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"La raccolta abusiva, la manipolazione, il commercio e l’uso strumentale delle informazioni riservate custodite negli archivi digitali, sono diventati strumenti delle organizzazioni criminali e delle intense competizioni presenti nei mercati aziendali e politici." Queste sono le parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, durante un’intervista con il Corriere della Sera.

Melillo sottolinea che le indagini condotte dalle Procure distrettuali stanno rivelando le dinamiche di questo mercato clandestino, dove la domanda di servizi illegali si incontra con l’offerta di informazioni riservate rubate. L’allarme del magistrato include anche l’inchiesta della Procura di Perugia che evidenzia un’attività infiltrata sistematica.

Il procuratore nazionale ha anche evidenziato che l’azione di messa in sicurezza del patrimonio informativo è stata avviata prima che i fatti oggetto di indagini emergessero, ma nessuna istituzione è davvero al riparo da minacce considerando la fragilità delle infrastrutture digitali della pubblica amministrazione.

Melillo afferma che lo spazio virtuale è diventato il fulcro organizzativo principale delle forme più pericolose del crimine organizzato, dove le strutture e le leadership criminali sono selezionate in base alla capacità di gestire le tecnologie. Consulenti e ingegneri informatici sono diventati risorse preziose anche per le organizzazioni criminali.

In conclusione, il magistrato mette in guardia sulla crescente importanza delle risorse digitali nel mondo criminale e sottolinea la necessità di una maggiore sicurezza informatica in ambito pubblico e privato.

FP