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giovedì, Dic 19

I paesi del mondo in cui l’inquinamento uccide di più


L’inquinamento, soprattutto quello atmosferico, ha ucciso più di otto milioni di persone nel 2017. Fra i paesi più colpiti, oltre India e Cina, rientrano anche gli Stati Uniti, dove i morti sono stati 197mila. E l’Italia rientra nella top ten dedicata all’Europa

(foto: Mahamudur Rahman/Getty Images)

Mentre si continua a discutere di cambiamento climatico, l’inquinamento non smettere di mietere vittime. Nel 2017 aria, acqua, terra e luoghi di lavoro tossici hanno ucciso almeno 8,3 milioni di persone in tutto il mondo, ovvero l’equivalente del 15 per cento di tutti i decessi prematuri. Lo rivela il rapporto Pollution and Health Metrics che aggiorna i risultati di uno studio precedente, condotto dalla Lancet Commission sul 2015. Complessivamente, l’inquinamento uccide tre volte tanto Aids, tubercolosi e malaria messe insieme. Inoltre causa 15 volte più decessi che le guerre o le altre forme di violenza. È soprattutto quello atmosferico a uccidere in quanto può provocare malattie cardiovascolari e respiratorie, ictus e tumori.

Il triste primato degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono tra i primi 10 paesi più mortali in merito all’inquinamento. È il dato essenzialmente nuovo che emerge rispetto allo studio precedente e indica come, di fatto, sia la nazione più ricca a comparire fra le prime dieci posizioni con quasi 197mila morti nel 2017. L’inquinamento dell’aria provoca il 55 per cento dei decessi e di certo non è un dato che può andare a braccetto con le politiche di Trump, che ha puntato a smantellare vari standard ambientali. Se poi il rapporto stima circa un milione di morti per esposizione al piombo, va tenuto presente che negli Stati Uniti, come analizzava il Guardian qualche mese fa, migliaia di bambini sono esposti a causa di componenti presenti nelle vernici delle pareti di casa o in vecchi sistemi idraulici che causano deficit cognitivi, convulsioni e possono portare alla morte.

Gli altri paesi

In testa alla classifica c’è la Cina, subito seguita dall’India. Due paesi che stanno procedendo alla velocità della luce in termini di industrializzazione. Qui preoccupa soprattutto la qualità dell’aria: non a caso entrambi gli stati sono anche in cima alla classifica della mortalità proprio per inquinamento atmosferico. A novembre a Nuova Delhi, capitale dell’India, si è registrato il peggior dato nell’indice che rileva i livelli di particolato e sostanze tossiche nell’aria. Lo stesso vale anche a Pechino dove coltri di smog, solo qualche giorno fa, hanno sommerso la città limitando addirittura la visibilità. Si è registrata la quota di 250 microgrammi di polveri sottili per metro cubo.

(grafica elaborata da: Global Alliance on Health and Pollution)

Diversa, ma pur sempre triste, la situazione nel continente africano dove è soprattutto l’inquinamento dell’acqua e dell’aria interna ad uccidere. In questa regione del mondo uno dei maggiori problemi – si legge – è proprio la mortalità infantile dovuta alla mancanza di un’adeguata igiene. Interessante osservare che l’indagine rileva che i primi dieci paesi in classifica – dove figurano solo due stati africani – vengono interessati solo per due terzi delle morti totali. Tradotto: le morti premature per inquinamento non sono distribuite in maniera omogenea e alcuni paesi che inquinano di meno possono essere ugualmente interessati. “Cinque paesi nella penisola arabica sono fra i più bassi per tasso di mortalità dovuto all’inquinamento, spiega però la ricerca.

La situazione in Europa

Per quanto riguarda il continente europeo è soprattutto l’inquinamento moderno a causare le morte. Lo studio infatti lo differenzia da quello tradizionale (aria interna, inquinamento delle acque e servizi igienico-sanitari non sicuri) e lo identifica come derivante dall’industrializzazione e dall’urbanizzazione. Questa tipologia include l’inquinamento sul posto di lavoro che, si legge, sta aumentando. Ma anche nel nostro continente l’aria inquinata è la prima causa di morte. Ad aprire la classifica è la Russia, seguita da Germania e Turchia. L’Italia si trova comunque nella top ten, al quinto posto. Se si guardano invece il tasso delle morti per inquinamento su 100mila abitanti svetta la classifica la Serbia. All’ultimo posto dell’analisi totale dei rischi combinati c’è l’Islanda.

(grafica elaborata da: Global Alliance on Health and Pollution)

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