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lunedì, Gen 25

Il brevetto Microsoft per chattare con le persone morte



Da Wired.it :

Grazie ai dati diffusi online si potrà creare un chatbot col quale conversare: un’idea già apparsa in romanzi, film e serie tv

chatbot morti
(Foto: Amazon Prime)

Microsoft ha depositato un brevetto di una non meglio precisata tecnologia che permette di sfruttare i dati diffusi da una determinata persona online spaziando da foto, video e anche messaggi vocali per allestire un chatbot per poterci conversare. Sarebbe qualcosa di molto vicino alla realizzazione di un’idea vista innumerevoli volte su romanzi, film o serie tv per poter estendere in modo digitale il contatto con una persona dopo la sua morte.

La possibilità di poter interagire e conversare con una persona deceduta attraverso un avatar virtuale più o meno aderente alla figura originaria è qualcosa di molto popolare nella fantascienza. Basti citare la pellicola Transcendence del 2014 con Johnny Depp oppure la serie Upload di Amazon Prime o ancora l’episodio Torna da me di Black Mirror.

Dalla simulazione di una personalità via software al trasferimento digitale della coscienza, l’idea di oltrepassare i confini dell’esistenza è già passata da tempo dalla fiction alla realtà. Nel 2005, Ibm ha avviato il progetto Blue Brain per ricostruire il funzionamento del cervello, partendo da quello di un topo.

Il brevetto di Microsoft scovato da The Indipendent, si basa sull’impronta digitale lasciata da un utente online per poter creare un chatbot – un software che simula la conversazione con un essere umano – non solo con persone morte, ma anche con persone vive oppure di fantasia. Basta avere accesso a informazioni sufficienti per poter personalizzare il chatbot, insomma.

Un approccio meno drastico rispetto a quello dei già citati esempi cinematografici e, dunque, anche moralmente meno controverso. C’è anche la possibilità di lavorare al proprio chatbot per creare una versione sempre più vicina alla realtà (o all’idea che se ne ha), così come associare una rappresentazione visiva 3d per ancora più coinvolgimento.

La digitalizzazione della coscienza sarà una tematica sempre più presente nei prossimi decenni, così come la possibilità di collegare l’attività cerebrale ai computer, come visto col progetto Neuralink promosso da Elon Musk.

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[Fonte Wired.it]