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lunedì, Mar 02

il laboratorio X di Google in difesa degli oceani

Alphabet e più nel dettaglio il laboratorio X di Google hanno annunciato una nuova iniziativa: si chiama Tidal e non ha niente a che fare con l’omonimo servizio di musica in streaming. Il fine è quello di proteggere gli oceani e le specie che li abitano facendo leva sulla opportunità della ricerca scientifica e sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Queste le parole di Neil Davé, General Manager del progetto che così lo ha presentato ufficialmente.

È un problema critico. L’umanità sta spingendo gli oceani oltre il loro punto di rottura, ma non possiamo proteggere ciò che non comprendiamo.

Il nuovo moonshot del laboratorio X: Tidal

Come primo step la squadra di Tidal ha messo a punto un sistema basato sull’impiego di una videocamera che aiuterà i pescatori a conoscere meglio i comportamenti della fauna ittica. Facciamo riferimento nuovamente alle dichiarazione di Davé per capire quali sono i motivi che hanno spinto a partire da qui.

I pesci hanno un’impronta ecologica inferiore rispetto ad altre fonti di proteine animali e oggi giocano un ruolo essenziale nell’alimentazione per tre miliardi di persone, dunque aiutare i pescatori potrebbe rivelarsi importante sia per l’umanità intera sia per la salute degli oceani.

Il sistema di machine perception impiegato da Tidal

Le immagini catturate vengono passate al vaglio da algoritmi di machine vision per portare alla luce comportamenti ed eventuali anomalie legate, ad esempio, alla catena alimentare dell’ecosistema oceanico. Sulla base di queste informazioni chi basa la propria attività sulla pesca potrà prendere decisioni più intelligenti e lungimiranti, a beneficio proprio e di tutti. La fase di sperimentazione ha già preso il via in collaborazione con diverse realtà situate in Europa e Asia, studiando specie come salmone e ricciola.

L’obiettivo più di lungo termine di Tidal è però ben più ambizioso: l’oceano come banco di prova per definire una metodologia che in futuro potrà (potrebbe) essere applicata in altri ambiti e contesti. Al momento non è dato a sapere se e come l’iniziativa avrà uno sbocco commerciale. Alcune delle idee che hanno preso vita nel laboratorio X di Google, i cosiddetti moonshot, si sono trasformate in veri e propri business come nei casi di Waymo, Verily, Loon e Wing, mentre altre sono stati accantonati poiché non ritenute profittevoli.



Fonte Punto Informatico Source link