Quanto mostrato da trailer e clip è confermato dalle prime battute: l’esercito della dottoressa Kay ha preso il controllo della città, i due mondi non sono più separati, Undici ha ripreso il controllo dei suoi poteri, Will è stato in contatto con Vecna molto più di quanto ricordi, Max è viva ma non cosciente e un Dustin amareggiato continua a proteggere la memoria di Eddie. I Duffer hanno dichiarato di non avere intenzione di riportare in vita Eddie con qualche espediente narrativo forzato, ma non l’hanno accantonato: il suo ricordo nello show è più che mai vivo. La prima tranche di puntate (quattro, ne arriveranno altre tre tra un mese e l’ultima a Capodanno) pone le basi per lo scontro finale: Vecna contro tutti, tutti contro il fu Henry Creel. Il quartetto di episodi non perde un colpo, ha un ritmo perfetto, una coesione narrativa eccellente, un equilibrio ideale nel tempo filmico dei personaggi.
Curiosamente, le influenze dichiarate dello show ambientato negli anni ‘80 – Stand by Me, I Goonies – creano un affascinante legame con un’altra serie di ispirazione kinghiana: It – Welcome to Derry, altro prodotto televisivo della stagione incentrato sui ragazzini di una cittadina di provincia immersa nei boschi alle prese con un mostro crudele e soprannaturale che si nutre della loro paura. L’influenza di Stranger Things sullo spin-off dedicato alle origini di Pennywise è evidente, ma in modo ancora più intrigante, le analogie tra la prima stagione di Derry e l’ultima di Stranger Things sono rilevanti e si spingono ben oltre l’ovvio: tra queste, la ingerenze di un esercito morbosamente attratto dal soprannaturale, la limitata visibilità dell’antagonista, un orrore squisitamente gore e decisamente più ostentato di quello che viene mostrato normalmente sul piccolo schermo, la predilezione per le stesse ambientazioni – principalmente foreste, case abbandonate e tunnel.
Nell Fisher e Cara Buono in Stranger Things 5Courtesy of Netflix © 2025



