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Ibm si adatta alla situazione in Cina. L’azienda tecnologica statunitense ha deciso di ridimensionare le proprie attività nel Paese a causa delle crescenti tensioni con gli Stati Uniti. Ibm ha annunciato il licenziamento del team di ricerca e sviluppo e il trasferimento delle operazioni in altri Paesi, a seguito di una contrazione del mercato e della concorrenza agguerrita.

La decisione ha coinvolto oltre 1.000 dipendenti nelle sedi di Pechino, Shanghai e Dalian, dove erano concentrati i due centri di ricerca, fondati nel 1999. Il calo del business infrastrutturale ha portato a una diminuzione del 20% delle vendite nella divisione cinese, che contribuisce all’11,7% dei ricavi totali di Ibm.

La strategia dell’azienda si focalizzerà ora sulla creazione di team per offrire soluzioni su misura ai clienti locali, in particolare alle aziende cinesi private, nel settore del cloud ibrido e dell’intelligenza artificiale. Alcuni dipendenti hanno la possibilità di trasferirsi in altri Paesi, mentre altri riceveranno una buonuscita.

L’entrata di Ibm in Cina negli anni ’80 ha reso i suoi server indispensabili per molte aziende del Paese, ma le recenti politiche del governo cinese hanno spinto l’azienda a ridimensionare le proprie attività. La decisione di Ibm arriva in un contesto in cui molte aziende statunitensi stanno riducendo le proprie operazioni in Cina per evitare rischi legati alla geopolitica. Microsoft e Amazon sono solo alcuni esempi di aziende che hanno dovuto adattarsi alle nuove condizioni del mercato cinese.