Da Wired.it :
Negli ultimi tempi si parla moltissimo di una nuova ondata di farmaci per dimagrire, che è stata accolta con un misto di entusiasmo e preoccupazione.
Si tratta di “farmaci rivoluzionari – scrive Eric Topol, professore di medicina molecolare dello Scripps Research –. Anche se ci sono molti aspetti negativi, non dovremmo lasciarci sfuggire un progresso così straordinario nella medicina: la prima cura dell’obesità reale, efficace e sicura”.
Il semaglutide prodotto dalla multinazionale farmaceutica Novo Nordisk (e noto anche come Wegovy o Ozempic) è stato approvato per le terapie contro l’obesità negli adulti nel giugno 2021 negli Stati Uniti e all’inizio del 2022 nel Regno Unito e nell’Unione europea. Alla fine del 2022, la Food and Drug Administration, l’ente del governo statunitense che regola i prodotti alimentari e i medicinali, ha dato il via libera all’uso del farmaco anche per le terapie contro l’obesità nei bambini dai 12 anni in su. Entro la fine dell’anno, il tirzepatide (o Mounjaro), prodotto da Eli Lilly e già approvato per il contrasto del diabete, riceverà probabilmente l’autorizzazione ufficiale per le terapie contro l’obesità negli Stati Uniti.
Sviluppato circa dieci anni fa, il semaglutide agisce stimolando l’ormone Glp-1, che spinge l’organismo a produrre più insulina (come la tirzepatide è nato originariamente come terapia contro il diabete). Anche la tirzepatide stimola il Glp-1, insieme a un ormone chiamato Gip che porta a sua volta alla secrezione di insulina. Entrambi i farmaci stimolano il senso di sazietà, e negli studi clinici, i trattamenti – somministrati mediante iniezioni settimanali per 15-16 mesi – hanno ridotto notevolmente il peso corporeo dei partecipanti: in media, chi assumeva semaglutide perdeva circa il 15 per cento del suo peso corporeo, mentre per le persone a cui è stata somministrata la tirzepatide la quota saliva al 20 per cento circa. Accanto alle iniezioni, i partecipanti a entrambi gli studi sono stati invitati a seguire una dieta ipocalorica e a fare 150 minuti di esercizio fisico alla settimana.
L’efficacia e la crescente popolarità del semaglutide e della tirzepatide ci pongono di fronte a un bivio: il fatto che questi farmaci siano in grado di far perdere peso significa che è giusto usarli? I nuovi medicinali promettono di aiutare le persone il cui peso rappresenta un rischio per la salute. Facendo luce sui fattori che determinano l’obesità, inoltre, potrebbero anche scalfire gli stereotipi dannosi secondo i quali il sovrappeso rappresenterebbe un fallimento personale. Allo stesso tempo, però, equiparare la grassezza a una malattia da eliminare potrebbe rafforzare ulteriormente questi pregiudizi, oltre ad amplificare l’ossessione della società per la magrezza.
La preoccupazione degli attivisti
I membri della comunità per l’accettazione delle persone grasse – un movimento di giustizia sociale che esiste da decenni e che tenta, tra le altre cose, di riappropriarsi del termine “grasso” – avvertono che queste terapie rischiano in realtà di consolidare lo stigma già molto diffuso nella società. La celebrazione di questi farmaci “rafforza nell’opinione pubblica l’idea che grasso equivalga a malato e cattivo, e che dovremmo cercare di debellare le persone grasse“, spiega Tigress Osborn, presidente della National Association to Advance Fat Acceptance, o Naafa (La comunità degli attivisti per le persone grasse preferisce il termine grasso, perché ritiene che la parola “obesità” un termine medico con un’accezione patologica).