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martedì, Set 24

Il 5G può valere fino a 80 miliardi in più di pil per l’Italia


Il calcolo di uno studio per Huawei: in 15 anni un aumento del prodotto interno lordo, che si riduce a 10 miliardi se interverranno ritardi nello sviluppo delle reti

Thomas Miao (CEO Huawei Italia) ed Elena Bottinelli (ad San Raffaele) (foto ufficio stampa)
Thomas Miao (CEO Huawei Italia) ed Elena Bottinelli (ad San Raffaele) (foto ufficio stampa)

Il 5G può avere un impatto positivo sul pil italiano di circa 80 miliardi di euro in 15 anni, grazie a servizi e applicazioni sul sistema economico italiano. Viceversa, l’impatto introdotto dal ritardo ed extra costi nello sviluppo del 5G può essere stimato in almeno 10 miliardi”. Lo afferma il report Ernst & Young sullo sviluppo della rete di ultima generazione in Italia realizzato per Huawei, il colosso delle telecomunicazioni che a Milano ha iniziato uno Smart city tour per illustrare i progetti in corso in sette città italiane. Nell’occasione, Thomas Miao, amministratore delegato di Huawei Italia ed Elena Bottinelli, ad dell’ospedale San Raffaele, hanno firmato un accordo per sviluppare progetti di smart healthcare, in un modello di ospedale “diffuso” all’interno della smart city.

Le prospettive del 5G

Ey stima che le reti mobili di quinta generazione potrebbero coprire il 30% circa della popolazione in Italia entro il 2020, e oltre l’85% entro il 2023, quando saranno attesi almeno 12 milioni di utenti 5G. Questo senza considerare le linee machine-2-machine, associate alle nuove applicazioni dell’internet delle cose. Già entro il 2019, inoltre, secondo i piani di Tim e Vodafone, i servizi 5G saranno attivati in 9 grandi città, 28 comuni dell’area metropolitana milanese, 30 località turistiche e in 50 distretti industriali.

Per raggiungere questi obiettivi gli operatori dovranno investire circa 25 miliardi entro il 2025, tra costi delle licenze e dispiegamento delle reti 5G e in fibra, di cui una parte potenzierà i collegamenti terrestri delle reti mobili. “La disponibilità di reti e servizi 5G può portare a ricadute sul sistema Paese pari a circa lo 0,3% del pil all’anno in media per 15 anni, a partire dal 2020”, afferma il report. Ciò significa un impatto positivo tra 5-6 miliardi di euro all’anno, ossia 80 miliardi in 15 anni. Parallelamente, va considerato anche lo sviluppo parallelo dei dispositivi in alcuni casi già pronti a entrare in commercio. “Entro il 2021 almeno il 50% degli smartphone sarà compatibile al 5G a un costo di 200 dollari di prezzo medio”, è la previsione di Miao.

Antenna radiotelefono Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay
Antenna radiotelefono Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay

L’impatto in caso di restrizioni

Al contrario, una restrizione ad alcuni fornitori extra europei, come previsto dal golden power sulle telecomunicazioni deciso dal governo Conte bis, si tradurrebbe in un ritardo di 12-18 mesi della rete in extra costi per gli operatori di 4-5 miliardi per sostituire le componenti delle infrastrutture e un incremento dei prezzi per la minore competizione tra fornitori. L’impatto sull’economia inoltre, con il conseguente deficit di competitività delle aziende italiane, si tradurrebbe nella perdita di una quota variabile tra 2,9 e 4,3 miliardi di euro del previsto incremento del pil.

Mi fido del governo italiano, è ragionevole che attraverso il golden power voglia accertarsi che l’infrastruttura sia sicura e affidabile. Sono sicuro che la mia compagnia non verrà discriminata – afferma Thomas Miao -. D’altra parte i nostri clienti operatori di telecomunicazioni non possono affrontare 4 miliardi di costi per incertezze e chi sarà leader nel 5G lo sarà anche nell’economia. Un impatto negativo di 10 miliardi sarebbe enorme. Sono sicuro che il governo farà la decisione giusta”.

Lo stand di Huawei al Mobile World Congress di Shanghai (foto: Qilai Shen/Bloomberg via Getty Images)
Lo stand di Huawei al Mobile World Congress di Shanghai (foto: Qilai Shen/Bloomberg via Getty Images)

Come viene usato il 5G

Lo Smart city tour proseguirà a Torino (25 settembre), Genova (1 ottobre), Roma (3 ottobre), Bari (8 ottobre), Matera (10 ottobre) e Cagliari (15 ottobre). In ogni città conferenze e laboratori dimostreranno gli ambiti di applicazione del 5G in sette aree tematiche: salute, smart utility, turismo, educazione, trasporti e porti.

In Cina, per esempio, il 5G viene già utilizzato per comandare macchinari da remoto in una miniera con una velocità dei mezzi raddoppiata da 15 a 30 chilometri orari in media, rispetto alla guida umana. Nel settore manifatturiero, può accelerare le verifiche di “spot check” su qualità e precisione del prodotto, abbattendo i tempi da cinque giorni a pochi minuti nel caso degli smartphone. In ambito broadcasting, l’ultima gara di Dragon Boat è stata trasmessa da China Telecom senza tecnologia satellitare, ma solo con pochi dispositivi connessi alla rete 5G. Grazie a un data rate di 200/300 megabyte al secondo sarà possibile avere tv in definizione 8k e abbattere la latenza da 50 millisecondi a meno di 10 in ambito gaming.

Thomas Miao, CEO Huawei   allo Smart City Tour di Milano (foto Daniele Monaco)
Thomas Miao, CEO Huawei allo Smart City Tour di Milano (foto Daniele Monaco)

L’accordo con il San Raffaele

Sono molti i progetti che, grazie al cloud computing che verrà reso possibile dal 5G, aspettano di entrare nel vivo grazie al programma Smarter and Healthier City siglato fra Huawei e San Raffaele. Si va dalla microcar elettrica che si adatta automaticamente alla postura dell’automobilista, all’healthcare 4.0 in ospedale; dal robot che educa i bambini diabetici a un corretto stile di vita, al carrello intelligente che aiuterà a scegliere il cibo migliore per la nostra dieta al supermercato.

Il 5G sarà una manna – afferma Alberto Sanna, direttore del Centro per le tecnologie avanzate per la Salute e il Benessere del San Raffaele -. Ci permetterà di ridisegnare progetti già realizzati in passato ma che ancora non potevano dare vita a un umanesimo tecnologico per i limiti dell’innovazione. Ora, il cloud computing ci permetterà di entrare nell’era dell’internet delle cose, dei dispositivi wearable, embeddable e della medicina preventiva e predittiva”, che permetteranno agli ospedali di gestire l’impatto di una società sempre più anziana sul Sistema sanitario nazionale, rendendolo più sostenibile.

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