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sabato, Mag 22

Il conflitto in Israele e sulla striscia di Gaza si osserva sui social



Da Wired.it :

Da Instagram a Twitter, passando per Snapchat e TikTok, oggi le informazioni sul conflitto in Israele arrivano dai social network.

La guerra in Israele sui social - Snapchat
(immagine: Snapchat)

La Prima e la Seconda guerra mondiale vennero annunciate attraverso titoli a nove colonne sui quotidiani dell’epoca. Le notizie sulla guerra del Golfo e sui conflitti in ex Jugoslavia si sono diffuse con delle immagini in diretta televisiva. Oggi, sono i social network a raccontare ciò che sta succedendo in Israele. Mentre i combattimenti tra soldati israeliani e militanti palestinesi sembrano finalmente vicini a una tregua, Instagram, Twitter e persino TikTok e Snapchat sono diventati il punto di riferimento per chi vuole informarsi sul conflitto. Con la giusta accortezza e prestando attenzione a fake news e alla data dei video online, i social network sono un utile strumento per restare aggiornati sulla situazione in Israele.

Snap Map, mappe interattive di Gaza

Fra i social network da seguire durante il conflitto israeliano si è fatto notare Snapchat grazie ad aggiornamenti costanti e in diretta. In particolare la sezione Snap Map, che attraverso una mappa interattiva permette di visualizzare le storie postate nella location prescelta, ha reso possibile osservare da vicino la vita quotidiana nei luoghi del conflitto. Selezionando sulla cartina la città di Gaza ad esempio, è possibile con un click osservare i palazzi distrutti dai razzi israeliani nei giorni di guerriglia. Eppure basta sfogliare la storia successiva o spostare l’icona sulla mappa di qualche centimetro per vedere cittadini palestinesi intenti a bere tè in un bar oppure un utente mettere in mostra il proprio gatto. La varietà dei post può sembrare inappropriata all’inizio, ma finora non era mai stato possibile scoprire come procede la routine dei normali cittadini durante un conflitto.
Allargando Snap Map fino a Tel Aviv, ecco le stories dei cittadini israeliani: qui la guerra sembra meno in primo piano e aumentano i video di serate all’aperto o di ritrovi in spiaggia. Il sistema di localizzazione di Snapchat permette di accertarsi che i filmati provengano realmente da quella zona e che non siano del passato.

Instagram e Twitter in Israele

Sugli altri social network più famosi, sono gli hashtag a svolgere un ruolo informativo. Se quelli più utilizzati e generici come #GazaUnderAttak e #Israel possono essere popolati soprattutto da materiale proveniente dall’estero, gli hashtag in lingua ebraica o araba offrono una visione maggiormente localizzata delle vicende di Gaza. Costantemente in tendenza negli ultimi giorni nel mondo arabo è فلسطين_تنتصر, ovvero “Palestina vittoriosa”: in mezzo ai contenuti di propaganda non è difficile trovare video recenti e scoprire i dettagli della vita a Gaza oggi.

Gli utenti di TikTok, così come quelli di altri siti di social media come Facebook, Instagram e Twitter, stanno usando l’hashtag #SaveSheikhJarrah per raccontare le vicende del quartiere palestinese di Gerusalemme. Inoltre sono alcuni canali verificati a dettare le tendenze locali sui social: un video condiviso dal politico israeliano Ayman Odeh in cui si vedono cittadini con la kippah esultare per un incendio vicino la moschea di Al-Aqsa è stato visto 14 milioni di volte. Quello postato dal canale Muslim su TikTok che mostra l’inizio dei bombardamenti a Gaza ha raggiunto la cifra record di 40 milioni di view.

È importante seguire giornalisti verificati e account contro le fake news che provano a fare chiarezza su quanto succede in Israele. Fra questi spicca Fake Repoter, che quotidianamente si impegna a smascherare le notizie false e a indicare quali account social non sono attendibili. Anche in questo caso la lingua utilizzata è l’ebraico ma grazie alle traduzioni automatiche offerte dai browser e dagli stessi social network non è difficile comprendere i messaggi. Proprio per la gravità di un avvenimento come la guerra, anche una semplice navigazione sui social richiede attenzione e la volontà di risalire ai fatti originali e verificati. Non un semplice scrolling quindi, ma un utilizzo più maturo e consapevole dei social network, così da rendere queste innovazioni uno strumento utile e divulgativo per osservare e provare a capire i conflitti nell’era di internet.

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[Fonte Wired.it]