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giovedì, Mar 14

Il fascino del Pi greco nella cultura, da Darren Aronofsky a Kate Bush



Da Wired.it :

Il 14 marzo si svolge una festività unica nel suo genere: il Pi Greco Day. Questa giornata è dedicata alla celebrazione di una delle costanti matematiche più affascinanti e misteriose: il numero π. Questo simbolo, che indica il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro, è comunemente approssimato a 3,14. Tuttavia, la sua vera natura è ben più complessa, estendendosi in una sequenza infinita di cifre decimali che non presentano alcuna ripetizione. La storia di π affonda le radici nell’antichità, con riferimenti e studi che si perdono nella notte dei tempi. Il nome “Pi greco” proviene dal termine greco “περιφέρεια”, che significa “circonferenza”. Dal punto di vista matematico, π è riconosciuto come un numero irrazionale, una realtà confermata da Johann Heinrich Lambert, filosofo e matematico, nel XVIII secolo. Inoltre, π è un numero trascendente, caratterizzato da una serie infinita di cifre decimali prive di qualsiasi schema prevedibile. Nonostante l’approssimazione standard di π sia 3,14, l’innovazione negli algoritmi ha permesso di scoprire fino a 62 bilioni di cifre decimali di π, un’impresa realizzata da un gruppo di ricercatori svizzeri in 108 giorni.

Le antiche civiltà erano consapevoli dell’importanza di π, come dimostrano le stime dei babilonesi e degli egizi. Gli antichi Babilonesi e Egizi avevano già una comprensione approssimativa di Pi greco, che calcolarono il suo valore rispettivamente in 3,125 e 3,16. Persino la Bibbia menziona π, proponendo un valore approssimativo di 3. Fu Archimede di Siracusa a fornire uno dei primi calcoli accurati, situandolo tra 3,1408 e 3,1429 mediante l’utilizzo di poligoni regolari. Da allora, ha continuato a intrigare matematici, scienziati e filosofi. Nonostante la sua origine geometrica, π si trova in vari campi della scienza e della matematica, inclusa la fisica, l’ingegneria, la probabilità e la statistica. La sua presenza in formule fondamentali, come l’equazione di Eulero (e^{iπ} + 1 = 0), dimostra la sua importanza universale.

Il Pi greco Day

Il Pi Day nasce come celebrazione di π, con la data del 14 marzo scelta per la sua somiglianza con l’approssimazione di π (3/14 nel formato anglosassone). La tradizione prese il via nel 1988 presso l’Exploratorium di San Francisco, dove si festeggia consumando torte adornate con il simbolo di π, giocando sul doppio senso della parola inglese “pie”, che significa appunto “torta”. Il Pi greco, oltre ad essere una costante matematica fondamentale, ha permeato la cultura popolare, influenzando letteratura, cinema e persino la musica, trasformandosi in un simbolo trascendente che va ben oltre i confini della matematica e diventando un vero e proprio leitmotiv per esplorare temi come l’infinito, il caos e la ricerca della conoscenza.

La poesia e la musica hanno tessuto lodi a questa costante universale: il numero π è stato immortalato in una poesia sublime della poetessa polacca Wisława Szymborska, insignita del premio Nobel nel 1996. Nel suo componimento, intitolato significativamente Pi Greco, incanta con queste parole: “La fila delle cifre che compongono il numero Pi greco non si ferma al margine del foglio, riesce a proseguire sul tavolo, nell’aria, su per il muro, il ramo, il nido, le nuvole, diritto nel cielo, per tutto il cielo atmosferico e stratosferico”. Sorge persino un genere letterario ispirato a π, denominato Pilish, “uno stile di scrittura in cui la lunghezza delle parole consecutive è uguale alle cifre decimali di pi greco”. Un esemplare perfetto è il poema di Joseph Shipley: “But a time I spent wandering in bloomy night; Yon tower, tinkling chimewise, loftily opportune. Out, up, and together came sudden to Sunday rite, The one solemnly off to correct plenilune”. In questo poema, “But” corrisponde al 3, “a” ad 1, “time” a 4, “spent” a 5, “wandering” al 9 e via discorrendo.



[Fonte Wired.it]