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venerdì, Nov 20

Il coronavirus Sars-Cov-2 circolava in Italia già prima dell’allarme lanciato dalla Cina sì o no?



Da Wired.it :

Uno studio della Sapienza non ha trovato tracce del coronavirus nei tamponi di pazienti con sindromi respiratorie acute gravi prima dello scoppio ufficiale della pandemia, ma comunque non dimostra che il virus non stesse già circolando

coronavirusSono passati solo pochi giorni dalla notizia che l’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano ha trovato anticorpi specifici contro Sars-Cov-2 in persone provenienti da tutta Italia ben prima che la Cina desse l’allarme e che la pandemia si rivelasse, ed ecco che un altro studio italiano, stavolta della Sapienza, dice che no, il coronavirus – almeno a Roma – non circolava prima del febbraio 2020. Chi sta sbagliando, allora? Nessuno, o forse entrambi. Vediamo di capirci qualcosa.

Roma città libera?

Lo scopo dei ricercatori dell’università Sapienza era quello di valutare la prevalenza del coronavirus Sars-Cov-2 tra i pazienti affetti da sindrome respiratoria acuta grave (Sari) arrivati al pronto soccorso di un ospedale universitario di Roma tra il primo novembre 2019 e il primo marzo 2020.

Di 1.208 pazienti con forme simil-influenzali, scrivono i ricercatori, solo 166 corrispondevano alla definizione di Sari e sono stati sottoposti a tampone per risalire alla causa dell’infezione: in 52 casi i test di laboratorio hanno confermato che i patogeni responsabili erano virus influenzali (26 di tipo A, 25 di tipo B e 1 positivo per entrambi).

Dal momento che il 17% del campione totale aveva un quadro (di laboratorio e radiologico) compatibile con quello dei pazienti Covid, gli scienziati sono andati a analizzare nuovamente i campioni biologici conservati alla ricerca del virus Sars-Cov-2. Trovarlo avrebbe voluto dire che il coronavirus circolava sicuramente a Roma ben prima del febbraio 2020. Il metodo dell’Rt-Pcr, però, non ha dato nessuna positività.

Questione di metodo

Ma quindi chi ha ragione? È più affidabile l’indagine dell’Int o quella della Sapienza? La realtà è che per il momento non ci sono abbastanza dati e abbastanza conferme per stabilirlo.

Come vi avevamo raccontato in dettaglio qui, l’indagine dell’Int è stata criticata da alcuni esperti che hanno sollevato dubbi sull’affidabilità del metodo di analisi utilizzato (i ricercatori milanesi e senesi hanno poi risposto alle critiche in una conferenza stampa ribadendo la qualità dei loro risultati). Metodo che ricercava anticorpi specifici nel sangue e che non è lo stesso impiegato dai ricercatori romani, che invece hanno analizzato a posteriori i tamponi naso-faringei dei pazienti pervenuti al pronto soccorso alla ricerca del materiale genetico del virus.

Dato che l’analisi del tampone con Rt-Pcr è il metodo d’elezione riconosciuto dall’Oms come l’unico per la formulazione della diagnosi di Covid-19, qualche esperto ritiene che l’indagine della Sapienza sia fatta meglio o quantomeno che prima di saltare a conclusioni affrettate sulle tempistiche di circolazione del coronavirus si sarebbero potute svolgere altre verifiche.

Tessere sparse di un grande mosaico

Attenzione però: lo studio della Sapienza non dice che il virus non circolasse in Italia, e in particolare nel Nord, prima dell’ufficialità del febbraio 2020 – che anzi è un’ipotesi che la maggior parte dei nostri esperti ritiene probabile. Anche questa ricerca, che interessa un piccolo campione di popolazione in un singolo ospedale romano, è solo un tassello di un puzzle molto complesso, che probabilmente impiegheremo ancora diverso tempo a risolvere.

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[Fonte Wired.it]