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venerdì, Feb 28

I migliori traduttori elettronici provati sul campo



Da Wired.it :

Pocketalk S, Vasco Mini 2 e Travis Touch Go costano tra i 200 e i 300 euro, a fronte di una qualità di traduzione ottima. Le differenze si notano nella qualità audio, l’interfaccia grafica e la qualità dei materiali

I traduttori elettronici sono diventati talmente efficienti che potrebbero competere agevolmente con l’universal translator  dell’Enterprise di Star Trek. Non vantano ancora il design dei chip immaginati da William Gibson nel Neuromante, ma è solo questione di tempo. Perché avere la possibilità di tradurre istantaneamente ogni frase proferita in decine di idiomi diversi, per di più con sfumature fonetiche eleganti, è molto di più del semplice abbattimento delle barriere linguistiche.

Abbiamo testato tre modelli top di gamma disponibili in Italia: il Pocketalk S, il Vasco Mini 2 e il Travis Touch Go. I prezzi online vanno dai 200 ai 300 euro, quindi è evidente che si tratta di prodotti sviluppati per utenti esigenti; nulla a che spartire con l’app Google traduttore – la quale, a dirla tutta, in caso di “emergenza” funziona egregiamente.

Vale comunque una considerazione per tutti: si affidano a motori di traduzione online. In pratica sfruttano automaticamente sistemi specifici su cloud collegandosi via wi-fi (quindi gratuitamente) o rete mobile 4G. Pocketalk S offre 2 anni di operatività mobile grazie a una eSim 4G proprietaria a traffico dati illimitato, dopodiché bisogna pagare 50 euro all’anno. Vasco Mini 2 invece offre una eSim proprietaria con traffico dati a vita, senza più alcun esborso. Travis Touch Go include solo 1 mese gratuito di traffico dati; dopodiché bisogna pagare dei pacchetti da un giorno o una settimana, come tariffe comprese tra 5 e 24 dollari.

Un’altra caratteristica comune è quella di poter gestire agevolmente conversazioni in lingua straniera. Parli e il dispositivo traduce nella lingua dell’interlocutore; quest’ultimo risponde nella sua lingua e il dispositivo traduce nella tua. L’unico limite è che durante le fasi di traduzione bisogna agire su un tasto. Con gli idiomi meno diffusi la traduzione è solo testuale a schermo. Infine, sebbene differiscano nelle interfacce grafiche, si basano tutti su versioni personalizzate di Android.

In tasca o in borsa, design minimal

Pocketalk S ricorda un iPod Touch di prima generazione con dimensioni più contenute. Sebbene sia realizzato in materiale plastico la verniciatura setosa trasmette una buona sensazione. Lo schermo touch a colori ha una risoluzione di 480 x 640 pixel e la resa appare brillante e definita. Sono presenti tre tasti per rispettivamente accensione, volume e avvio traduzione. Quest’ultimo va tenuto premuto mentre si parla, per consentire al dispositivo la trascrizione su schermo e poi la traduzione. Non manca poi una fotocamera posteriore da 8 megapixel per la traduzione di testi di documenti. I microfoni integrati hanno la tecnologia di soppressione del rumore. Infine è presente una porta usb-c per la ricarica ma non quella cuffie – eventualmente bisognerà usare auricolari bluetooth. La mia bilancia dice che pesa circa 77 grammi. L’ho trovato grazioso, comodo da portare in tasca e soprattutto poco appariscente. L’autonomia dichiarata è di 2,5 giorni in standby o 4,5 ore di traduzione continua.

Pocketalk S

Il Vasco Mini 2 assomiglia a un classico registratore digitale da tasca e infatti pesa circa 72 grammi. È in materiale plastico e l’assemblaggio, nonché la verniciatura, sono molto basic. Trasmette essenzialità più che altro. Lo schermo touch da 2 pollici ha una risoluzione di 220 x 320 pixel; davvero piccolino e con caratteri minuscoli che potrebbero creare qualche difficoltà ad alcuni utenti. Nella zona frontale ha un tasto per definire la lingua di partenza e un secondo per quella di traduzione; poi c’è un tasto circolare di navigazione per i menu e uno centrale di selezione. Sul lato destro c’è il tasto indietro, mentre su quello sinistro un tasto accensione e due per il volume. La porta cuffie è posizionata in alto, mentre quella USB in basso. Il produttore dichiara un 94% di precisione nelle traduzioni e un funzionamento in 150 paesi. L’autonomia dichiarata in standby è di 160 ore, mentre con uso intenso sono assicurate 6-10 ore.

Vasco Mini 2

Il Travis Touch Go ricorda i cellulari a ovetto dei primi anni 2000 ed è il più pesante del lotto con 120 grammi. Le plastiche sono di qualità, appare solido e lo schermo touch da 2,4 pollici svolge bene il suo lavoro – anche se per resa cromatica e sensibilità touch è leggermente inferiore al Pocketalk S. Dispone di un tasto accensione, due tasti lingua e un tasto di selezione. Supporta anche il bluetooth e dispone di microfoni doppi con cancellazione del rumore. Il produttore sottolinea che grazie all’Intelligenza Artificiale più viene impiegato e più migliora. Inoltre dispone di una funzione per imparare 15 lingue, fra cui inglese, cinese, giapponese, etc. A differenza dei concorrenti le porte Micro USB e cuffie sono protette da una linguetta gommata. L’autonomia dichiarata è di 12 ore di traduzione continua.

