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sabato, Nov 30

I 10 ribelli creati dalla Disney per i suoi cartoni


Da Pinocchio a Robin Hood fino alle due sorelle di Frozen 2 (nelle sale questa settimana). Ecco i protagonisti Disney alle prese con stili di vita alternativi, edonismo, anarchia e controcultura

Tradizionalmente la Disney è considerata un unico grande inno all’equilibrio, alla conservazione e allo status quo. Ed è vero. Negli anni lo studio fondato da Walt Disney ha riflettuto e promosso i valori della società di cui era parte. Ma è altrettanto vero che al suo interno è stata capace di contenere prima voci dissonanti e poi di rappresentare i cambiamenti in atto nella società con straordinaria reattività.

Frozen 2 è uscito questa settimana in sala e segue una delle rivoluzioni più potenti per la Disney. Dopo decenni in cui ha messo in scena storie di principi e principesse, in cui i primi salvano le seconde e quindi le seconde hanno bisogno dei primi per essere tali, questa è una storia di sorelle (entrambe principesse) che si salvano da sole, mentre gli uomini stanno a guardare. Una lezione di indipendenza femminile dallo stesso studio che 60 anni fa usava le donne come motore immobile (addirittura addormentate per quasi un intero film) o come villain.

Ripassando bene la storia dei classici d’animazione Disney è però evidente che i germi di anarchia, ribellione, vite fuori dal normale viste come modelli positivi non sono pochi. Anzi. A vincere è tradizionalmente l’equilibrio consueto, ma più di una volta i veri protagonisti del film sono i meno allineati.

10. Pinocchio

Non fa niente di quello che gli viene detto, anche se ne subisce sempre le conseguenze. Questo film Disney rimarca come l’atteggiamento di Pinocchio sia sbagliato in primis per lui, non gli porti mai una convenienza ma anzi ne frustri i desideri. Eppure Pinocchio rimane un simbolo di ribellione, il discolo per antonomasia che non risponde all’autorità.

9. Nick Wilde

In un mondo in cui vige la legge dell’apparenza e ognuno è categorizzato in base al proprio “gender animale” (cioè il comportamento che tradizionalmente è associato alla propria razza), una volpe è costretta a essere una volpe. Così Nick Wilde di Zootropolis decide che sarà davvero un selvaggio furbo, un truffatore, un ladruncolo, uno che non si piega alle leggi fatte per impedirgli di essere ciò che vuole.

8. Romeo

Grandissimo viveur delle strade, scapolo insofferente a ogni forma di legame. Negli anni ’60 degli Aristogatti, un personaggio come Romeo non poteva che rientrare negli schemi famigliari alla fine. Eppure, per gran parte del film, è un modello positivo di vita autonoma molto lontana dai canoni dell’epoca.

7. Rapunzel

Quando Rapunzel arriva nelle sale è la prima volta che una storia Disney segue temi e problemi da donna. Il rapporto malatissimo che la protagonista ha con la madre sfocia in una vera ribellione sofferta (poi si scoprirà che non è davvero la mamma, ma la protagonista – quando si ribella – non lo sa ancora).

6. Ariel

A un certo punto, la Disney decise di puntare davvero sulle principesse. Fino a La Sirenetta erano state figurine, simboli intorno a cui girare una storia, ma non vere protagoniste. Negli anni del Rinascimento, invece, sono loro il centro dell’azione e hanno sempre dei conflitti famigliari, si vogliono ribellare ai genitori, scoprire altri mondi lontani, non seguire ciò che è previsto per loro dai padri. Ariel è stata la prima, quella che ha mostrato che si trattava di una strada percorribile.

5. Lilo

Mostro alieno tenerissimo che sembra avere come unico fine il caos. Ovviamente, nel corso del film Lilo & Stitch troverà un cuore, ma il suo atteggiamento è al tempo stesso desiderabile, divertente e terribilmente cool. Non rispetta niente se non ciò che si guadagna il suo rispetto o ciò che gli conviene.

4. Robin Hood

Nasce ribelle la figura di Robin Hood e rimane tale nel film che ne sottolinea fin da subito la natura scanzonata. L’autorità nei panni dello sceriffo di Nottingham e del principe Giovanni non sono nemmeno da considerare, perché usurpatrici e Robin Hood stabilisce le sue regole. Perché se non concordi con il mondo intorno a te, non devi rispettarlo ma combatterlo.

3. Baloo

La cosa più vicina a un anarchico che sia mai stata disegnata in un cartone Disney, ovvero Il libro della giunga, con intenti positivi. Baloo ha una filosofia di vita, una delle molte a cui viene esposto Mowgli, ed è che non bisogna pensare al futuro né essere partecipi di alcuna società. Esiste solo l’edonismo passeggero, non si aiuta nessuno, non si fa niente per gli altri.

2. Merida

L’unica principessa concepita fin dall’inizio del film, e cioè Ribelle – The Brave, proprio intorno all’idea di ribellione. Anche il suo character design è pensato per quello. I capelli indomabili rossi sono tenuti a bada a fatica negli eventi ufficiali; quando poi la misura è colma e decide di fare di testa propria, esplodono incontenibili.

1. Merlino

Nonostante il suo ruolo sia quello di un istitutore, è lui il vero ribelle non solo ne La spada nella roccia, ma di tutta casa Disney. Innanzitutto impone se stesso al giovane Semola, perché sa chi diventerà; inoltre gli insegna la disobbedienza civile. Il mondo intorno, gli adulti, i tutori e anche le persone che conosce rispondono a un codice fatto di cavalleria, scudieri, ecc… Per Merlino non è detto che Semola debba rispettare ciò che gli viene insegnato, che è la cosa più sovversiva possibile: non obbedire all’autorità. Quegli stessi adulti non hanno per forza ragione.
È così ribelle, che a un certo punto decide di dimostrare con i fatti i suoi principi a Semola rischiando apposta di morire contro Maga Magò: nel combattimento non si trasforma mai in un animale predatore ma solo in preda, per dimostrare che si vince con l’intelligenza. “Ma avresti potuto morire!”, gli dice Semola sconvolto alla fine dello scontro. “Se è servito a insegnarti qualcosa, allora ne è valsa la pena”.

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