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Da Wired.it :

A seguito di una serie di furti da parte di un membro dello staff, il British Museum di Londra, il più grande museo di oggetti d’arte al mondo, ha annunciato che digitalizzerà la sua collezione nel tentativo di documentare le sue proprietà e renderle note al pubblico. Il progetto durerà circa cinque anni, secondo un comunicato stampa diffuso dal museo perché l’enorme collezione del museo comprende almeno 8 milioni di oggetti, ma di cui solo 80.000 sono esposti al pubblico.

Nel corso dell’audizione parlamentare del 18 ottobre, Mark Jones, attuale direttore ad interim del museo, ha assicurato che sono state prese misure sostanziali per migliorare la sicurezza e che non dovrebbero più verificarsi furti di questa portata. “Abbiamo cambiato le regole di accesso alle camere blindate: ora non c’è nessuno a cui è consentito entrare da solo”. Tuttavia, ha sottolineato che è fondamentale aumentare la fruizione della collezione, rendendola più accessibile al pubblico. Jones ha evidenziato che una collezione condivisa e frequentemente utilizzata è più facile da proteggere, in quanto eventuali mancanze possono essere rilevate in modo tempestivo.

La digitalizzazione

In questa direzione, è stato proposto un ambizioso piano di digitalizzazione dell’intera collezione del museo, che implicherà l’upload o l’aggiornamento di 2,4 milioni di documenti. Secondo il nuovo direttore una delle ragioni di questo piano è che, data la vastità dell’attuale collezione, è praticamente impossibile tenere tutto sotto controllo. La digitalizzazione del catalogo, allora, renderà più semplice identificare e rintracciare gli oggetti rubati. Jones ha ammesso che si tratta di un compito notevole, ma ha evidenziato che la maggior parte del lavoro è già stata completata e che questo processo innovativo consentirà alle persone in tutto il mondo di esplorare e utilizzare questa straordinaria risorsa in molteplici modi.

I furti al museo

Negli ultimi mesi il British Museum, era stato scosso da un “colpo interno” che ha portato al furto di circa 2.000 preziosi manufatti della sua collezione. Durante un’audizione presso la commissione cultura del parlamento inglese, George Osborne, presidente degli amministratori fiduciari dell’istituzione, ha svelato che il furto è stato perpetrato da una figura interna al museo, la quale ha commesso i suoi crimini “nel corso di un lungo periodo e che dopo essere stato identificato è stato immediatamente licenziato. Già alla fine di questa estate alcune teste britanniche hanno riferito che il dipendente licenziato in questione era Peter Higgs, curatore senior di arte greca, sebbene il museo non abbia confermato l’identità dell’ex lavoratore e i parenti di Higgs abbiano negato il suo coinvolgimento. L’imbarazzante incidente ha portato alle dimissioni anticipate dell’allora direttore Hartwig Fischer, che ha riconosciuto la colpa da parte del museo per non aver risposto adeguatamente a una soffiata del 2021 sugli oggetti rubati, alcuni dei quali erano stati caricati su eBay.

Tra gli oggetti sottratti figurano gioielli risalenti all’epoca greca e romana, tra cui anelli d’oro, orecchini e gemme incastonate in anelli. Osborne ha anche annunciato che gli oggetti rubati che sono già stati recuperati, circa 350 pezzi della collezione antica, saranno presto visibili dal pubblico in una nuova mostra. Ma il museo ha anche lanciato una linea diretta pubblica per richiedere assistenza nella localizzazione degli oggetti mancanti.

La polemica

Secondo alcune istituzioni museali il modello di conservazione delle opere di matrice Ottocentesca, su cui si basa il British Museum, andrebbe superato perché privilegia la conservazione dell’arte rispetto all’accesso al pubblico, generando anche diverse falle nella sicurezza. Sulla scorta di questo e altri furti (in Italia sono stati 287 solo nel 2020) i critici sostengono che i musei moderni dovrebbero avere meno pezzi, ma più accessibili e controllabili, in modo da potersi concentrare sulla promozione del patrimonio culturale e sulla valorizzazione di tutto il materiale in loro possesso. L’accumulo indiscriminato di opere d’arte, infatti, potrebbe causare problemi di sicurezza, minando la salvaguardia della conservazione.



[Fonte Wired.it]