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venerdì, Feb 07

I medici che favoriscono un suicidio assistito non saranno più sempre punibili



Da Wired :

A quattro mesi dalla sentenza della Corte costituzionale sul caso di Dj Fabo, l’ordine dei medici ha aggiornato il suo codice deontologico integrando quanto stabilito dalla consulta sulla non punibilità di certe condotte

(Foto: Getty Images)

Con voto unanime, il consiglio della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) – composto dai 106 presidenti degli Ordini territoriali – ha aggiornato il codice deontologico che, all’articolo 17, prevedeva che il medico, anche su richiesta del paziente, non deve attuare né favorire atti finalizzati a provocarne la morte. D’ora in poi, invece, non sarà punibile dal punto di vista disciplinare, dopo attenta valutazione del singolo caso, il medico che liberamente sceglie di agevolare il suicidio assistito, ove ricorrano le condizioni poste dalla Corte costituzionale.

Negli indirizzi, da oggi parte integrante del Codice di deontologia medica, si afferma che “la libera scelta del medico di agevolare, sulla base del principio di autodeterminazione dell’individuo, il proposito di suicidio autonomamente e liberamente formatosi da parte di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, che sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli (sentenza 242/19 della Corte Costituzionale e relative procedure), va sempre valutata caso per caso e comporta, qualora sussistano tutti gli elementi sopra indicati, la non punibilità del medico da un punto di vista disciplinare”.

In quella sentenza, la Consulta aveva individuato specifiche condizioni in cui l’incriminazione per l’aiuto al suicidio non è conforme alla Costituzione. Riguardo al caso di Dj Fabo – ovvero Fabiano Antoniani, giovane che aveva perso la vista ed era rimasto tetraplegico a seguito di un grave incidente in moto e, nel 2017, aveva coscientemente espresso la sua volontà di porre fine ai suoi giorni – i giudici avevano stabilito lo scorso settembre che chi aiuta un’altra persona a morire non è sempre punibile. Questi casi riguardano tuttavia una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale (come, per esempio, l’idratazione e l’alimentazione artificiale) e affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, ma che resta pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

Al verificarsi di queste circostanze, l’agevolazione del suicidio non è dunque punibile da un punto di vista penale. Subito dopo quanto stabilito dalla Corte costituzionale, il Fnomceo aveva aperto alla possibilità di integrare il codice deontologico. Possibilità che, a distanza di pochi mesi, è diventata realtà. Come spiegato dal presidente della Federazione Filippo Anelli, ciò che cambierà nella pratica saranno i consigli di disciplina “chiamati a valutare ogni caso nello specifico per accertare che ricorrano tutte le condizioni previste dalla sentenza della Corte. Se così sarà, il medico non sarà punibile dal punto di vista disciplinare. “In questo modo”, ha continuato Anelli, “abbiamo voluto tutelare la libertà di coscienza del medico, il principio di autodeterminazione del paziente e l’autonomia degli Ordini territoriali”, ha precisato.

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[Fonte Wired.it]