Seleziona una pagina
giovedì, Gen 13

iCloud Private Relay, la nuova funzione per la privacy di Apple che non piace alle aziende di telecomunicazione



Da Wired.it :

Quando a settembre 2021 Apple ha diffuso iOS 15 su oltre un miliardo di dispositivi, l’aggiornamento del software includeva la prima funzione simile a una VPN dell’azienda, iCloud Private Relay. Lo strumento di privacy, disponibile solo su abbonamento, rende più complicato spiare ciò che gli utenti fanno online, deviando il traffico proveniente dal dispositivo attraverso più server. La funzione sta però incontrando la resistenza degli operatori di telefonia mobile in Europa e, più recentemente, di T-Mobile negli Stati Uniti.

Dopo la sua introduzione nei mesi scorsi, diverse persone hanno iniziato a segnalare il fatto che gli operatori mobili sembravano limitare l’accesso a Private Relay. Per molte persone è impossibile attivare l’opzione se il proprio piano telefonico comprende funzioni di filtraggio dei contenuti, come il controllo genitoriale. Allo stesso tempo in Europa, gli operatori mobili Vodafone, Telefonica, Orange e T-Mobile si sono lamentati delle modalità di funzionamento di Private Relay. Nell’agosto 2021, secondo un articolo del Telegraph, queste società avevano segnalato che la funzione impedirebbe loro l’accesso ai metadati e alle informazioni di rete, invitando a vietarla.

Private Relay impedirà agli altri attori di innovare e competere nei mercati digitali della filiera e potrebbe avere conseguenze negative sulla capacità degli operatori di gestire in modo efficiente le reti di telecomunicazione“, hanno scritto i responsabili delle aziende in una lettera ai legislatori europei. Apple, però, sostiene che Private Relay non impedisca alle aziende di fornire ai clienti connessioni internet veloci, mentre secondo gli esperti di sicurezza ad oggi non ci sono prove sostanziali che dimostrino che Private Relay possa causare problemi agli operatori di rete.

Come funziona Private Relay

Private Relay di Apple non è una VPN (il cui libero utilizzo è consentito dagli operatori di rete), anche se tra i due sistemi esistono delle somiglianze. La funzione, che è ancora in versione beta ed è disponibile solo per gli utenti abbonati a iCloud+, ha lo scopo di impedire ai fornitori di rete e ai siti web visitati di vedere il proprio indirizzo IP e i dati DNS. Questo rende più difficile per le aziende creare profili degli utenti che includano gli interessi e la posizione, il che in teoria contribuisce a ridurre i modi in cui si può essere targettizzati online.

Per fare questo, Private Relay indirizza il traffico web attraverso due relay, o nodi, una volta che questo lascia un iPhone, iPad o Mac. Il traffico passa da Safari al primo nodo, noto come “ingress proxy“, di proprietà di Apple. Esistono diversi proxy di ingresso in tutto il mondo, con sede in diverse località, stando a quanto riportato da Apple in un white paper. Il primo nodo è in grado di vedere il l’indirizzo IP e la rete wi-fi o mobile a cui si è connessi. Apple, però, non è in grado di vedere il nome del sito web che si sta cercando di visitare.



[Fonte Wired.it]