Il mercato dei giradischi, visto il notevole ritorno di popolarità che stanno vivendo i vinili ormai da qualche anno a questa parte, propone una quantità di modelli tra cui scegliere davvero elevata, con soluzioni che si adattano alle esigenze, alle tasche e alle aspettative di qualunque tipo di ascoltatore. Numerose proposte rientrano nella categoria che potremmo definire “plug & play”, che una volta tolte dalla scatola possono essere comodamente collegate alle casse ed entrare in azione senza la necessità di alcun tipo di intervento.
Diverso è il discorso per quegli apparecchi che non sono dotati di preamplificatore incorporato, e che necessitano di conseguenza di una spinta extra per fare in modo che il suono che viene sprigionato dalla testina che scorre nei solchi del vinile possa essere riprodotto dagli altoparlanti in maniera adeguata. In questi casi, è necessario ricorrere a una soluzione esterna, che cattura il segnale e si occupa di una doppia operazione, alzando il volume ed equalizzando le frequenze. Considerando che si tratta di un acquisto obbligatorio, indispensabile per poter sentire i propri 33/45 giri, è importante prima di scegliere un giradischi dare un’attenta occhiata alla scheda tecnica e verificarne con cura la componentistica per evitare spiacevoli sorprese, e altrettanto spiacevoli spese extra.
Di eguale importanza è il discorso relativo alle casse, le cui caratteristiche si ripercuotono sulla necessità di utilizzare o meno un amplificatore. Senza avventurarci in lunghe (e potenzialmente molto noiose) spiegazioni sulle differenze in termini di prestazioni e prezzo, possiamo giungere rapidamente al nocciolo della questione e sintetizzare tutto con una semplice frase: le casse di tipo attivo non necessitano di un amplificatore per funzionare, avendone in dotazione uno interno, al contrario di quelle di tipo passivo, che essendone sprovviste richiedono per forza di cose un supporto esterno.



