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mercoledì, Mar 17

Il nuovo adattamento cinematografico di Mortal Kombat vuole essere la rivincita dei film sui videogiochi



Da Wired.it :

Uscirà ad aprile, ma Wired ha già visto una quindicina di minuti e parlato con il produttore Todd Garner e il regista Simon McQuoid sulla sfida di riportare sullo schermo questo videogioco storico

Ventisei anni dopo l’uscita del primo film, uno dei pochi tratti da un videogioco che viene ancora ricordato con affetto, Mortal Kombat sta per tornare sugli schermi, che siano quelli dei cinema aperti o delle piattaforme di video on demand. Todd Garner e Simon McQuoid, rispettivamente produttore e regista, hanno tutta l’intenzione di evitare gli errori di altri adattamenti – spesso imbarazzanti –, rispettando il materiale originale ma senza timori reverenziali nei confronti di uno dei marchi più conosciuti. Di sicuro il tono del nuovo film, disponibile da aprile, sembra decisamente più serio, più dark, privo di alcune delle sfumature camp – volontarie o no – del passato. “Lo volevamo anche più concreto”, spiega Garner. “Quello del ’95 è legato ai toni del momento e penso sia perfetto nel suo catturare l’essenza degli anni ’90, in particolare della New Line, che all’epoca faceva molti titoli horror ironici. Noi puntiamo a un progetto diverso, che cerchi meno la battuta. Ovvio che c’è dell’umorismo, ma arriva in contesti precisi e senza rincorrerlo a tutti i costi”.

E anche se Mortal Kombat deve ancora uscire, abbiamo potuto vedere qualcosa, una quindicina di minuti in cui Scorpion non appare come il temibile ninja vestito di giallo in grado di incenerire i suoi avversari e attirarli con un rampino, bensì come un tranquillo padre di famiglia. Peccato che Subzero abbia altre intenzioni e ben presto tra i due si scatena un combattimento che fa ben sperare per il resto del film. E sì, il tono sembra decisamente più virato verso l’understatement rispetto al passato, anche se ci aspettiamo situazioni più visionarie per le scene ambientate in luoghi che non siano la Terra. A rendere il tutto più concreto e credibile ci pensano anche le coreografie di Taslim e Sanada, rispettivamente Sub Zero e Scorpion, che pur essendo spettacolari e non lesinando in mosse speciali sono più realistiche rispetto a quelle dei ’90, quasi a voler riprendere la fisicità e il ritmo degli scontri presenti nelle ultime versioni del gioco.

(Foto: Mark Rogers; 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved)

“I videogame oggi sono uno strumento di storytelling incredibile, meglio di molti film, anche se non amo metterli a paragone”, dice McQuoid. “I primi hanno certi ingredienti, i secondi altri; ho fatto alcune pubblicità per i videogiochi, e capire ciò che accade in un cervello di un giocatore mi ha aiutato parecchio a provare a capire che cosa vuole e che cosa lo appassiona. Il processo di interazione e immedesimazione dei videogame è potentissimo e lo rispetto molto, è qualcosa che abbiamo appena iniziato a comprendere. Ho giocato a Journey di recente ed è stata una esperienza bellissima, non volevo finisse”. Ovviamente lo scontro principale è con il primo film, con la nostalgia che gran parte del pubblico avrà. “La più grande sfida era mantenere la fedeltà verso il gioco, i personaggi e il loro background, ma allo stesso tempo condensare tutto ciò a un livello gestibile in una pellicola”, continua Garner. “Parliamo di quasi 30 anni di gioco, i protagonisti hanno dei figli! Siamo tornati alla fonte, cercando di concentrarci sulle storie più importanti”.

Quali Fatality avete scelto per ogni personaggio?

Garner: “Il rating ci ha aiutato, perché possiamo mostrare Fatality sanguinolente in abbondanza, ma il gioco è talmente estremo che alcune non puoi farle vedere su uno schermo, sarebbe difficile anche per un film vietato ai minori, altre risulterebbero quasi eccessive. Quindi, abbiamo cercato di scegliere con cura le migliori mosse per ogni personaggio, facendo anche in modo che si inserissero all’interno della storia. Può sembrare una cosa banale, ma vi assicuro che non è così!”.

(Foto: Mark Rogers. 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved)

Mortal Kombat porta con sé una forte identità visiva che piace ai fan, ma non è detto che sullo schermo faccia lo stesso effetto.

McQuoid: “Lo ammetto,  non ho preso molto dai vecchi film visivamente parlando, forse niente, il gioco si è evoluto tantissimo rispetto alle pellicole e ai primi videogame stessi. L’essenza è la medesima, idem i personaggi, ma volevo fare il mio lavoro, dandogli un sapore differente. Certo, il DNA è quello, un filo di ironia eccessiva è necessaria, ma desideravo anche un mondo che fosse in qualche modo realistico e dotato di regole certe. Inoltre, cercavo di evitare di cadere nella trappola dei videogiochi che diventano film e che devono per forza riprendere ogni momento del videogame. L’approccio alla scrittura: un po’ come se stessi adattando un libro, concentrandomi sulla storia e lasciando che lo stile visivo ricordasse quello amato dal pubblico, ma senza inseguirlo. I ragazzi che hanno visto la prima pellicola probabilmente guarderanno anche la mia e oggi possono accettarne una diversa da ciò che li ha divertiti tempo fa. Per certi versi ho cercato un senso di giustizia, di rivincita per i film di videogiochi, voglio che sia qualcosa di incredibile, ma credibile”.

Mortal Kombat chiede a gran voce di essere proiettato al cinema, ma non è detto che sia così, non per tutti almeno.

Garner: “Ovviamente niente di ciò che sta succedendo era pianificato, ma le persone erano così entusiaste per questo lavoro che abbiamo iniziato a far vedere qualcosa. Il mio obiettivo, per quanto la pandemia sia frustrante, è fare in modo che più persone possibili guardino Mortal Kombat in sicurezza, non importa su quale schermo. Non preoccupatevi per il botteghino, perché noi non lo faremo. Ormai ci sono altre metriche con cui viene giudicato il successo di un titolo”.

(Foto: Mark Rogers. 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved)

E se successo sarà, l’idea assolutamente non nascosta è che questo sia l’inizio di qualcosa di grande, di un universo narrativo da espandere attraverso film e serie.

Garner: “Il sogno è sedersi al tavolo e fare qualcosa di simile alla Marvel, una mappa di storie che uniscano i vari personaggi. Vorrei vedere nuove puntate di una serie su Sonya e Jaxx che fanno i poliziotti oppure su Sub Zero e il suo addestramento”.

Infine, una notizia: non tutti i lottatori presenti nel film sono ancora stati svelati.

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[Fonte Wired.it]