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giovedì, Ott 31

Il discorso di Obama contro gli attivisti da social network


In un discorso molto condiviso, l’ex presidente ha esortato a non dividere il mondo sempre e soltanto in buoni e cattivi: “È pieno di ambiguità”, ha spiegato, e servono compromessi

Barack Obama (foto: Scott Olson/Getty Images)

Barack Obama, uno dei leader politici più apprezzati dell’ultimo, è tornato a far parlare di sé per un intervento che ha fatto il giro del mondo. In un’intervista rilasciata durante un incontro alla sede della Obama Foundation, la no-profit che l’ex presidente ha fondato insieme alla moglie Michelle dopo aver concluso il suo mandato alla Casa Bianca, l’ex presidente degli Stati Uniti ha fatto un discorso su un tema molto complesso e determinante per la contemporaneità: il rivolgersi a chi la pensa diversamente, a cominciare dal luogo principe dove questo avviene ogni giorno, i social network. Obama ha detto che molte persone – specialmente le più giovani e idealiste – sbagliano quando pensano che per cambiare le cose sia essenziale non scendere mai a compromessi con quel che criticano, per mantenere intatta la loro purezza ideologica.

Attaccare un’altra persona su Twitter perché ha detto qualcosa di sbagliato e non ha declinato un verbo in modo corretto è molto semplice, ha detto il presidente, ma non produce risultati. “Se vi limitate a scagliare pietre, non andrete molto lontano: non è attivismo, questo”.

Obama ha invitato le persone a dimostrare una mentalità più flessibile e a non vedere il mondo inequivocabilmente tutto bianco o tutto nero, perché in realtà è “pieno di ambiguità”, ed è proprio in queste pieghe che si capiscono le necessarie sfumature: “necessarie” anzitutto per noi, perché chi critichiamo può avere torto marcio, ma ha qualcosa in comune con noi, che ci riguarda. E prima impareremo a riconoscerlo come nostro simile – ancorché in errore – prima smetteremo di esacerbare i conflitti.

Questa idea di purezza ideologica, il fatto che non si debbano mai fare compromessi, tutte queste cose, beh, dovreste superarle rapidamente. Il mondo è un casino. È pieno di ambiguità”, ha detto l’ex presidente degli Stati Uniti. “Le persone che fanno cose giuste hanno dei difetti e quelle con le quali vi scontrate amano i loro figli, hanno alcuni aspetti in comune con voi”.

Obama ha intervallato il suo discorso con una serie di battute molto brillanti e di imitazioni, ma a conquistare il pubblico è stato, ovviamente, il messaggio a monte: molti ci hanno visto una cortese ma dura accusa a una parte importante dell’elettorato che l’ha sostenuto; attivisti che – dal #MeToo, con le sue relative ricadute nell’industria cinematografica e nella cultura di massa, ai detrattori di Trump più impegnati nell’attivismo online e offline – spesso si concedono di dividere il mondo in buoni e cattivi non prevedendo eccezioni, combattendo senza esclusione di colpi i nemici percepiti e finendo, paradossalmente, per assomigliare a chi fa lo stesso dall’altra parte delle barricate (cioè a quell’alt-right che ha ribattezzato queste persone social justice warriors).

Le parole di Obama, ovviamente, hanno fatto comodo – e sono state apprezzate – anche dai media e dall’elettorato repubblicano. L’opinionista di Fox News – l’emittente statunitense molto vicina a Donald Trump – Tomi Lahren è arrivato persino a dire che Obama è “la voce della ragione”.

 

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