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lunedì, Gen 04

Il Giappone sta lavorando a satelliti di legno



Da Wired.it :

Per risolvere il problema dei rifiuti spaziali, un team di ricerca giapponese sta sviluppando satelliti in legno che potranno distruggersi senza lasciare detriti o sostanze nocive

detriti spaziali
(Foto: Esa)

Entro il 2023 futuri satelliti realizzati in legno potranno risolvere in parte il problema sempre crescente della spazzatura spaziale. Basta pensare, infatti, che, stando alle stime del World Economic Forum (Wef), dei quasi 6mila satelliti utilizzati per le comunicazioni, la navigazione e le previsioni meteorologiche, che orbitano intorno alla Terra, il 60% è in disuso e non operativo. Nel tentativo di ridurre i rifiuti spaziali, quindi, i ricercatori dell’Università di Kyoto stanno provando a mettere a punto i primi satelliti al mondo realizzati in legno che possono, alla fine del loro ciclo vitale, bruciare senza rilasciare detriti o sostanze nocive nell’atmosfera. Il lancio, secondo i programmi del team di ricerca giapponese, è previsto per il 2023.

Per ora, tuttavia, si tratta di una ricerca sperimentale. Infatti, con la collaborazione con Sumitomo Forestry, una società giapponese che si occupa della lavorazione del legname, i ricercatori stanno attualmente svolgendo alcuni test su diversi tipi di legno in ambienti estremi sulla Terra e lavorando allo sviluppo di materiali altamente resistenti ai cambiamenti di temperatura e alla luce solare. “La fase successiva sarà lo sviluppo del modello ingegneristico del satellite, poi metteremo a punto il modello di volo, ha spiegato alla Bbc Takao Doi, astronauta e ricercatore all’Università di Kyoto.

satellite
(Foto: Sumitomo Forestry)

A cercare una soluzione per ridurre il problema della spazzatura spaziale, come vi abbiamo raccontato, è anche l’Agenzia spaziale europea che ha recentemente firmato un accordo con una startup tedesca per il progetto ClearSpace Sa, che avrà l’obbiettivo di rimuovere i detriti dall’orbita terrestre con la prima missione che partirà nel 2025. Dotato di telecamere, sensori e arti robotici, il mezzo di recupero potrà spingere i detriti a distruggersi a contatto con la nostra atmosfera.

In questo decennio, la società di ricerca Euroconsult stima che 990 satelliti saranno lanciati ogni anno. Vale a dire, quindi, che entro il 2028 potrebbero esserci ben 15mila satelliti in orbita. Oltre al fatto che i detriti viaggiano a una velocità incredibilmente veloce, a circa 22.300 mph e possono quindi causare danni considerevoli a tutti gli oggetti che colpisce, la spazzatura spaziale rappresenta anche una minaccia ambientale. “Siamo molto preoccupati per il fatto che tutti i satelliti che rientrano nell’atmosfera terrestre brucino e creino minuscole particelle di allumina che galleggeranno nell’atmosfera superiore per molti anni”, ha aggiunto l’esperto. “Alla fine questo influenzerà anche l’ambiente della Terra”.

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[Fonte Wired.it]