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mercoledì, Dic 30

Il 2020 ha fatto anche cose buone



Da Wired.it :

Parlarne male è facile: ma la nomea degli ultimi dodici mesi, pur conquistata sul campo, ha messo in ombra i motivi per cui invece dovremmo ricordarli con un mezzo sorriso (o almeno senza troppa acredine)

Se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, è altrettanto certo che ci sono quelli che nuocciono soltanto: dalla prima apparizione ufficiale del coronavirus Sars-Cov-2 è passato un anno e da allora nel mondo mancano all’appello – rimanendo ai dati ufficiali, giocoforza incompleti – un milione e 800mila persone uccise dal virus. Oltre al pesante bilancio di vittime, centinaia di migliaia di aziende sono state spazzate via dai mille rivoli della crisi economica scaturita dalla pandemia; è stato l’anno dei lockdown – la parola più pronunciata del 2020, a qualsiasi latitudine – duri, delle separazioni dolorose, delle solitudini, del prezzo più alto pagato ancora una volta dai più deboli (disoccupati, poveri, migranti, persone con patologie mentali o psichiche). E non c’è stato soltanto il maledetto patogeno: l’Africa orientale ha subito invasioni di locuste di proporzioni bibliche, le maggiori mai viste nell’ultimo secolo; in Australia la popolazione ha dovuto combattere con settimane di incendi devastanti; uno dei volti di maggiore ispirazione dello sport mondiale, Kobe Bryant, è morto in un incidente in elicottero; un’esplosione fantascientifica nel porto di Beirut, in Libano, ha ucciso più di 200 persone; l’uccisione a opera di un poliziotto dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis ha portato alla più grande ondata di proteste e disordini sociali visti negli Stati Uniti da cinquant’anni. E insomma, dobbiamo continuare?

Lo sappiamo: mai come questo 31 dicembre la speranza è che gli ultimi dodici mesi se ne vadano in silenzio, possibilmente non facendosi mai più rivedere. Ma siccome la natura dell’essere umano è fondamentalmente improntata all’ottimismo, e una seconda chance non si nega neppure ai casi più irredimibili, a Wired abbiamo preferito chiudere il funesto 2020 elencando ciò che di buono ha prodotto, come un genitore che non ne vuole sapere di discutere i difetti del figlio prediletto, limitandosi a elencarne le sparute indiscutibili qualità. Sperando sia di buon auspicio per il futuro prossimo, si intende.

Joe & Kamala

D’accordo, il 2020 non ha fatto granché, ma per cominciare ha detronizzato il capo indiscusso dei post-fascisti del pianeta Terra. Ognuno ha diritto alle sue opinioni su Donald Trump, com’è ovvio, ma i fatti rimangono gli stessi per tutti: il fu immobiliare newyorkese ha portato gli Stati Uniti a un livello di violenza retorica e istituzionale che non si vedeva da periodi difficili della storia americana, e le sue scelte – comunicative e politiche – hanno messo a repentaglio non solo il benessere, ma la stessa incolumità di milioni di americani, per non parlare di migranti e minoranze. Il 3 novembre 2020, per fortuna, rimarrà la data della fine del suo quadriennio un-American (nonostante i susseguenti infiniti tentativi di sovvertire l’ordine democratico e intestarsi la vittoria). E Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti in pectore, è diventata la prima donna nel suo ruolo, e anche la prima non bianca, in duecentocinquant’anni di storia.

Il lancio di SpaceX che ha cambiato tutto

Un’altra data da cerchiare col pennarello del non è tutto da buttare è il 30 maggio 2020, quando un razzo disegnato e assemblato da SpaceX, la compagnia aerospaziale fondata da Elon Musk, ha stupito il mondo mandando due astronauti americani – Doug Hurley and Bob Behnken – in orbita dalla stessa piattaforma delle leggendarie missioni Apollo degli anni Sessanta. È la prima volta che un’azienda privata porta due astronauti sulla Stazione spaziale internazionale, segnando l’inizio simbolico di una nuova era dell’esplorazione del cosmo: chiamatelo poco, per un anno così disastrato.

