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Il nuovo The Toxic Avenger vuole scandalizzarti come se fosse ancora il 1984

by | Ott 29, 2025 | Tecnologia


Era puerile e forse lo è anche oggi, ma almeno era autentico, viscerale e praticava un divertimento di serie B, pieno di sesso e violenza splatter non troppo raffinata negli effetti speciali, che era liberatorio o, se non altro, diverso. Il nuovo Toxic Avenger non sembra più nemmeno una parodia, tanto è integrato nel sistema. La storia è più o meno la stessa, ma con molta più enfasi sulla famiglia. Non ci sono candide fidanzate cieche, ma un figlio da redimere, e quelle fantasie escapiste da maschi tredicenni che inseguiva il primo sono sostituite da clamorose fantasie di salvataggio di figli in difficoltà.

The Toxic Avenger del 1984 era praticamente un fumetto satirico, questo è un film hollywoodiano, anche se di nuovo non c’è esattamente Hollywood dietro. Di certo aspira molto di più a quel modello, a partire dall’estetica, dall’uso di star (Kevin Bacon, Elijah Wood e Peter Dinklage nel ruolo principale sotto tonnellate di trucco) e dalle finalità, che sono le stesse, ecumeniche, sicure e a prova di critica, del cinema mainstream. Invece di essere alternativo, cerca di copiarlo. E ogni volta che viene usata una tazza del cesso per accoppare qualcuno o che si esagera con lo splatter, la sensazione è che sia tutto fatto con l’intento di scandalizzare la borghesia, e non con quello di ribellarsi a un’uniformità dello sguardo.

Il nuovo The Toxic Avenger vuole scandalizzarti come se fosse ancora il 1984

Eagle Pictures

Se infatti a The Toxic Avenger si tolgono la dimensione a budget zero e il suo posizionamento marginale, ne esce depotenziata anche tutta la parte satirica. Anche il suo essere un po’ di grana grossa, con corpi che esplodono con la facilità con cui si spreme un limone, ha meno senso quando tutto avviene all’interno di un film che fa le stesse cose e ha lo stesso marketing di ciò che critica. Di colpo una satira ingenua ma onesta diventa solo scontata, come una fanzine sovversiva ciclostilata, ristampata anni dopo nella forma di un mensile patinato: le cose che dice sono le stesse di prima, solo totalmente addomesticate.

E quel che dice è l’elogio dei mostri, molto migliori di tutte quelle componenti della società che invece si presentano bene, sono belle e ossessionate dall’apparenza. Ma tra il film originale e questo remake c’è stato Tim Burton, che su questa poetica ha costruito una carriera, spiegandola bene, portandola a tutti ed elevandola nella forma. Addirittura anche Lo chiamavano Jeeg Robot, cioè la filiazione italiana di quel modello americano, racconta la medesima storia e ha la stessa scansione narrativa del nuovo The Toxic Avenger. Era una storia che mirava a rappresentare il grande universo di quelli che non si sentono rappresentati, proprio come la Troma stessa. Ma come può essere credibile tutto questo se portato avanti da una star come Elijah Wood, truccato come il Pinguino di Batman?



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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