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lunedì, Mag 08

Il centrodestra europeo respinge le leggi a favore dell’ambiente

da Hardware Upgrade :

Venerdì il Partito Popolare Europeo [PPE], che fa parte del più grande gruppo legislativo del Parlamento europeo, si è opposto a due delle principali politiche dell’UE a protezione dell’ambiente, sostenendo che la loro approvazione danneggerebbe il settore agricolo europeo.

Il PPE detiene il maggior numero di legislatori di qualsiasi gruppo al Parlamento europeo, pari a 176 sui 705 membri totali dell’assemblea: un peso politico importante, che minaccia di respingere in blocco le due normative se non si dovesse trovare un punto di incontro e se altri partiti dovessero unire la propria voce.

Sul banco degli imputati, la proposta di legge dell’UE che impone agli Stati membri di ripristinare gli ecosistemi naturali danneggiati e il disegno normativo per dimezzare l’uso di pesticidi chimici entro il 2030.

“In troppe regioni o Stati membri l’attuazione della legislazione sulla natura esistente ha portato a un incubo burocratico e a un blocco della pianificazione, mettendo in pericolo la sicurezza alimentare, la produzione di energia rinnovabile, di infrastrutture cruciali e molto altro”, si legge nella risoluzione presentata dal PPE e visionata da Reuters.

All’interno del documento, il partito di centrodestra ha anche rivolto alla Commissione Europea un’esortazione a rivedere le proprie priorità, aiutando prima gli Stati membri ad affrontare i “problemi causati dalle attuali leggi europee sulla natura” e definendo gli obiettivi proposti per limitare l’uso dei pesticidi “semplicemente infattibili” per gli agricoltori.

La posizione dell’Europa.

Dall’altra parte, la Commissione ha ricordato come sia fondamentale ripristinare la salute del suolo e degli habitat per proteggere i mezzi di sussistenza degli agricoltori e rallentare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici, come la siccità.

L’Unione ha anche sottolineato come, ad oggi, la popolazione degli impollinatori – essenziali per la vita sul Pianeta – risulti in forte declino sia per l’uso massiccio e indiscriminato dei pesticidi, sia a causa degli allevamenti intensivi.

Uno dei suoi portavoce, che ha rifiutato di commentare la risoluzione del PPE, ha affermato che lavorerà con i legislatori e i paesi dell’UE per affrontare le questioni sollevate.

“La necessità di ridurre l’uso e il rischio dei pesticidi chimici è scientificamente chiara. Non agire abbastanza velocemente ora, avrà effetti a lungo termine e potenzialmente irreversibili sulla nostra sicurezza alimentare in futuro”.

L’Unione Europea aveva avanzato queste proposte nel Giugno del 2022, con Virginijus Sinkevicius, a capo della politica ambientale comunitaria, che aveva dichiarato a Reuters gli obiettivi delle due norme.

Ripristinare gli habitat naturali in almeno il 20% del territorio dell’UE entro il 2030 e in tutti gli ecosistemi degradati entro la metà del secolo e dimezzare l’uso dei pesticidi entro la fine del decennio – totalmente vietati in luoghi sensibili come parchi pubblici e aree protette – per preservare e tutelare la fauna locale, con particolare attenzione per gli impollinatori.

Lo scorso anno la stessa Commissione europea aveva riconosciuto gli studi che dimostrano che un calo significativo dell’uso di pesticidi potrebbe portare a rese inferiori e prezzi alimentari più elevati.

In quella occasione, però, aveva a sua volta sottolineato l’attuale disponibilità di nuove tecniche che possono sostituire efficacemente i prodotti chimici senza ridurre la produzione agricola.

Le norme sui pesticidi, qualora approvate, sostituirebbero l’attuale e più permissiva legge andando a correggere i danni derivati dalla sua applicazione “in modo incoerente” in tutta l’UE che ha contribuito a portare la maggior parte degli habitat e delle specie protette in Europa a uno stato di conservazione negativo, con 1/3 delle specie di api e farfalle in forte declino.

Natura Europa

“Niente può sostituire i servizi ecosistemici che forniscono gli oceani, i nostri suoli o le nostre foreste”, ha detto Sinkevicius in un’intervista sulla proposta di ripristinare gli habitat naturali, che sarebbe la prima legge di questo tipo promulgata all’interno dell’Unione Europea.

Il disegno di legge stabilisce obiettivi vincolanti per aumentare le popolazioni di uccelli nei terreni agricoli, invertire il declino degli impollinatori e ripristinare il corso naturale di 25.000 km di fiumi entro il 2030 e contrastare l’agricoltura intensiva, la silvicoltura e l’urbanizzazione, ree di aver alimentato il degrado degli habitat naturali.

Sinkevicius ha affermato che la crisi alimentare globale è stata causata interamente dalla Russia che ha bloccato l’esportazione di milioni di tonnellate di grano ucraino, di fatto tentando di affamare l’Europa; ritardare l’approvazione di misure atte a fermare il degrado dell’ambiente europeo finirebbe per ridurre le capacità agricole dell’Europa stessa.

“Se perdiamo la fertilità del suolo, se l’erosione e il degrado del suolo continuano, questo avrà un impatto importante sulla nostra produzione agricola”, ha affermato, sottolineando come l’erosione del suolo costi all’Europa circa 1,2 miliardi di euro all’anno sotto forma di calo di produzione agricola.

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