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I servizi segreti dell’Ucraina hanno dimostrato di poter colpire la Russia dove meno se lo aspetta

da | Giu 3, 2025 | Tecnologia


I servizi segreti dell’Ucraina hanno condotto negli ultimi giorni due tra i più ambiziosi attacchi mai realizzati in territorio russo dall’inizio dell’invasione scatenata dalla Russia del febbraio 2022. In tre giorni le forze speciali ucraine hanno hanno distrutto oltre 40 bombardieri strategici russi colpendo simultaneamente quattro basi aeree fino alla Siberia a oltre 4mila chilometri dal fronte, mentre nella mattinata di martedì 3 giugno hanno danneggiato per la terza volta il ponte della Crimea, l’unico collegamento terrestre tra la Russia e la penisola ucraina annessa da Mosca nel 2014. Queste operazioni rientrano nella strategia adottata da diversi mesi dal capo del Servizio di sicurezza ucraino Vasyl Maliuk, come racconta Il Post, che punta a neutralizzare i bombardieri nemici prima del loro decollo, anziché intercettarli una volta avviati gli attacchi sul territorio ucraino.

L’operazione ragnatela in siberia

L’operazione, chiamata Ragnatela, è stata condotta nei giorni scorsi dai servizi segreti dell’Ucraina (Sbu) ed è considerata l’attacco più complesso mai realizzato dall’intelligence ucraina. Pianificata nell’ultimo anno e mezzo sotto la supervisione del capo della Sbu Vasyl Maliuk e del presidente Zelensky, l’azione ha coinvolto 117 droni nascosti all’interno di casotti di legno montati su camion, che hanno percorso migliaia di chilometri nel territorio russo. Secondo Reuters, i mezzi venivano portati fino al perimetro delle basi aeree russe dove i tetti dei casotti venivano aperti a distanza, permettendo ai droni di decollare insieme verso i bombardieri e i velivoli radar parcheggiati all’aperto.

L’ampiezza geografica dell’operazione dimostra un livello di coordinamento senza precedenti. Gli attacchi hanno colpito nello stesso momento la base di Belaya in Siberia, a 4.300 chilometri dal fronte, la base di Olenya nell’Artico, quella di Dyagilevo vicino a Mosca e quella di Ivanovo. Euronews segnala che i droni disponevano di algoritmi di intelligenza artificiale capaci di riconoscere i velivoli sovietici e di evitare i sistemi di difesa aerea russi progettati per intercettare minacce esterne. L’Sbu ha successivamente riferito che l’operazione con i droni ha causato danni per circa 7 miliardi di dollari e ha disattivato il 34% dei vettori missilistici da crociera nelle principali basi aeree russe. Kyiv Independent precisa che almeno 13 bombardieri sono stati confermati come completamente distrutti, mentre gli altri hanno subito danni di varia entità.

L’ultima parte dell’operazione coordinata è avvenuta nella mattinata di martedì 3 giugno, alle 4:44 ora locale, quando l’Sbu ha fatto esplodere 1.100 chilogrammi di esplosivo posizionato sui piloni sottomarini del ponte di Kerch che collega la Russia alla Crimea. L’operazione ha richiesto mesi di preparazione per infiltrare agenti ucraini in grado di piazzare le cariche esplosive. Si tratta del terzo attacco alla struttura da 19 chilometri costata 3,7 miliardi di dollari e inaugurata da Putin nel 2018. I precedenti attacchi risalgono all’ottobre 2022, con un camion bomba, e al luglio 2023, con droni navali Sea Baby. Il traffico è stato sospeso per tre ore e nel pomeriggio si sono verificate nuove esplosioni che hanno provocato un’altra chiusura temporanea.

La situazione diplomatica

Questi ultimi attacchi sono avvenuti proprio alla vigilia di una nuova tornata di negoziati di pace a Istanbul, dove oggi si sono incontrate le delegazioni russa e ucraina, guidate dal ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, a due domeniche dall’ultimo incontro che aveva portato alla liberazione di mille prigionieri da entrambe le parti. L’incontro non ha portato a progressi significativi verso una tregua, ma è stato raggiunto un accordo per un nuovo scambio di prigionieri gravemente feriti o malati e il rimpatrio reciproco dei corpi di circa 6.000 soldati caduti. Umerov ha dichiarato che un nuovo round di negoziati potrebbe tenersi entro fine giugno, mentre il Cremlino continua a escludere un vertice tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky.

La Russia ha posto condizioni rigide per i negoziati, che includono il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea e sulle regioni ucraine controllate solo in parte da Mosca, l’esclusione dell’Ucraina dalla Nato e lo smantellamento del suo esercito. L’Ucraina ha respinto queste richieste, chiedendo un cessate il fuoco totale e il ritorno di prigionieri e bambini deportati.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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