Gli acquisti sui più celebri e-commerce cinesi, come Shein e Temu, potrebbero diventare più cari nei prossimi anni per gli acquirenti europei. I ministri dell’Economia dei paesi membri dell’Unione europea hanno approvato mercoledì 13 novembre l’abolizione dell’esenzione dei dazi doganali su piccoli pacchi provenienti da paesi extra Ue. Fino ad oggi, infatti, le spedizioni sotto i 150 euro potevano entrare nel mercato unico europeo senza pagare tasse doganali. La decisione, annunciata dal Consiglio dell’Unione europea, mette fine a un regime che secondo la Commissione europea ha favorito un afflusso massiccio di spedizioni a basso costo dalla Cina, che nel 2024 rappresentavano il 91% del totale. Il Consiglio sta lavorando a una soluzione semplificata per far entrare in vigore la nuova tassazione già dal 2026, in attesa della piattaforma doganale digitale prevista per il 2028. Stephanie Lose, ministra danese per gli affari economici, ha spiegato al Consiglio che il nuovo sistema garantirà il pagamento dei dazi “dal primo euro” e creerà “condizioni paritarie per le imprese europee”.
Il boom delle piattaforme cinesi
L’esenzione dalle tasse doganali per le spedizioni sotto i 150 euro era stata introdotta decenni fa per evitare che piccoli ordini transfrontalieri si impantanassero nelle pratiche burocratiche. Con l’esplosione dell’e-commerce, però, questo meccanismo ha iniziato a generare distorsioni crescenti. Nel 2024, secondo il Parlamento europeo, nell’Ue sono arrivati 4,6 miliardi di pacchi a basso valore (circa 12 milioni al giorno) un volume che non solo raddoppia quello del 2023 e triplica quello del 2022, ma rappresenta anche un incremento enorme rispetto ai livelli di appena un decennio fa, quando le spedizioni erano ancora una frazione di quelle attuali.
Dietro la crescita esponenziale degli ultimi hanno ci sono principalmente le piattaforme cinesi Temu e Shein. Le due aziende hanno costruito il proprio modello di business proprio sfruttando l’esenzione doganale: invece di importare grandi lotti di merce in Europa e poi distribuirli ai clienti, spediscono ogni singolo ordine direttamente dalla Cina al consumatore finale. In questo modo ogni pacco rimane sotto la soglia dei 150 euro ed evita i dazi. Inoltre, il Consiglio europeo stima che fino al 65% dei pacchi in ingresso venissero deliberatamente sottovalutati nelle dichiarazioni doganali per restare sotto la soglia. Un venditore poteva dichiarare che un prodotto valeva 140 euro anche se ne valeva 200, sapendo che difficilmente le autorità doganali avrebbero potuto controllare miliardi di piccole spedizioni.
Questo meccanismo ha creato un vantaggio competitivo sleale rispetto agli operatori europei. Un negozio italiano o francese deve rispettare normative rigorose su sicurezza dei prodotti, sostenibilità ambientale e condizioni di lavoro, oltre a pagare regolarmente le tasse. Un venditore cinese su Temu o Shein poteva invece vendere allo stesso prezzo senza sostenere questi costi. La Commissione europea ha sottolineato che molti prodotti importati attraverso queste piattaforme non rispettano le normative europee sulla sicurezza, esponendo i consumatori a rischi per la salute. Allo stesso tempo, il volume abnorme di spedizioni ha mandato in sofferenza le autorità doganali, incapaci di controllare efficacemente miliardi di pacchi ogni anno. Senza nemmeno addentrarci sugli impatti che tutto ciò ha in termini di sostenibilità ambientale.
L’anticipo al 2026
Il piano originario dell’Unione europea prevedeva che la nuova tassazione entrasse in vigore nel 2028, quando sarà operativo il Data Hub doganale centrale. Si tratta di una piattaforma digitale unica che permetterà alle autorità di tutti i paesi membri di accedere in tempo reale ai dati sulle importazioni, calcolare automaticamente i dazi e coordinare i controlli. Il sistema dovrebbe rendere più efficiente l’intero processo doganale europeo. Ma di fronte al boom delle spedizioni dalla Cina, il Consiglio europeo ha deciso di non aspettare e adottare una soluzione temporanea già dal 2026 attraverso un meccanismo più snello per calcolare e riscuotere le tasse doganali. Non è ancora chiaro come funzionerà e se l’abolizione dell’esenzione fiscale si tradurrà in entrate per gli erari nazionali o per la Commissione europea. Ma le istituzioni stanno lavorando per fornire risposte già dal prossimo Ecofin, il Consiglio dei ministri economici e finanziari dell’Ue, previsto per il 12 dicembre.



