Meta ha aggiornato le sue politiche di utilizzo riguardo al linguaggio d’odio. Il gigante dei social, con Facebook e Instagram sotto il suo controllo, ha deciso di eliminare i post che contengono il termine “sionista” se utilizzato in modo antisemita. Questa decisione è stata presa dopo un’approfondita indagine condotta per mesi, in cui l’azienda ha esaminato l’uso storico e attuale di questo termine sui social media, specialmente in relazione al conflitto in corso a Gaza.
“In precedenza, le nostre linee guida non erano sufficienti per affrontare i molteplici modi in cui il termine ‘sionista’ viene usato online e offline”, ha dichiarato Meta in un post sul suo blog. “Da ora in poi, rimuoveremo i contenuti che attaccano i ‘sionisti’ se non sono legati in modo esplicito al movimento politico, ma utilizzano invece stereotipi antisemiti o minacce di qualsiasi tipo. Spesso, questa parola viene usata come sostituto per ‘ebreo’ o ‘israeliano’, con una connotazione negativa”.
Per giungere a questa decisione, Meta ha consultato più di 145 storici, gruppi per i diritti civili, esperti legali e difensori dei diritti umani provenienti da tutto il mondo. Secondo l’azienda, l’uso del termine “sionista” potrebbe violare i propri termini se associato a dichiarazioni antisemite sugli ebrei, paragoni tra ebrei e animali o inviti a danneggiarli o negarne l’esistenza.
Questa mossa si inserisce nel contesto più ampio dei tentativi dei social media di stabilire limiti nel dibattito online riguardante il conflitto tra Israele e Hamas. Meta, insieme all’Oversight Board, sta valutando anche la possibilità di consentire o meno lo slogan pro-palestinese “dal fiume al mare” su Instagram e Facebook, spesso associato all’eliminazione di Israele.