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Il lato oscuro dell’avocado, tra deforestazione e nuove tecnologie verso la speranza di una produzione sostenibile

by | Nov 4, 2025 | Tecnologia


Negli ultimi anni l’avocado è diventato un cibo onnipresente nei pasti occidentali, nei menù salutisti e persino nei post su Instagram. Un simbolo globale di benessere e apparente sostenibilità. Ma dietro la sua polpa gustosa si nasconde una storia molto meno “verde”, fatta di deforestazione, criminalità organizzata e crisi idrica.

È nel cuore del Messico la regione dove si coltiva più avocado al mondo, per la precisione nello stato di Michoacán. Qui, comunità indigene, come quella di Juan Gabriel Pedraza, convivono quotidianamente con questo paradosso. Pedraza, leader purépecha del villaggio di Sicuicho, ha raccontato al quotidiano New York Times di come l’avocado abbia permesso a oltre mille famiglie di uscire dalla povertà. “Ma proteggere la foresta – dice – è un lavoro che costa tempo e denaro”. Oggi, quella stessa foresta che “vive dentro di noi“, come la definisce lui, è minacciata dal successo di quello stesso frutto che un tempo era sinonimo di prosperità.

Come si coltiva l’avocado

Un occhio satellitare, un “grande fratello” per proteggere le foreste

Per anni, la deforestazione in Messico è stata quasi impossibile da contenere. Interessi criminali, corruzione locale e una domanda inarrestabile dagli Stati Uniti (che catalizzano circa il 90% delle esportazioni messicane) hanno reso vano ogni tentativo di regolamentazione. Gli incendi boschivi dolosi, usati per trasformare la destinazione d’uso dei terreni e consegnarli all’agricoltura, hanno distrutto migliaia di ettari di foresta.

Oggi è in corso un nuovo tentativo di invertire la rotta: si chiama Guardián forestal ed è un sistema di monitoraggio satellitare nato da un’associazione diretta da Heriberto Padilla, 36 anni, originario della regione: “Tutti in questo business pensano ai soldi, non all’ambiente – afferma –, così mi sono chiesto: come possiamo fermare tutto questo?”.

Il sistema, sviluppato in collaborazione con biologi e autorità locali, mappa in tempo reale le aree deforestate, certificando i terreni che non hanno subito disboscamenti a partire dal 2018. Gli agricoltori che violano le regole vengono “segnalati” pubblicamente sulla piattaforma, perdendo così l’accesso ai grandi acquirenti americani. “È l’effetto grande fratello”, spiega il biologo Alberto Gómez-Tagle, tra i coautori del progetto. “Li guardiamo, e sanno che li stiamo guardando”.

In un solo anno, Guardián forestal ha bloccato oltre 2.200 piantagioni illegali su 53.000 ispezionate. Ma il vero potere del sistema non viene dal governo, sottolinea il governatore di Michoacán, Alfredo Ramírez Bedolla, “ma dal consumatore finale. È la pressione dei consumatori statunitensi che cambia le regole del gioco”. Anche perché spesso chi sceglie di mangiare avocado ha un approccio attento alla salute, sia umana che del pianeta.

L’ombra delle corporation

Eppure, secondo alcuni esperti, questa nuova forma di controllo non affronta le radici del problema. Andrés Arce Indacochea, ricercatore di Grain – organizzazione internazionale senza scopo di lucro che lavora per sostenere i piccoli agricoltori e i sistemi alimentari basati sulla biodiversità – ha raccontato a Wired Italia che “la deforestazione è solo una parte dei problemi causati dal consumo di avocado. Il vero problema è l’espropriazione delle risorse: l’acqua, la terra e il controllo dell’intera filiera da parte delle grandi aziende”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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