaccia della storia, trasformando il villain nel centro assoluto della storia.

5. Le ali della libertà (1994)

Uno dei casi più clamorosi in cui la scrittura e le idee di Stephen King hanno trovato il ritmo e la sintesi migliori. Un racconto espanso a film, invece di un romanzo ristretto in un film, dà modo a Frank Darabont di muoversi, indugiare e segnare i tempi invece che correre appresso agli eventi per non perderne uno. Ne esce un film su una vita passata in carcere, sul senso del passare del tempo alimentato da dilatazioni e tempi giusti.

4. Stand By Me (1986)

L’apice emotivo della filmografia tratta da King, un film pieno di sole e ricordi, di dolcezza e brutalità della vita di un ragazzino che sta per diventare un ragazzo. Rob Reiner riesce nel miracolo di adattare un racconto non di paura mantenendo le caratteristiche chiave della scrittura del suo autore ma trovando anche la maniera giusta di lavorare sulla dolcezza.

3. Carrie – Lo sguardo di Satana (1976)

Il primo film tratto dal primo romanzo pubblicato da Stephen King trova uno degli autori più prestigiosi possibili. Brian De Palma si esalta nei meccanismi di suspense su cui lavora la storia, disegna da sé le scene d’azione in modo che non somiglino a nient’altro e fonda un’intera mitologia di paura a braccetto con Carrie.

2. La zona morta (1983)

Per David Cronenberg, La zona morta è un grande episodio di Ai confini della realtà, in cui la capacità del protagonista di vedere il futuro delle persone diventa quasi una malformazione della carne, una sindrome che ha effetti dolorosi su di sé e che si accompagna al bastone e allo zoppicare. Cronenberg in poche parole trasforma una questione di testa in una di corpo solo con le immagini. Al film basta poco per costruire tantissimo e trovare non solo le dinamiche di tensione della storia ma anche quelle sentimentali e politiche. Un capolavoro di B movie girato da un regista che è sempre stato di serie A.

1. Shining (1980)

Notoriamente, Stephen King odiava la maniera in cui Stanley Kubrick avesse cambiato, piegato, cancellato e fatto suo il libro. Nondimeno, proprio tradendolo, Kubrick ha esaltato il materiale di partenza. Non si trovano quasi più i luoghi comuni e i tratti distintivi di King, sostituiti in quello che è il matrimonio più fecondo tra spirito di un libro e immagini che cercano di rendergli giustizia.

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