Seleziona una pagina
venerdì, Ago 07

Il nuovo cinema sostenibile è già qui. Dopo Lazzaro Felice, anche il set di Dall’Interno è green



Da Wired.it :

Il prossimo film di Leonardo Di Costanzo (con Alba Rohrwacher e Silvio Orlando) sarà a basso impatto ambientale, in accordo con il protocollo EcoMuvi. Perché è la sostenibilità la chiave per rimettere in moto il settore paralizzato dal lockdown. Parola del produttore “verde” Carlo Cresto-Dina e della manager dei ciak virtuosi Ludovica Chiarini


Ludovica Chiarini
è in un certo senso la Greta Thunberg dei set cinematografici. Qualche anno in più dell’attivista svedese, 25 (26 a settembre), una laurea in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo e poi un master nella Malmö del commissario immaginario Kurt Wallander, si batte per ridurre – e non poco – l’impatto sul territorio di ciak, riprese e affini. Ma non è solo una passione la sua, bensì una professione bella e buona. Alla Film Commission la chiamano ispettrice di produzione e responsabile ambientale, alla casa di produzione Tempesta EcoMuvi manager, dal nome del disciplinare europeo – il primo in assoluto – che raccoglie le linee guida a favore della sostenibilità sui set, appunto. Il protocollo è una delle tante idee di Carlo Cresto-Dina, visionario indie del grande schermo, purista del cinema d’autore inteso come esperienza collettiva da vedere avvolti nel buio della sala, Ceo esigente e founder di Tempesta ovvio. Il gentleman italiano di stanza a Londra ha compreso, con largo anticipo, che applicare i piccoli grandi gesti green della quotidianità quando si gira un film è una scelta etica certo, così come competitiva e conveniente.

Allora, ci vuole Ludovica Chiarini che, dalla pre alla post produzione, faccia ciò che deve: stendere una politica ambientale in accordo con le necessità di script, tempi, location, reparti, regista… per ottimizzare risorse, rifiuti, consumo di energia ed emissioni in atmosfera; verificare che – quella politica ambientale – sia rispettata; gestire i cambiamenti improvvisi del piano di lavoro ricalibrando le strategie sostenibili; raccogliere ed elaborare i dati e giustificativi; infine, relazionarsi con un ente certificatore terzo, il quale misuri e attesti le buone pratiche e gli obiettivi raggiunti.

Adriano Tardiolo

Per esempio, sul set di Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes 2018 e terzo miglior film 2019 secondo Il Guardian, la EcoMuvi manager ha seguito: dalla raccolta differenziata all’allaccio alla rete locale per evitare l’utilizzo di grossi generatori”, spiega a Wired, “dal catering a chilometro zero alle stoviglie e alle cialde del caffè compostabili, dall’acqua in vetro o nelle borracce agli alloggi vicini e alla condivisione dei mezzi di trasporto per risparmiare benzina, dalla preferenza per materiali di scena di seconda mano allo smaltimento intelligente dei costumi (il 67 per cento è stato donato, così come il 51 per cento delle scenografie). Il risultato: in 63 giorni di riprese distribuiti su tre città, con una media di 70 membri della troupe, un cast che poteva oscillare da due a 100 persone e sei milioni di budget, ci siamo fermati a 80 tonnellate di Co2 equivalente; senza il protocollo, ne avremmo generate quasi 250, il che corrisponde – per esempio – a 132 mila hamburger, stare al cellulare quattro milioni di minuti, 47 volte quanto un cittadino europeo inquina in una anno. Senza contare che abbiamo scongiurato la produzione di 370 chili di rifiuti di plastica. La cosa ancora più bella, però, è un’altra: le attenzioni che comporta il mio ruolo producono una metamorfosi più grande, ovvero la generazione di un impatto positivo a lungo termine sulle abitudini di lavoro dei professionisti, che adotteranno nuove metodologie rispettose dell’ambiente”.

E se fosse proprio la sostenibilità la chiave per rimettere in moto un settore paralizzato da mesi di lockdown, che sta ripartendo con fatica adesso? Risposta di Carlo Cresto-Dina, che avellevamo già incontrato al Wired Next Fest 2020: “Se la sostenibilità diventasse una priorità, potrebbero nascere nuove sinergie, per esempio con il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile… il che, se non fosse chiaro, vuol dire budget per le produzioni”. Una specie di Green Deal cinematografico. “Poi, vorrebbe dire stare al passo con i tempi, aumentare la competitività sul mercato, cogliere un’opportunità di engagement e sfruttare l’attrattiva del settore per una mobilitazione concreta verso una reale attenzione per l’ambiente.

Carlo Cresto-Dina

Ora la speranza è che sempre più case di produzione adottino EcoMuvi, e che servano così tante Ludovica Chiarini. Per seguire le sue orme ci sono due percorsi praticabili: gli studi cinematografici + un master in sostenibilità oppure il contrario e cioè una laurea in ingegneria ambientale seguita da una specializzazione nella settima arte.

Intanto, il prossimo film di Tempesta (insieme a RAI Cinema italiana, Svizzera, RSI Televisione della Svizzera Italiana TV e la francese Cinéma du Monde), Dall’Interno di Leonardo Di Costanzo, sarà girato seguendo il protocollo, che è gratuito e può essere scaricato dal sito della casa di produzione. Nel cast: Alba Rohrwacher, Toni Servillo, Silvio Orlando e Fabrizio Ferracane (vincitore ai Nastri d’Argento 2109 come Migliore attore non protagonista ne Il traditore di Marchio Bellocchio). Le riprese dovrebbero iniziare a novembre. Come tutte le opere del regista de L’Intrusa, che è piaciuto a Venezia, e de L’Intervallo, che ha conquistato Cannes, si svolgerà in uno spazio ristretto, in una prigione per la precisione. Ma Carlo Cresto-Dina conferma che non si tratterà di un lavoro sociologico, quanto piuttosto di “un dramma su due destini che si intrecciano in un conflitto dentro il carcere.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]