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sabato, Lug 04

I migliori 10 film da spiaggia



Da Wired.it :

Da Weekend col morto a Un mercoledì da leoni passando per Lilo & Stitch, Cast Away e la commedia fresca di streaming Sotto il sole di Riccione: qui le grandi avventure del cinema balneare. Specie se il mare è lontano

Il cinema balneare è una categoria tutta sua, fantastica per certi versi. Nasce negli anni ’50 e ’60 sull’onda della surf culture con film giovanilisti e californiani, per proseguire con la grande moda delle Hawaii, facile ambientazione esotica per avventure americane. Viene alla luce, insomma, come intrattenimento disimpegnato ai massimi livelli, territorio di amori e avventure di ragazzi. Ci vorranno i ’70 e poi gli ’80 per trasformarlo in altro.

Se c’è un uomo che in Italia ha legato il suo nome al cinema balneare è Enrico Vanzina, che con il fratello Carlo non ha solo realizzato il più famoso film italiano di mare di sempre, Sapore di mare, ma anche una gran quantità di produzioni e produzioncine che orbitano intorno alla spiaggia. Sotto il sole di Riccione, rilasciato da Netflix questa settimana, ne è un buon esempio: classico con riferimenti instant, fluido e scontato tanto quanto accattivante ed eterno. Può non piacere Enrico Vanzina, ma è innegabile che quella è la sua arena e a oggi nessuno in Italia la padroneggia come lui.

I migliori film da spiaggia, però, non sono soltanto i più spensierati, anzi, spesso sono quelli che prendono tutto ciò che pensiamo essere materia da spiaggia e l’hanno ribaltato per sorprendere e raccontare altro.

10. Weekend con il morto

Chiunque lo ricorda come una commedia degli equivoci, ma in realtà tutto nasce dal desiderio dei due protagonisti di scalata sociale, denaro e casa sulla spiaggia con donne in costume. Come se la loro massima aspirazione fosse diventare dei personaggi di un film balneare spensierato e fossero disposti a truccare il morto da terzo co-protagonista.

9. Lilo & Stitch

Forse, è il più originale tra i film prodotti dalla Disney, il più dirompente, l’unico che ha saputo instaurare un dialogo con il classico e trasportarlo altrove. Un mostriciattolo alieno progettato per distruggere atterra sulle Hawaii, viene adottato da una bambina come fosse un cane e – mentre i suoi simili lo inseguono – scopre la vita, il mare e gli amori. Lui è una creatura fuori dai canoni, anche il resto dei personaggi è fuori dai canoni: ragazze bianche e occidentali hanno proprio altri fisici e volti. Insieme diventano una banda con in mano una sceneggiatura esilarante e un ritmo pazzesco impresso da Chris Sanders, genio nomade del cinema d’azione, allora alla sua prima consacrazione.

8. Laguna blu

Quando ormai l’era degli hippie era finita e il mito della vita nella natura era stato soppiantato dal culto emergente della metropoli – che avrebbe dominato gli anni ’80–, arrivava Laguna blu, una storia che sembra una favola, alimentata da due esseri umani che crescono selvaggi tra mare e sabbia.

7. Cast Away

Una spiaggia da sogno che diventa da incubo per un naufrago. Tom Hanks dimagrisce, teme, trionfa, si ambienta e impazzisce su un’isola. Invece di godere dei beni e della comunione con la natura in un arenile in cui c’è solo lui, perde il senno. Il sogno di ogni impiegato (il mare, le palme e la solitudine) è la negazione dell’uomo.

6. Sonatine

Un film altissimo mascherato da parodia del gangster. Inizia con serietà, poi a metà vira verso il balneare e lì sembra diventare tutt’altro. Takeshi Kitano riesce a riprendere momenti drammatici e di tensione con toni leggeri e, viceversa, momenti leggeri con incredibile tensione. Sonatine non parla la lingua della sua trama (cioè una storia di gangster), ma dell’atmosfera che sa creare al mare. È stato il manifesto del cinema migliore del regista di Tokyo, un oggetto strano, indescrivibile e sorprendente che ha attraversato gli anni ’90.

5. Sapore di mare

Il mito fondativo dell’estate del cinema italiano è stato scritto negli anni ’80 dai fratelli Vanzina, e, come molto di quel che hanno scritto e che ha trionfato nel nostro paese, è una leggenda fatta di nostalgia. Non solo la nostalgia che viene dal ricostruire i ’60, ma anche quella di cui è contaminato il finale, che racconta bene il vero spunto e quale sia, in quella storia, l’interesse dei registi. Parlare degli amori giovanili per mostrare qualcosa di perduto e andato.

4. Point Break – Punto di rottura

Nasce come un’indagine tra i surfisti per sfruttare il contesto californiano e il fascino dei criminali cool e hippie che svaligiano banche e cavalcano l’onda. Lentamente, però, il film diventa un modo di raccontare la dipendenza da adrenalina, la cultura degli sport estremi e come questi due aspetti si fondano con il surf e lo stile di vita che, proprio a partire dal surf e dalle spiagge, ha preso piede in California.

3. Domenica d’agosto

Appuntamento imperdibile del palinsesto televisivo estivo, questo lavoro di Luciano Emmer trova nel mare e nella commedia idee e svolte del neorealismo rimasticate per un cinema spensierato e commerciale. Storie che si intrecciano, molti attori, altrettante trame, tutte comprese in un momento in cui le vacanze di massa stavano nascendo e la gente fuggiva al mare, anche solo per un giorno. La spiaggia non era niente prima, ma in quegli anni stava diventando qualcosa, era un oceano di vite da raccontare e, soprattutto, un posto che da solo parlava della nuova Italia.

2. Lo squalo

Sole, acqua salata, famiglie e bambini che giocano, Amity Island è un luogo che vive grazie al turismo estivo, che fa affari d’estate e non si può certo permettere di chiudere i battenti perché pare che forse ci sia uno squalo. Steven Spielberg parte da quello che conosciamo, dalla gioia e dal relax del mare (anzi, parte da un falò sulla spiaggia e da fuggevoli amori), e ci porta per mano nella morte, nel sangue e nella caccia al mostro. Il re degli slasher – prima che esistessero i film slasher – ha creato più traumi balneari in assoluto e ha cambiato il nostro pensiero quando siamo in mare aperto.

1. Un mercoledì da leoni

Per John Milius la spiaggia è la sua storia, è un luogo di grandezza, di lotta contro la natura, di esaltazione, gioventù e amicizia; è anche un posto pericoloso dove solo i più grandi possono spingersi. Sono tutti valori che non avevamo mai associato al mare, ma in Un mercoledì da leoni la cultura e la vita di chi ha fondato il surf è così chiara e forte da rivedere per sempre la mitologia del mare, cambiare l’immaginario collettivo della spiaggia e trasformarla a furia di archi, trombe, salvataggi e una grandezza che arriva fuori tempo massimo quando un’era è tramontata e un’altra sta arrivando, in un angolo mitico, terra degli dei della tavola.

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[Fonte Wired.it]