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venerdì, Gen 27

Il futuro del lavoro è ibrido e Cisco è pronta per affrontarlo

da Hardware Upgrade :

Il futuro del lavoro? Cisco non ha dubbi: è ibrido. E le imprese che non si adatteranno, rischieranno di perdere i talenti. C’è un problema: secondo la multinazionale, il 68% delle imprese ancora non ha compreso cosa si intenda per “lavoro ibrido” e non si è adeguata sotto il profilo dell’hardware e, soprattutto, degli uffici.

Per hardware non si intende quello delle sale riunioni, non solo per lo meno, ma si fa riferimento anche ai dispositivi forniti dalle imprese a chi opera da remoto. A oggi, pochi infatti hanno investito su webcam e microfoni di qualità da associare al classico notebook che ormai fa parte della dotazione di tanti lavoratori. 

Cisco, al contrario, ritiene di avere le idee chiare su come dovrà evolversi l’ufficio e lo spazio di lavoro, ma questo solo perché ha iniziato a muoversi in questa direzione prima della pandemia, che è stata solo un acceleratore per i progetti che già erano in cantiere. 

L’ufficio del futuro secondo Cisco

Come spiega nell’ambito di un incontro con la stampa Michele Dalmazzoni, Director, Collaboration South Europe, France and Israel di Cisco, sono quattro gli aspetti su cui si è concentrata la multinazionale per trasformare i suoi ufficio. Un approccio che secondo il manager dovrebbe essere sposato da tutte le imprese che vogliono abbracciare il lavoro ibrido.

Prima di tutto, è necessario ripensare gli spazi in ottica di co-working. Niente scrivanie assegnate ai singoli dipendenti, che saranno liberi di scegliere quale postazione scegliere a seconda delle loro necessità.

Per soddisfarle, le sedi aziendali dovranno prevedere sia stanze di dimensioni contenute, dove potersi concentrare in solitudine, e altre stanze dove poter collaborare insieme ad altri membri del team, sia piccole, per due o tre persone, sia più ampie, in grado di contenere 6 o 7 persone, oltre a chi si connette da remoto. E non devono mancare stanze per socializzare, che per certi versi sono le più importanti: il compito della sede aziendale è proprio quello, consentire lo scambio di idee, la collaborazione. 

cisco workspace

Tutte le stanze, poi dovranno avere schermi di grandi dimensioni, in modo da poter avviare in qualsiasi istante una videochiamata appoggiandosi a un comparto audio/video di qualità (e dopo vedremo quali soluzioni propone Cisco a tal proposito. 

Un altro tema chiave è quello della salute e del benessere dei dipendenti. Quindi un attento posizionamento delle luci, e un’insonorizzazione adeguata delle stampe, così da evitare che si possa disturbare chi lavora nell’ufficio di fianco. Gli speaker idealmente dovrebbero essere posizionati a soffitto, invisibili, e gli schermi dovrebbero fornire informazioni contestuali su come usare al meglio spazi e dispositivi, ma anche sulla temperatura e la qualità dell’aria all’interno della stanza. 

Non si può non citare la sostenibiltà, altro elemento chiave, e qui entrano in gioco i dispositivi IoT (in parte di Cisco, come le videocamere Meraki che offrono indicazioni sul numero di persone presenti, in altre prodotti da terze parti), che permettono di digitalizzare le sedi, verificando l’occupazione degli spazi, così da accendere luci e riscaldamenti solo quando necessario. 

Per raggiungere tutti gli obiettivi, è insomma chiaro che sia necessario ripensare interamente gli spazi e, in ultimo, digitalizzare gli edifici, così da integrare tutte le tecnologie citate e renderli più intelligenti e a misura d’uomo. Un concetto che può sembrare molto generico, ma Cisco ci ha voluto dare una prova pratica. Durante un evento tenutosi al Cybersecurity Center milanese dell’azienda presso il Museo della Scienza e della Tecnica, dove vengono sperimentate le più recenti soluzioni della multinazionale e al quale ha partecipato Edge9, ci siamo collegati con Mark Miller, Director, Global Collaboration Center of Excellence di Cisco, che si trovava nella sede di New York, che è stata già aggiornata proprio per supportare le nuove forme di lavoro.