Travis Touch Go

Esperienza d’uso

Pocketalk S è come un qualsiasi dispositivo di questo tipo dovrebbe essere: semplice e immediato. L’interfaccia grafica brillante consente con un tocco di selezionare una delle 74 lingue disponibili per procedere con la traduzione in tempo reale – di cui 55 in versione scritta su display. Ovviamente non è detto che vi sia totale corrispondenza (qui il dettaglio). In linea di massima una lingua “minoritaria” (come per esempio hindi, lettone, maori) ha meno opzioni rispetto a una più diffusa, ma in ogni caso c’è sempre almeno la traduzione testuale a schermo.

Pocketalk S

Il funzionamento è immediato. Una volta scelta la combo linguistica basta tenere premuto il tasto centrale mentre si parla. A quel punto il dispositivo trascrive testualmente il parlato sullo schermo e una volta lasciato il tasto esegue quasi immediatamente la traduzione. Il risultato è ottimo, non c’è sensazione di riproduzione robotica. Tradisce solo un po’ la gestione delle pause nelle frasi, ma la comprensione, traduzione e riproduzione vocale è di degno livello. In una conversazione con un catalano ho riscontrato persino lo stupore nell’interlocutore per la corretta pronuncia di alcuni termini – che persino un nativo linguistico avrebbe proferito malamente a causa della ricca presenza di vocali neutre e l’ostica consonante fricativa “x”. Non a caso la frase “vorrei una tazza di cioccolata” è stata correttamente tradotta in “m’agradaria una tassa de xocolata [ʃukuˈɫatə]” e pronunciata perfettamente.

L’inglese, lo spagnolo, il francese e altre lingue sono risultate più che adeguate in ogni situazione. Lo ammetto, ho importunato diversi turisti per il test. Considerata l’efficienza del dispositivo, qualcuno ha pensato si trattasse di uno scherzo. L’audio infatti è impeccabile, anche grazie alla presenza di due altoparlanti ben calibrati e un microfono doppio con riduzione del rumore.

Vasco Mini 2

Il Vasco Mini 2 ha un’interfaccia un po’ più macchinosa: la navigazione fra i menù è meno fluida rispetto agli altri modelli, sebbene non così negativa da precluderne l’operatività. Si può scegliere fra 53 lingue (qui la lista), di cui quattro a pagamento (una tantum). Nello specifico arabo, bulgaro, croato ed ebraico.

L’immediatezza operativa è analoga al Pocketalk S, ma il tutto si gestisce con due tasti invece che uno. In pratica ipotizzando italiano-inglese, con un tasto si attiva il riconoscimento della prima lingua (e bisogna continuare a pigiarlo mentre si parla), con l’altro quello della seconda. Su questo fronte il dispositivo svolge bene il suo lavoro ma per quanto riguarda l’audio sono rimasto un po’ deluso. La riproduzione sonora è comprensibile ma potrebbe essere più chiara e in alcuni casi meno metallica; con le cuffie la situazione migliora leggermente. Comunque si colgono con maggiore difficoltà le sfumature di pronuncia rispetto agli altri e inoltre la riproduzione della traduzione vocale è leggermente più veloce. Simpatico però che la frase di Battiato “ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo“, sia stata tradotta in cinese in “sono contento che tu sia in questo incantesimo“.

Travis Touch Go

Travis Touch Go ha un’interfaccia immediata che per usabilità si avvicina a quella del Pocketalk S. Come il Travis richiede di premere un tasto per una lingua e un altro per la seconda, ma a differenza degli altri dispositivi è sufficiente farlo solo all’inizio dell’esposizione. In pratica il sistema di riconoscimento rimane attivo fino a quando non ci si interrompe. Le lingue a disposizione sono oltre 100, ma 39 possono essere tradotte in un unico idioma (qui i dettagli). Come per gli altri modelli in alcuni casi si ha una traduzione vocale, in altri solo quella testuale a schermo. Traduce bene, ma alcune costruzioni appaiono un po’ letterali. A un amico inglese ho chiesto di cimentarsi con il classico scioglilingua “give papa a cup of proper coffee in a copper coffe cup“; il dispositivo ha tradotto vocalmente in italiano in maniera corretta ma senza accenti.

La qualità di traduzione comunque appare sempre abbastanza all’altezza e anche l’audio è di qualità, sebbene leggermente inferiore rispetto al Pocketalk S.

Conclusioni

Pocketalk S si distingue su ogni fronte, anche se ha un numero di lingue supportate inferiore rispetto al Travis Touch Go. Costa 299 euro di listino e online per ora non ho riscontrato offerte più basse; rimane il fatto che dopo due anni bisogna prevedere un ulteriore esborso di 50 euro all’anno per il traffico dati illimitato poiché impiega una eSim proprietaria. Lo slot per nano-sim può montare infatti solo quelle di Sourcenext (che costano di più). Consiglierei quindi il dispositivo ha chi una prospettiva di intenso impiego, anche in ambito professionale.

Il Vasco Mini 2 è un prodotto che svolge il suo lavoro ma lo consiglierei solo a chi ha in mente un uso sporadico. Non appare solido come gli altri, ha lo schermo piccolo e il comparto audio sottotono. Però costa meno: il produttore ha stabilito un listino di 311 euro, ma lo sconta già direttamente chiedendo alla fine 249 euro. Inoltre ha il vantaggio del traffico dati illimitato per sempre.

Il Travis Touch Go è un buon compromesso tra il Pocketalk S e Vasco Mini 2; inoltre vanta oltre 100 lingue supportate. L’audio è buono, forse lo schermo potrebbe essere più sensibile al tocco, ma l’interfaccia è fluida. Costa di listino 249 euro, ma la casa madre lo sconta molto e alla fine chiede 199 euro. Purtroppo include solo 1 mese gratuito di traffico dati; dopodiché bisogna pagare dei pacchetti da un giorno o una settimana, con tariffe comprese tra 5 e 24 dollari – al cambio 4,62 euro e 22,18 euro.

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[Fonte Wired.it]