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lunedì, Set 02

I mini cervelli in provetta mostrano attività cerebrale


Per la prima volta cervelli cresciuti in laboratorio hanno prodotto onde cerebrali molti simili a quelle del cervello di un bambino prematuro. Lo studio su Cell Stem Cell

mini cervelli
(foto: Muotri Lab/UCTV)

Un’attività cerebrale molto simile a quella dell’essere umano, o meglio a quella dei bambini nati prematuramente. Sono i mini cervelli appena messi a punto dai ricercatori dell’università della California a San Diego, secondo cui questi organoidi cerebrali, composti da cellule staminali pluripotenti e un milione di volte più piccoli del nostro cervello, si sono dimostrati per la prima volta in grado di stabilire connessioni tra loro che ricordano quelle dei cervelli umani in via di sviluppo. Lo studio, appena pubblicato su Cell Stem Cell, potrebbe quindi aiutare la comunità scientifica a comprendere meglio le fasi dello sviluppo del cervello e far luce su alcuni disturbi neurologici, come autismo, epilessia e schizofrenia.

I mini cervelli, delle dimensioni di un pisello, sono stati messi a punto partendo da cellule staminali pluripotenti, cioè in grado di differenziarsi in diversi tessuti, che sono state posizionate in uno specifico ambiente (terreno di coltura) particolarmente adatto alla loro crescita. Successivamente, le staminali sono riuscite a svilupparsi in vari tipi di cellule cerebrali, dando vita a una struttura tridimensionale molto simile a quella di un cervello umano ancora immaturo.

mini cervelli
(foto: Muotri Lab/UCTV)

Ogni mini cervello, precisano i ricercatori, è cresciuto fino a circa mezzo centimetro di diametro per un periodo di 10 mesi. Servendosi di piccoli elettrodi per monitorare costantemente l’attività elettrica, i ricercatori hanno scoperto che già dal secondo mese gli organoidi producevano onde cerebrali deboli e sporadiche. Con il passare del tempo, mentre i mini-cervelli continuavano a crescere, queste onde cerebrali sono diventate sempre più complesse e regolari, dimostrando quindi che le singole cellule cerebrali stavano iniziando a comunicare tra loro. Per confrontare, poi, l’attività degli organoidi cerebrali con quella del cervello umano in via di sviluppo, il team di ricercatori ha analizzato, servendosi di un algoritmo di apprendimento automatico, le registrazioni delle onde cerebrali di 39 bambini prematuri tra i 6 e i 9 mesi di età.

mini cervelli
(foto: Muotri Lab/UCTV)

I mini cervelli, concludono i ricercatori, sono ancora molto rudimentali ed è impossibile che abbiano una coscienza o possano svolgere attività mentali complesse. “Potrebbe essere che in futuro arriveremo a qualcosa di molto vicino ai segnali che controllano comportamenti, pensieri o memorie”, spiega Alysson Muotri, autore della ricerca. “Come scienziato, voglio avvicinarmi sempre di più al cervello umano perché potremo aiutare i pazienti e offrire loro una migliore qualità della vita”. Ma sta a noi, sottolinea Muotri, decidere dove sia il limite etico. “È lo stesso tipo di discussione che viene fatto sulla sperimentazione di Crispr negli embrioni”.

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