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Il ddl Spazio è legge, il governo Meloni apre i nostri cieli ai satelliti di Elon Musk

da | Giu 11, 2025 | Tecnologia


Il ddl Spazio è legge. Il Senato ha votato lo stesso testo approvato alla Camera senza apportare modifiche. Il governo Meloni apre di fatto in nostri cieli a SpaceX, la società di Elon Musk che controlla la flotta satellitare Starlink. La legge sullo spazio è stata uno dei fronti su cui si è consumato lo scontro tra i partiti di maggioranza e quelli di opposizione, che accusano l’esecutivo di voler favorire “l’amico americano”. Un’accusa che Palazzo Chigi respinge con forza, bollando come “ingiustificate” le critiche al provvedimento.

La maggioranza: “Lo spazio aspettava di essere regolamentato dal 1967”

Lo Spazio – sostiene il senatore di Fratelli d’Italia Bartolomeo Amidei, componente la commissione Industria del Senato – era diventato qualcosa da regolamentare sin dal 1967 con una specifica risoluzione dell’Onu con la quale si permetteva a tutti gli Stati di addentrarsi nelle esplorazioni senza poter in questo campo esercitare la sovranità nazionale. È un provvedimento mirato a toccare argomenti concreti della nostra economia per cui si fa veramente fatica a comprendere le ragioni di critica esternate dall’opposizione. È un disegno di legge completo, organico, che finalmente regolamenta un settore nell’interesse dell’Italia e degli italiani”.

Le critiche delle opposizioni al ddl Spazio

L’articolo della legge più contestato dalle minoranze è il 25, che prevede la creazione di una “riserva di capacità trasmissiva nazionale”, gestita da operatori privati, in caso venisse meno la copertura di rete garantita dai gestori nazionali. Tradotto, qualora per qualche motivo (conflitti, calamità naturali o altro) saltassero le comunicazioni, l’Italia si appoggerebbe ai satelliti di società private, anche extra Ue, per ristabilire le comunicazioni di comparti strategici, compresa la Difesa. E al momento, l’unico soggetto in grado di garantire tale servizio è proprio l’azienda di Elon Musk, malgrado una serie di realtà europee stiano cercando di bruciare le tappe per diventare competitive.

Giorgia Meloni e Elon Musk al premio dell'Atlantic Council

La vicepresidente con delega alle vendite dell’azienda spaziale Stephanie Bednarek parlerà a un panel organizzato da ministero della Difesa e Aeronautica il 9 maggio. E Casu (Partito democratico) presenta un’interrogazione. “A quale titolo partecipa?”

A mettere in allarme le minoranze, nei mesi scorsi, alcune dichiarazioni dello stesso Musk, che era arrivato a minacciare l’Ucraina di interrompere la connessione con Starlink (fondamentale per la difesa del Paese invaso) in caso di mancato accordo con l’amministrazione del presidente Donald Trump sulle terre rare e sul piano di pace statunitense. Da allora sembra passato un secolo: la rottura tra il presidente Usa e il miliardario sudafricano che lo ha aiutato a ritornare alla Casa Bianca, a suon di minacce reciproche e post cancellati, è destinata a cambiare i rapporti tra Space X e i governi “amici” della nuova amministrazione statunitense.

In Italia, l’idea di cedere alla società di Musk una serie di asset strategici inizia a non convincere più neanche molti esponenti del governo guidato da Giorgia Meloni, a cominciare dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che prende tempo. E così, a sponsorizzare Musk senza alcun ripensamento è rimasta la Lega di Matteo Salvini, che in qualità di ministro dei Trasporti ha recentemente lanciato una sperimentazione che porterà la “tavoletta” si Starlink sulla tratta Roma-Milano dell’alta velocità.

Questo testo – ha detto Enrico Borghi, senatore di Italia Viva e componente del Copasir, rivolgendosi ai banchi del governo – non produrrà effetti perché è stato scritto durante la luna di miele tra Trump e Musk. Ora che tutto questo è saltato, e che siete presi nella luna di fiele, questo sarà buono solo per andare in tv a dire che si è fatto qualcosa, ma farà fare passi indietro al Paese in un campo, quello dell’aerospazio, sul quale l’Italia è all’avanguardia e avrebbe bisogno di ben altro”.

Trump e Musk

Le lite via social tra il presidente americano e l’imprenditore è il culmine di un repentino deterioramento del loro rapporto, dietro cui si celano diverse ragioni

A fargli eco la collega Silvia Fregolent.Il ddl Spazio – spiega la senatrice renziana a Wiredè assolutamente insufficiente. Nel settore spaziale l’Italia è da anni all’avanguardia con il Piemonte capofila. L’aerospazio rappresenta un asset strategico per l’intero Paese, con commesse garantite per i prossimi dieci anni. Eppure, in questa delega al governo, le nostre industrie vengono penalizzate proprio laddove dovremmo invece rafforzarle. Non si tratta di uno scontro con gli altri Paesi europei – noi siamo parte integrante del sistema spaziale europeo, con collaborazioni e commesse condivise – ma del rischio concreto di lasciare campo libero a soggetti esterni, come nel caso di Starlink. Davvero vogliamo affidarci ancora una volta a Elon Musk, proprio nel momento in cui anche gli Stati Uniti ne prendono le distanze?“.

Decisamente più tranchant il commento del deputato del Partito Democratico, Andrea Casu; sono a sua prima firma i due emendamenti che portarono a una mezza rottura tra Fratelli d’Italia e Andrea Stroppa, l’uomo di Elon Musk in Italia: le modifiche approvate prevedono che sia garantita la “sicurezza nazionale” nell’affidamento degli appalti alle società private e che vi sia “un adeguato ritorno industriale per il sistema Paese”. Bocciato un terzo emendamento, sempre a firma Casu, che limitava la possibilità di accesso alla riserva di capacità trasmissiva nazionale a soggetti appartenenti all’Unione europea, e solo “in caso di comprovata impossibilità all’Alleanza atlantica” a soggetti extra Ue. “Nei giorni scorsi – spiega Andrea Casu a WiredMusk ha attaccato frontalmente Donald Trump alludendo a una serie di informazioni riservate che lo riguardano, ma il governo Meloni continua comunque a perseguire l’idea malsana di affidargli le chiavi delle nostre comunicazioni strategiche. Che uso potrebbe farne un uomo che non esita nemmeno a colpire il Presidente degli Stati Uniti d’America che ha votato e contribuito ad eleggere?”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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