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lunedì, Giu 01

I post di Trump, la reazione di Zuckerberg e la posizione di Facebook

Da Punto-Informatico.it :

Al termine di una settimana rovente per quanto concerne il rapporto tra le istituzioni d’oltreoceano e il mondo dei social network, iniziata con il fact checking di Twitter su alcuni post di Donald Trump a proposito di presunti brogli elettorali e proseguita con le posizioni del Presidente USA a proposito dell’omicidio di George Floyd, c’è stata una telefonata tra l’inquilino della Casa Bianca e Mark Zuckergberg.

Trump, Zuckerberg e la libertà di espressione

Stando a quanto riporta la stampa d’oltreoceano l’esito della chiacchierata è stato definito positivo da entrambe le parti. Sulla questione è intervenuto nel weekend anche il numero uno di Facebook, ribadendo il motivo per cui la piattaforma sceglie di non eliminare né oscurare gli interventi del tycoon, nemmeno quando la loro natura è ritenuta discutibile.

Sono stato combattuto per tutto il giorno su come rispondere ai tweet e ai post del Presidente. Personalmente provo una reazione visceralmente negativa nei confronti di questa retorica divisiva e provocatoria. Ho però la responsabilità non solo della mia reazione personale, ma come leader di un’istituzione impegnata per garantire la libertà di espressione.

This has been an incredibly tough week after a string of tough weeks. The killing of George Floyd showed yet again that…

Pubblicato da Mark Zuckerberg su Venerdì 29 maggio 2020

La libertà di espressione prima di tutto per Zuckerberg, come ribadito più volte negli ultimi tempi anche a proposito di tematiche riguardanti l’advertising per le campagne elettorali e il fact checking.

Sono profondamente in disaccordo con ciò che il Presidente ha scritto a questo proposito, ma credo che le persone debbano essere in grado di leggerlo da sé, poiché in ultima istanza la responsabilità per queste posizioni di potere può essere attribuita solo se vengono analizzate in un contesto aperto.

Con la chiamata alle urne che per gli USA è fissata in autunno, non c’è alcun dubbio sul fatto che il dibattito sia destinato a infuocarsi da qui ai prossimi mesi.





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