Seleziona una pagina
venerdì, Set 04

I peggiori e i migliori remake live-action della Disney



Da Wired.it :

Ora che arriva in digitale il rifacimento di Mulan, abbiamo passato in rassegna i classici d’animazione che hanno subito lo stesso trattamento. Un primo bilancio: in pochi sono riusciti a conservare la magia degli originali

Da oggi, 4 settembre, è disponibile per gli abbonati di Disney+ (per ora con un costo aggiuntivo di 21,99 euro) Mulan, l’ambizioso live-action di Niki Caro che riscrive la storia dell’eroina cinese già protagonista di un apprezzatissimo film animato del 1998. Inevitabilmente, il coronavirus ha più volte rimandato l’uscita nelle sale delle pellicola, che alla fine viene distribuita online. Rimane comunque una produzione enorme, con parecchi aspetti positivi. E Disney si augura che il titolo contribuisca a confermare il successo del genere grandi-classici-d’animazione-trasposti-in-carne-e-ossa. Dato che è sempre più nutrito (molti ne sono previsti in futuro), ecco una disamina – che sicuramente dividerà gli animi – sui lavori più o meno riusciti di questo filone.

Dai peggiori…

Alice in Wonderland

Nel 2010 è stato uno dei primi ad aprire la strada a una nuova ondata di rifacimenti live-action. Sulla carta prometteva scintille: Tim Burton alla regia che si portava dietro anche il suo pupillo Johnny Depp e la sua musa Helena Bonham Carter, e il fantasmagorico scrittore Lewis Carroll. In effetti, il risultato è un film stravagante e insolito, in cui la giovane Alice (Mia Wasikowska) si trasforma in un’efebica guerriera pronta a tutto per salvare il mondo magico in cui è piombata attraverso la tana del Bianconiglio. Le interpretazioni sono tutte convincenti, se non fosse che devono adeguarsi a un’atmosfera fin troppo cinica e rassegnata, più simile a un trip finito male piuttosto che all’universo straniato e satirico di Carroll. Peggio ancora il sequel del 2016, Alice attraverso lo specchio, complicato da assurdi viaggi nel tempo e affossato dagli scandali che all’epoca colpirono Depp.

Dumbo

Purtroppo, il tandem Tim Burton + live-action sembra essere sfortunato: persino l’uscita di Dumbo nel 2019 è stata accolta da critiche piuttosto fredde. Il problema, anche qui, è che spesso il geniale regista tende a sovraccaricare la trasposizione con le sue ossessioni visive, fino quasi a soffocare la magia dell’originale. L’effetto finale, nonostante il cast ammirevole con Michael Keaton e Danny DeVito, è quello di un film estenuante, pieno di trovate sceniche, appesantito ulteriormente dalla trama altamente drammatica (non che il Dumbo originale fosse molto leggero, eh…). E poi, la presenza dell’elefantino orecchiuto pare che sia solo un pretesto per raccontare un’altra storia, spesso sfilacciata ed eccessivamente depressa nel tono e nella realizzazione. Insomma, un disastro.

La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera

Così corriamo il grande rischio di toccare un mostro sacro dell’infanzia di molti: La carica dei 101, nel 1996, è stato forse fra i primissimi tentativi di prendere un cartone animato Disney amato e farne un film per famiglie e non solo. Il risultato è stato centrato: oltre 320 milioni di dollari d’incasso. Ma la vera sfida è rivederlo oggi (è disponibile su Disney+): l’interpretazione di Glenn Close nei panni di Crudelia De Mon resiste alla prova del tempo rivelandosi impareggiabile, insuperabile e deliziosamente camp; il resto, però, è piuttosto piatto, fondendo toni da stanca commedia romantica con rocambolesche trovate finali che ricordano fin troppo da vicino Mamma ho perso l’aereo. I cuccioli di dalmata fanno sicuramente tenerezza (e all’epoca hanno portato a una preoccupante impennata di acquisto di cuccioli di questa razza, con successivi abbandoni), ma non bastano a renderla una pellicola solida. Grandi speranze per Cruella, dunque, film del prossimo anno in cui Emma Stone incarna una giovanissime Crudelia.

… ai migliori

Maleficent

Il filone dei live-action ha benedetto l’uscita di Maleficent nel 2014: l’ingaggio di Angelina Jolie per interpretare la strega Malefica de La bella addormentata nel bosco è stato sicuramente una mossa azzeccata per far parlare del film, che poi si è rivelato una riscrittura convincente della fiaba classica. Per la prima volta la storia è stata ribaltata per mettere al centro un’antieroina la cui crudeltà viene giustificata a causa dei soprusi degli uomini. Maleficent ha così confermato quella che dovrebbe essere la regola aurea di questi remake: non hanno molto senso i rifacimenti pedissequi fotogramma dopo fotogramma, meglio riproporre la stessa atmosfera magica con un twist in più. Già il sequel del 2019, Malefica: Signora del male, si è mostrato in ogni caso più claudicante, nonostante la contrapposizione di due pezzi grossi come Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer.

La bella e la bestia

Rifacimento fedelissimo, realizzato con grande grazia e passo incantevole. Incassando oltre un miliardo di dollari, il film si è imposto come una delle commedie musicali più di successo nella storia del cinema: complice il cast particolarmente azzeccato, a partire dai protagonisti Emma Watson e Dan Stevens, senza dimenticare la colonna sonora immortale che tutti ricordano. Grande attenzione è stata riservata anche agli effetti visivi, ai costumi e alle scenografie, contribuendo all’impressione di una confezione gradevole. Il giusto mix di dramma, commedia e romanticismo, per non parlare dei momenti musicali sapientemente alternati a quelli recitati, consegna al pubblico un titolo vincente. Difficile volere qualcosa di più.

Il libro della giungla

La storia del romanzo di Rudyard Kipling Il libro della giungla e del suo protagonista Mowgli è stata raccontata innumerevoli volte, anche sullo schermo. Il live-action del 2016, diretto da Jon Favreau (forte dei successi di Iron-Man e, più recentemente, di The Mandalorian) ha la fortuna di richiamarsi direttamente al capolavoro animato del 1967, con l’ambizione di raccontare una trama vecchia a un pubblico nuovo adeguandosi ai mezzi espressivi del tempo. Il remake, quindi, utilizza parecchio gli effetti speciali fondendoli però alle riprese naturalistiche davvero eccezionali, degne dei migliori documentari: è così che gli animali Baloo, Bagheera e Shere Khan possono vantare un aspetto realistico e al contempo un’espressività umana. Insomma, questo Libro della giungla funziona soprattutto perché stupisce per la sua innovazione: lo stesso metodo applicato dallo Favreau su Il re leone nel 2019 ha convinto già meno, spogliando forse una storia amatissima dal pubblico del suo incanto.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]