(foto: Netflix)

T’oo ricordi, Tiger King?

Un documentario insolito per un anno insolito. Nel corso di un mese, dalla fine di marzo alla fine di aprile, la bizzarra storia del bizzarro Joe Exotic era già stata vista da 64 milioni di persone in tutto il mondo, rendendo il prodotto di Netflix uno dei più fortunati dell’anno, nonché un fenomeno culturale senza pari: il “bifolco dell’Oklahoma con il mullet, omosessuale e poligamo”, per usare le sue stesse parole, e il suo zoo privato lontano dalla civiltà hanno generato una mole impensabile di attenzione al mondo della detenzione illegale dei felini di grossa taglia. E ah, a settembre Carole Baskin ha partecipato a Dancing with the Stars, ovviamente vestita da leone (sì, non c’è di che).

Piccoli passi contro la discriminazione

A giugno la Corte Suprema americana ha sancito che nessuna persona può essere licenziata in base al proprio orientamento sessuale. In Italia la legge Zan sull’omotransfobia ha passato il vaglio della Camera e dovrà essere votata dal Senato per entrare in vigore: colpirà gli atteggiamenti discriminatori verso la comunità lgbt+, le donne e le persone disabili.

“Che succede? Dov’è Bugo?”

Sembra ere geologiche fa, ma la Bughexit è in realtà parte integrante di questo caleidoscopio impazzito chiamato 2020: quanti di noi si sono accorti subito, quasi alle due di una sonnolenta e un po’ noiosa nottata di Festival di Sanremo, che The Artist Formerly Known as Morgan aveva cambiato il testo della canzone che stava cantando col suo partner canoro Bugo, per dileggiarlo direttamente sul palco dell’Ariston? Al solo ricordo sono ancora pervaso dallo stesso senso di infinito provato durante la diretta: bravi a entrambi e grazie, peccato non poter replicare nel 2021.

Giustizia per il sindaco di Ventimiglia

Il 29 settembre il sindaco del comune ligure di Ventimiglia Gaetano Scullino stava venendo intervistato in diretta dall’emittente locale Primocanale. Tema: la sicurezza (o meglio, a voler essere precisi: “chi è che controlla i soliti chiamiamoli furbetti che dimenticano la mascherina”). Quand’ecco che un ribaldo si appropria della giacca del primo cittadino, innocentemente abbandonata su una panchina del lungomare, fuggendo poi a passo lesto. La cosa migliore di questo incredibile video è certamente il siparietto tra la giornalista e Scullino, che senza andare fuori tema rispetto all’intervista riescono a dire: “vi faccio il conto” (lui) e “a me? Eventualmente anche lei stia attento, piuttosto” (lei). Speriamo che a Natale al primo cittadino sia arrivata una giacca nuova.

Abbiamo visto The Office e siamo persone nuove

Ok, tecnicamente non siamo affatto in zona 2020: la serie Nbc prodotta da Greg Daniels è stata trasmessa per la prima volta in tempi ormai lontani, tra il 2005 e il 2013. Però una fortunata – si fa per dire, eh – congiunzione astrale tra la messa online integrale delle sue 9 stagioni su Amazon Prime Video e una pandemia che ci ha chiusi in casa per mesi le ha regalato una seconda giovinezza, diffondendo il Verbo di Michael Scott e Dwight Schrute tra tanti che fino a quest’anno non ne avevano mai ammirato le gesta. Se ci aggiungiamo che la vita da ufficio sembra mantenere intatto lo stesso identico mood di quindici anni fa, quando l’indolente e irrispettosa squadra di Scranton chiama è impossibile non venire. That’s what she said.

