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sabato, Ago 31

I 10 presidenti degli Stati Uniti più improbabili visti al cinema


Ci vuole un carisma fortissimo e la capacità di convincere il pubblico di aver convinto gli elettori

I presidenti degli Stati Uniti al cinema non si contano. Letteralmente è molto difficile tenere computo di tutti i film in cui questi compaiono sia in maniera fittizia (presidenti inventati) che invece realistica (veri presidenti interpretati da attori). Contrariamente a quanto accade da noi, in America il presidente è una figura del cinema, è un personaggio che ha chiare caratteristiche, sia che si tratti di una commedia (e quindi sia satirico), sia che si tratti di un dramma o (più frequentemente) di un film d’azione.

E non c’è niente di più classico del presidente in pericolo, coinvolto in questioni di azione. Il cittadino più importante è infatti l’obiettivo più importante per criminali che vogliono destabilizzare il paese, una figura da proteggere a tutti i costi. Ecco ciò che avviene, per la terza volta, in Attacco al potere 3: il presidente è in pericolo. Solo che adesso il suo più fido collaboratore Mike Banning è quello accusato di aver attentato alla sua vita, e quindi braccato. Il canovaccio classico con il più classico dei presidenti moderni: Morgan Freeman, alla terza volta nel ruolo. Freeman è perfetto per la parte perché ha l’eleganza e la temperanza del grande politico e una fermezza carismatica così potente da poter dare davvero l’impressione di poter governare un intero paese in maniera responsabile. Gli ideali più alti nel ruolo più gravoso.

Ma se Morgan Freeman è forse uno degli attori più convincenti di sempre nel ruolo del presidente degli Stati Uniti, ce ne sono stati in realtà di terribili, di improbabili, di sbagliati e di palesemente esagerati. I peggiori, i meno riusciti e i più ridicoli, messi in classifica per voi.

10. Michael Keaton – Una teenager alla casa bianca

Tecnicamente Michael Keaton non sarebbe fuori parte. Nonostante l’età, ha il volto e il portamento giusti per il ruolo. Tuttavia è la sua recitazione esagitata, sono i suoi toni e le sue sopracciglia minacciose a renderlo assolutamente implausibile per un ruolo che invece si fonda sul controllo e la capacità di apparire una granitica montagna di decisionismo. Anche se il film è una commedia (diretto da Forest Whitaker), l’ambizione è la plausibilità. Che purtroppo non è raggiunta.

9. Jamie Foxx – White House Down

Ci sono i presidenti afroamericani pre-Obama e quelli post-Obama, e questo appartiene alla seconda categoria: il presidente afroamericano giovane e sveglio. Solo che Jamie Foxx eccede in coolness, si lascia trasportare e dopo un inizio in tono, quasi subito perde l’aplomb e diventa il compagno dell’agente Channing Tatum.

8. Chris Rock – Head of State

Siamo nel campo della commedia, questo è chiaro, ma davvero in pochi sono meno sensati di Chris Rock nel ruolo del presidente. In era pre-Obama è una gigantesca macchietta che somiglia più a Chris Rock, il personaggio televisivo, che a un’interpretazione che abbia senso nel film.

7. George Clooney – Spy Kids 3D

Anche qui sulla carta il volto è perfetto. Tra gli attori contemporanei George Clooney forse è uno dei più adatti al ruolo, uno dei più plausibili sulla carta. In questo pasticcione colorato per tutta la famiglia di Robert Rodriguez, però, lui non trova mai l’equilibrio tra la commedia e la credibilità. La dote che lo renderebbe perfetto (la capacità di incarnare un ideale positivo) è quella cui rinuncia per fare commedia e quindi risulta fuori parte.

6. David Carradine – Anno 2000: la corsa della morte

In un film con pochissimo senso, di pura serie B (c’è Corman alla regia), con venature di commedia poco divertenti e memorabile più che altro per uno dei ruoli più sostanziosi di Sylvester Stallone nella sua gavetta antecedente a Rocky, David Carradine diventa presidente degli Stati Uniti dopo aver ucciso il suo predecessore. Finisce a fare promesse in completo bianco. Non c’è nulla che abbia un senso.

5. John Travolta – I colori della vittoria

Questo film è una satira politica mascherata da commedia, che prende di petto l’era di Bill Clinton senza tuttavia raccontare direttamente del presidente. John Travolta fa un candidato alle presidenziali del partito democratico che finirà per vincere la corsa e diventare presidente, scimmiottando quello allora in carica. Ci sono scandali sessuali, ci sono problemi e incertezze, alleanze e tradimenti, ma nel complesso davvero Travolta non ha mai il carisma di un uomo che vuole farsi eleggere.

4. Terry Crews – Idiocracy

Quello di cui parliamo è il presidente eletto da un paese che in cinque secoli si è progressivamente e scientificamente instupidito (e questo ha un senso), ma il presidente in questo caso non è mai capace di essere la figura istituzionale che sarebbe richiesta. Pur nella sua idiozia (anzi nell’essere il primo cittadino di un paese di idioti), Terry Crews sembra sempre un personaggio come gli altri e non il presidente.

3. Harrison Ford – Air Force One

Bisogna ammettere che è entrato nella storia: Harrison Ford è riuscito a rendere questo suo ruolo memorabile, nel bene o nel male. E ci è riuscito sebbene ne abbia fatto un vero eroe anni ‘90, un Bruce Willis appena meno scavezzacollo, ma ugualmente duro e disposto a sporcarsi le mani invece che trattare (che dovrebbe essere la dote principale di un politico). Per i nostri anni rimane il presidente-action hero per eccellenza anche se è totalmente implausibile.

2. Bill Pullman – Independence Day

Carisma zero, fiducia zero, abilità oratorie zero, fermezza nelle decisioni zero, davvero Bill Pullman è uno dei presidenti meno credibili di sempre. Anche quando ordina un bombardamento nucleare. Come se non bastasse alla fine deciderà di salire su un aereo in prima persona per sconfiggere gli alieni, esattamente quello che non sarebbe mai auspicabile (lasciamo stare plausibile).

1. Samuel L. Jackson – Big Game

Il più assurdo di tutti con largo distacco dal gruppo. Giusto in questa co-produzione capitanata dalla Finlandia (che coinvolge anche Regno Unito e Germania), qualcuno poteva pensare di mettere in quel ruolo Samuel L. Jackson, lo sboccato per eccellenza del cinema americano, e di lasciargli fare l’eroe a modo suo. Di fatto non cambia toni, non muta portamento, non adotta un linguaggio diverso: è proprio Samuel L Jackson eletto a presidente degli Stati Uniti d’America.

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