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mercoledì, Set 04

Il Global Hawk della Nasa è un prodigio tecnologico


Nato come mezzo per scopi militari, il velivolo “unmanned” vola a lungo raggio per missioni scientifiche, contribuendo allo studio di grandi fenomeni come gli uragani

Le missioni scientifiche ad alta quota, e a lunga durata, sono decisive per studiare le regioni remote della Terra e alcuni fenomeni che investono il nostro pianeta (gli uragani, ad esempio). In casa Nasa, un ruolo importante è svolto dal velivolo a pilotaggio autonomo Global Hawk. Nato in ambito militare, è utilizzato per scopi scientifici grazie alla sua capacità di rimanere in volo per molto tempo sulla lunga distanza, trasportando anche grandi carichi. E proprio nel 2019 ricorrono i dieci anni dal lancio del primo esemplare della serie.

Un intero programma di sviluppo è dedicato alla tecnologia del Global Hawk, in collaborazione con la Darpa, l’agenzia del Pentagono che si occupa dei progetti di ricerca avanzata. In questo episodio di Wired Transportation, i segreti dell’aereo sono raccontati da Frank Cutler, project manager presso il centro di ricerca per il volo Nasa Armstrong di Edwards, California.

Il Global Hawk svolge egregiamente il suo compito in volo, ma una parte importante delle missioni avviene in realtà a terra, laddove i dati confluiscono nel data base della control room, contribuendo a modelli di previsione sempre più accurati. I ricercatori possono sempre accedere agli strumenti presenti a bordo durante le missioni, grazie anche a specifici collegamenti satellitari.

 

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