Operatori sociosanitari si abbracciano al di fuori dell’ospedale Nyu Langone Health il 7 maggio 2020 (foto: Noam Galai/Getty Images)

La scienza ha battuto un nuovo virus a tempo di record

Un anno fa di questi tempi parlavamo di “polmoniti misteriose” in Cina: sappiamo cos’è successo dopo. L’8 novembre 2020, a pochi mesi dall’inizio dei test clinici di marzo, Pfizer e BioNTech hanno annunciato al mondo che i dati dei trial dimostravano che il loro vaccino era efficace in più di 9 casi su 10: il risultato stupefacente di una corsa globale senza pari nella storia della ricerca scientifica, fatta di collaborazione internazionale e condivisione del sapere in videoconferenza durante giornate di lavoro senza sosta, e una grande conquista della società in cui viviamo. In tempi di ritorno al cosiddetto sovranismo, non è poco.

Il buon anno dell’auto elettrica

Il 10% di tutte le auto vendute nel 2020 sono veicoli elettrici: un incremento di poco meno del 30% rispetto ai dati del 2019. E per il 2021 le stime sono anche più ottimiste: +50%. Considerando che la maggior parte dell’aumento si registra in Europa, abbiamo di che essere fiduciosi: non avverrà domani né dopodomani, ma i combustibili fossili e le relative emissioni inquinanti non saranno con noi per sempre.

La legalizzazione delle droghe leggere ha fatto passi avanti

A novembre negli Stati Uniti non si è votato soltanto per la Casa Bianca e il Campidoglio: diversi stati, sia liberal che conservatori, hanno legalizzato l’uso della marijuana, che ora è legalmente sfruttabile a uso medico in 36 stati, e per fini ricreativi in 15 stati. In Oregon e a Washington ha vinto anche il movimento per la legalizzazione della produzione di psilocibina, la sostanza psicoattiva da funghi che aiuterà a curare la sindrome da stress post-traumatico. E nel resto del mondo la tendenza è altrettanto chiara: l’Argentina ha espanso il suo programma di uso medico della cannabis, e discute di renderla disponibile gratuitamente ai cittadini meno abbienti. Senza contare che le Nazioni Unite, in una decisione storica, hanno votato per rimuovere la cannabis dalla lista delle droghe pericolose, aprendo nuove strade alla ricerca medica.

Rudy Giuliani, legale del presidente Trump, al Four Seasons Total Landscaping il 7 novembre 2020 (foto: Chris McGrath/Getty Images)

Il Four Seasons Total Landscaping: è successo davvero

Come è stato possibile che l’uomo più potente della Terra abbia erroneamente prenotato come sito di una sua conferenza stampa durante le elezioni più importanti della Terra un parcheggio fatiscente nella periferia di Filadelfia? Non chiediamocelo: è il 2020, succede anche questo (e ne nasce anche del meraviglioso merchandising, ovviamente).

The Last Dance

La docu-serie Espn che ha celebrato l’epica sportiva anni Novanta sugli schermi di varie dimensioni di Netflix, allietando i nostri lockdown, è uscita a maggio: abbiamo seguito un signore conosciuto come MJ, e anche Phil Jackson, quel matto di Dennis Rodman, il placido e frustrato Scottie Pippen e il cattivo di turno, il povero general manager Jerry Krause, in una delle grandi estati di San Martino della storia dello sport, il campionato Nba 1997-1998 dei Chicago Bulls. Le interviste inedite, le immagini di repertorio, le storie laterali – Jackson giovane e hippie che va ad allenare a Porto Rico, nella cittadina il cui sindaco aveva appena sparato all’arbitro durante una partita, meriterebbe uno spin-off – la commozione di Jordan e insomma, quelle cose là sul parquet sono certamente una cosa da salvare. E per il 2020 forse, a voler fare il pieno di ottimismo, potrebbe valere proprio quel famoso brocardo di His Airness: “I failed over and over again in my life. And that is why I succeed”.

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[Fonte Wired.it]