Le tecnologie degli headquarter di Cisco a New York

I dipendenti di Cisco che lavorano a New York non hanno limiti sulla scelta del posto del lavoro: possono operare da casa, dall’ufficio o dove meglio credono. “La linea di condotta sul lavoro ibrido di Cisco è che non esiste una linea“, spiega Miller, e i dipendenti non sono quindi obbligate a 2 o più giorni da passare in ufficio, come spesso accade in molte imprese italiane che hanno abbracciato timidamente le forme di lavoro agili. Quando decidono di entrare in sede, potranno scegliere da uno dei tanti smart screen presenti dove andare a posizionarsi, prenotando la stanza.

schermo cisco

Sullo schermo viene mostrata una pianta dell’edificio, e su ogni stanza sono presenti informazioni relative al numero di persone presenti, la temperatura, la qualità dell’aria

Qui vengono usate tecnologie IoT di Cisco, come le telecamere Meraki, per contare l’occupazione delle stanze e misurare la temperatura, ma anche di terze parti, come i sensori che rilevano la qualità dell’aria. 

Terminata la videochiamata con Miller ci siamo spostati in un’altra stanza dedicata ai meeting dei manager, per capire cosa significa “collaboration” per Cisco.

cisco meeting room

Qui era presente un setup per le riunioni ibride realizzato da Cisco: due enormi schermi affiancati, per dare una rappresentazione panoramica e “avvicinare” gli interlocutori. Sopra questi due enormi schermi era presente un terzo, leggermente più piccolo, utile per esempio per i partecipanti connessi da un secondo ufficio remoto. Sul tavolo della stanza, erano infine presenti numerosi pod microfonici per cogliere l’audio di ogni partecipante. E anche sull’audio Cisco ha puntato molto: la stanza era insonorizzata, così da limitare che il rumore esterno potesse infastidire, e il sistema era dotato di un array di altoparlanti in grado di riprodurre fedelmente e senza distorsioni il parlato.

Lavorare ovunque: i risultati dell’esperimento Venywhere

L’approccio di Cisco al lavoro ibrido è di ampie vedute e la multinazionale sta sperimentando varie formule, aprendosi soprattutto ai nomadi digitali. Un approccio che piace molto alle giovani generazioni e potrebbe avere un impatto sulla società, cambiando il modo in cui si vivono le città. Un esempio è il progetto Venywhere, realizzato da Cisco in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari. 16 persone di Cisco si sono spostate nella splendida città per 70 giorni. L’esperimento prevedeva che potessero lavorare ovunque: da casa, in un bar, o in uno dei quattro uffici allestiti per l’occasione nella città e attrezzati con le tecnologie di collaboration di Cisco. 

venywhere cisco

L’idea era quella di comprendere come operavano queste persone e se il concetto di “città in 15 minuti” potesse funzionare. Questo paradigma prevede che le città vengano ripensate in modo che tutto, dall’ufficio postale alla farmacia, dal negozio di alimentare ai principali servizi al cittadino, sia raggiungibile nel’arco di 15 minuti a piedi. Un approccio che, in questo caso, ha funzionato bene a Venezia. Secondo il management di Cisco, infatti, queste 16 persone hanno portato risultati migliori di altri dipendenti Cisco nella stessa posizione che però si trovavano a lavorare in maniera più tradizionale. 

Non è quindi strano che Cisco abbia deciso di espandere ulteriormente questo esperimento, replicandolo nuovamente a Venezia, ma anche a Rodi e negli USA, e in futuro anche nel Sud Italia e in Africa. 

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