Le imprese che lavorano nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale sono criticate per perseguire unicamente il profitto, mentre è sempre più evidente la necessità di maggiore trasparenza. La denuncia, pubblicata dal New York Times e firmata da 13 dipendenti attuali ed ex di aziende come OpenAI e Google DeepMind, ha ottenuto il sostegno anche di due esperti del settore, Geoffrey Hinton e Joshua Benjo.
“Il nostro obiettivo è promuovere i vantaggi senza precedenti che la tecnologia può offrire all’umanità – affermano – ma siamo anche consapevoli dei rischi significativi, che vanno dall’accentuazione delle disuguaglianze esistenti, alla manipolazione e alla disinformazione, fino alla perdita di controllo dei sistemi di intelligenza artificiale autonomi, con il rischio di estinzione della razza umana. Anche le stesse aziende del settore dell’Intelligenza Artificiale e i governi di tutto il mondo hanno riconosciuto tali rischi, così come altri esperti del settore. Riteniamo che sia necessario un adeguato controllo da parte della comunità scientifica, dei politici e del pubblico per mitigare questi pericoli”.
“In ogni caso – continuano – le aziende che si occupano di Intelligenza Artificiale hanno forti incentivi economici per evitare un monitoraggio efficace e non riteniamo che le strutture di governance interne siano sufficienti per cambiare la situazione. Queste imprese detengono informazioni preziose non pubbliche sulle capacità e sui limiti dei loro sistemi, sulla validità delle misure di sicurezza adottate e sui diversi livelli di rischio di danni. Tuttavia, attualmente non hanno obblighi significativi di condividere queste informazioni con i governi e addirittura meno con la società civile. Non possiamo contare sul fatto che le aziende le condivideranno volontariamente”.
È chiaro che c’è bisogno di una maggiore regolamentazione e supervisione nel settore dell’Intelligenza Artificiale per garantire una gestione responsabile di queste tecnologie, al fine di salvaguardare il bene comune e prevenire possibili situazioni di pericolo per l’intera umanità.
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