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martedì, Dic 29

Il dramma dei migranti bloccati al freddo e perseguitati al confine fra Croazia e Bosnia



Da Wired.it :

Numerose organizzazioni umanitarie internazionali hanno denunciato le deplorevoli condizioni di vita in cui sono cotretti a vivere circa 3mila rifugiati nel nord-ovest della Bosnia-Erzegovina, costretti a dormire all’addiaccio in mezzo alla neve da giorni

(foto: Amar Mehic/Anadolu Agency via Getty Images)

Sono circa 3mila i migranti e rifugiati provenienti da Siria, Afghanistan, Pakistan, che da settimane dormono in edifici abbandonati e campi improvvisati, avvolti solo in coperte e sacchi a pelo, esposti alle gelide temperature invernali nel nord-ovest della Bosnia-Erzegovina. Lo ha denunciato Peter van der Auweraert, capo della missione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) stanziata nel paese balcanico, il quale ha parlato del pericolo di una vera e propria “catastrofe umanitaria”, e ne parlano diversi giornali nazionali e internazionali.

La neve è caduta, le temperature sono sotto lo zero, nessun riscaldamento, niente di niente”, ha twittato van der Auweraert. Più di 1000 di questi migranti rimasti bloccati in mezzo alla neve vivevano nel fatiscente campo di Lipa – sprovvisto di tutto, a partire dai servizi igienici, e sovrappopolato – presso la città di Bihać, a pochi chilometri dal confine con la Croazia. La scorsa settimana però il campo è stato devastato da un incendio appiccato da alcuni dei rifugiati stessi, in segno di protesta dopo che erano stati costretti a lasciare la tendopoli senza alcuna rassicurazione per la loro incolumità. Sottoposto ad ampie critiche da parte della comunità internazionale per le sue deplorevoli condizioni di vita (mancavano inoltre sia elettricità che acqua corrente), Lipa è stato infatti chiuso dalle autorità bosniache “per farne un centro di accoglienza stabile di migranti”, dal momento che era stato allestito come “misura temporanea” solo l’estate scorsa.

Il previsto trasferimento degli sfollati di Lipa in un altro campo nel centro abitato di Bihać al momento è rimasto in sospeso, anche a causa delle proteste xenofobe da parte di attivisti di estrema destra, spesso mescolati alla popolazione locale, spronata a prendere parte a spedizioni punitive contro i risiedenti del centro. Le autorità bosniache non sono riuscite ancora a trovare delle nuove sistemazioni per i rifugiati, a cui si aggiungono circa altri 2mila profughi della rotta balcanica che già da tempo vagano nella zona per tentare di oltrepassare la frontiera con la Croazia e proseguire il viaggio verso l’Europa occidentale.

Una dichiarazione congiunta rilasciata da diverse organizzazioni umanitarie, tra cui il Consiglio danese per i rifugiati, l’Unhcr e l’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, ha esortato la Bosnia a trovare in tempi brevi una soluzione alternativa. “Le strutture ancora esistenti nel luogo non sono sicure e rischiano di crollare, poiché le nevicate continuano. Senza riscaldamento nel sito, congelamento, ipotermia e altri gravi problemi di salute sono già stati segnalati da coloro che sono rimasti bloccati sul posto”, afferma il comunicato.

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[Fonte Wired.it]