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martedì, Lug 07

Il coronavirus potrebbe causare problemi al cervello dei bambini



Da Wired.it :

Sebbene la maggior parte non sviluppi una forma grave della malattia, alcuni bambini potrebbero essere a rischio di sviluppare una sindrome infiammatoria secondaria, che provoca danni al cervello

coronavirus
(Foto: Kelly Sikkema/Unsplash)

In alcuni bambini il nuovo coronavirus può causare problemi neurologici. A evidenziarlo sono stati i ricercatori del Great Ormond Street Hospital for Children, a Londra, che in un piccolo studio appena pubblicato sulla rivista Jama Neurology, hanno osservato che se da una parte i più piccoli sembrano essere in parte risparmiati dalla Covid-19, dall’altra possono essere invece più vulnerabili a un danno secondario al cervello, riconducibile probabilmente alla sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica.

Per capirlo, i ricercatori hanno monitorato 27 bambini affetti dal nuovo coronavirus. Di questi, 4 bambini riportavano sintomi neurologici, come encefalopatia, mal di testa, difficoltà a parlare e deglutire, debolezza muscolare, riflessi ridotti e danni al corpo calloso, la regione del cervello che aiuta i due emisferi a comunicare tra loro, ma nessun disturbo legato all’apparato respiratorio (sintomo molto comune associato alla Covid-19). Dei 4 bambini, che hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva, 2 sono stati dimessi dall’ospedale in meno di un mese, mentre gli altri 2 avevano ancora bisogno dell’assistenza di una sedia a rotelle a causa della debolezza muscolare degli arti inferiori al termine dello studio. “I bambini affetti dalla Covid-19 possono presentare nuovi sintomi neurologici che coinvolgono il sistema nervoso centrale e periferico, in assenza di sintomi respiratori, scrivono i ricercatori. “Il miglioramento neurologico, tuttavia, è stato osservato in tutti i pazienti, con due bambini che hanno mostrato una ripresa completa entro la fine dello studio”.

Il perché alcuni bambini sviluppino questi sintomi è ancora un mistero. Secondo le ipotesi degli esperti queste manifestazioni neurologiche sarebbero riconducibili alla sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica, causata da una risposta immunitaria debilitante simile a quella che si osserva per la sindrome di Kawasaki, rara condizione infiammatoria che coinvolge i vasi sanguigni, osservata già con qualche variante nei giovani affetti dal nuovo coronavirus. Come vi avevamo raccontato, infatti, uno studio italiano pubblicato sul Lancet aveva evidenziato un numero più elevato rispetto agli anni scorsi di casi di bambini con sintomi che ricordavano quelli di questa malattia infiammatoria (anche se per dimostrare l’associazione tra coronavirus e sindrome di Kawasaki serviranno più dati). Tuttavia, come ha precisato l’Istituto superiore di sanità, “questa sindrome sembrerebbe condividere alcune caratteristiche cliniche con la malattia di Kawasaki ma, secondo le indicazioni dell’European Centre for Disease Prevention and Control e della World Health Organization, si tratta di una forma clinica che va differenziata dalla malattia di Kawasaki e che è ancora in via di definizione”.

La maggior parte dei bambini affetti dal nuovo coronavirus non sviluppa una forma grave della malattia e ha meno probabilità di manifestare i sintomi simil-influenzali osservati invece nei pazienti adulti. Tuttavia, questa ultima indagine evidenzia che anche i più piccoli possono essere esposti a complicanze neurologiche associate alla Covid-19, come gli adulti. In un recente studio, per esempio, è emerso che nei pazienti adulti le manifestazioni neurologiche (anche tardive) più diffuse erano: mal di testa, dolori muscolare alla testa, perdita dell’olfatto, ictus, ma anche problemi psichiatrici e disturbi dell’umore. “I bambini possono essere ad alto rischio di una sindrome infiammatoria secondaria che provoca danni al corpo calloso, area che aiuta i due emisferi del cervello a comunicare tra loro”, si legge nello studio. “Saranno ora necessarie ulteriori ricerche per valutare l’associazione dei sintomi neurologici con i cambiamenti immuno-mediati tra i bambini con la Covid-19”.

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[Fonte Wired.it]