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mercoledì, Feb 26

I Am Not Ok With This: sarà meglio la seconda stagione



Da Wired.it :

Serie teen che fonde commedia, dramma e supereroi, la produzione originale di Netflix è tanto derivativa da non aggiungere niente di nuovo se non per chi conosce poco il genere. Ma vanta un finale aperto promettente…

I Am Not Ok With This, dal 26 febbraio su Netflix, parte con le migliori premesse: è una serie teen a metà tra dramma e commedia ispirata alla graphic novel di Charles Forsman, autore dell’acclamato End of the F***ing World e prodotta dagli autori di Sex Education, che, tuttavia, non è straordinaria come queste ultime. L’adolescente Sydney sta pian piano realizzando di possedere il superpotere della telecinesi, e per lei questo è solo uno della miriade di problemi che affollano la sua esistenza dopo la recente morte di una persona cara: i rapporti sempre più conflittuali con la madre, le regolari afflizioni di qualsiasi liceale in una società di bulli, e un passaggio dalla pubertà all’età adulta che non la sta favorendo come, per esempio, accaduto all’amica Dina.

Mentre Sydney si dispera per la scoperta di brufoli in posti strani, la sua migliore amica si è trasformata in una bella ragazza che ha attirato l’attenzione del figo della scuola, lo stereotipo dello sportivo bullo e aggressivo; anche Syd ha un spasimante, il suo vicino di casa geek Stan, ma a lei piace Dina. Questo insieme di fattori – uno più frustrante dell’altro – mettono a dura prova il suo autocontrollo e questo ha, potenzialmente, conseguenze catastrofiche se sei una teenager con un superpotere devastante.

Questo, in breve, è quello che racconta I Am Not Ok with This, ovvero la teenage angst in salsa supereroica. L’idea di usare un argomento come quello dei superpoteri incontrollabili come parabola dell’adolescenza non è inedito, ma il vero problema di questo show è che non offre nulla di nuovo. La serialità recente si è tradotta ormai troppo spesso in storie di liceali geek o amabili outsider, adolescenti impacciati alle prese con le prime esperienze sessuali e l’insofferenza l’angoscia e la rabbia tipici di quella fase. Di supereroi, poi, il panorama seriale è saturo e I Am Not Ok with This, per emergere nella selva di produzioni televisive e web che affollano il piccolo schermo e piattaforme digitali dovrebbe offrire almeno più originalità.

Essere una serie carina non basta più, come non è più un pregio ingolfarsi di citazionismi (basti pensare al finale mutuato da Carrie lo sguardo di Satana) quando questi diventano la nota più memorabile di uno show. I Am Not Ok With This è tremendamente derivativa, specialmente dei teen movie anni ’80 (tanto che Netflix ha presentato la serie come “se John Hughes avesse scritto uno dei suoi teen movie in salsa supereroica”). La narrazione in forma di “Caro diario”, l’immancabile episodio in cui la protagonista si presenta alla festa dove tutti si sbaciucchiano e lei resta nell’angolo, la puntata incentrata sul promo – la festa scolastica di fine anno – tipico scenario dei teen horror: tutto è schematico, tutto è visto e rivisto.

Nei panni di Sydney c’è Sophia Lillis, la giovanissima attrice lanciata dall’horror di Muschietti It dal considerevole talento che in questo ruolo da protagonista è talmente in parte da riuscire a dare molto di più rispetto a quello che la sceneggiatura offre: ingenua, insicura, frustrata, schiacciata da troppe cose insieme che non riesce a gestire, trasmette efficacemente allo spettatore il senso di disagio ingestibile che condurrà all’inevitabile esplosione incontrollata. Il momento in cui Syd incontra la goccia che fa proverbialmente traboccare il vaso è lo stesso in cui la serie si fa interessante e in cui… la stagione finisce. Dal cast di It proviene anche Wyatt Oleff, l’interprete di Stan e i due giovani attori insieme infondono un’alchimia alla coppia di personaggi nelle scene in comune che costituisce un altro elemento che funziona alla grande nella serie.

Ormai messi a dura prova da serie che vantano episodi della durata di un’ora abbondante (e non vogliamo neanche pensare al caso delle coreane che possono raggiungere l’ora e mezza), la produzione originale Netflix vanta una comoda prima stagione da sette episodi da mezz’ora perfetti per il binge-watching del weekend. Peccato che non siano sufficienti a dare un senso compiuto alla storia: I Am Not Ok with This entra nel vivo, per l’appunto, poco prima dell’ultima puntata e si conclude con un cliffhanger clamoroso che non va oltre il flashforward della prima scena del pilota. Probabilmente il bello deve ancora arrivare.

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[Fonte Wired.it]