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martedì, Dic 03

I big del mondo hi-tech (e non solo) per l’Accordo di Parigi


Se da un lato gli Stati Uniti pare stiano rivedendo la propria posizione iniziale per venir meno agli impegni sottoscritti con l’Accordo di Parigi, dall’altra i numeri uno delle più importanti realtà hi-tech (e non solo) d’oltreoceano sembrano andare esattamente nella direzione opposta. A testimoniarlo la nascita di United For The Paris Agreement.

Nasce United For The Paris Agreement

Il gruppo si presenta oggi con un comunicato firmato tra gli altri da Tim Cook (Apple), Robert A. Iger (The Walt Disney Company), Enrique Lores (HP), Satya Nadella (Microsoft), Elon Musk (Tesla), Shantanu Narayen (Adobe), Sundar Pichai (Google), Ginni Rometty (IBM), Hans Vestberg (Verizon) e Sir Richard Branson (Virgin), Ajay Banga (Mastercard). Sono complessivamente 80 le aziende coinvolte, per una forza lavoro totale pari a oltre due milioni di persone solo negli USA. Coinvolti anche alcuni brand italiani: Gucci e Salvatore Ferragamo.

Insieme mettono nero su bianco l’intenzione di impegnarsi affinché quanto stabilito nella capitale francese nel 2015 venga rispettato: riduzione delle emissioni e minore impatto delle attività sull’ambiente. Una presa di posizione netta nei confronti dell’amministrazione Trump: l’inquilino della Casa Bianca ha in più occasioni manifestato la volontà di uscire dall’Accordo di Parigi etichettando la minaccia dei cambiamenti climatici come un allarme eccessivo, ingiustificato e privo di solide basi scientifiche.

Per i membri dello United For The Paris Agreement è necessario puntare nella direzione di un’economia maggiormente attenta al tema della sostenibilità anche al fine di favorire la creazione di nuovi modelli di business capaci di guardare al futuro: ignorando il problema gli Stati Uniti si troveranno tagliati fuori dalla competizione in mercati che ancora non sono nati e da rinnovate opportunità.



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