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Il modello di business su cui poggia OnlyFans prevede l’impiego di paywall dietro i quali nascondere la maggior parte dei contenuti pubblicati dai suoi creatori, molto spesso di carattere pornografico e rivolti esclusivamente a un pubblico adulto. La natura stessa della piattaforma, però, rende complessa la verifica, da parte di realtà esterne, di eventuali violazioni legate alla condivisione di video o immagini raffiguranti abusi sui minori.

Paywall e minori: un problema per OnlyFans?

Trey Amick di Magnet Forensics ha spiegato a Reuters che Non è un solo paywall, c’è un paywall per ogni singolo creatore. Sia i ricercatori sia le autorità, non sarebbero dunque in grado di analizzare quanto messo online senza passare dal pagamento delle sottoscrizioni o dal team di supporto, limitandosi a poter conoscere un indirizzo Web e la fotografia (nella maggior parte dei casi non esplicita) dell’account.

Il problema riguarderebbe dunque la trasparenza e le dinamiche adottate per consentire a soggetti terzi, indipendenti, di controllare l’eventuale presenza di contenuti proibiti, distribuiti attraverso il servizio agli abbonati.

Fondato nel 2016 dal britannico Tim Stokely, OnlyFans ha incrementato notevolmente la propria popolarità durante la pandemia. Il ruolo di CEO è passato a fine 2021 nelle mani di Ami Gan e successivamente, nel 2023, in quelle di Keily Blair. Sebbene sia noto soprattutto per il materiale di carattere pornografico, è frequentato anche da personal trainer e musicisti.

La replica della piattaforma

In una pagina del sito ufficiale dedicata alla lotta al CSAM (Child Sexual Abuse Material), la piattaforma afferma di proibire fermamente la condivisione di materiale relativo ad abusi sui minori, impiegando un mix di sistemi automatizzati e di moderatori in carne e ossa per identificare eventuali violazioni, intervenendo prontamente con la rimozione.

Dichiara poi di aver inoltrato, nel corso del 2023, un totale pari a 347 segnalazioni volontarie al NCMEC (National Center for Missing & Exploited Children) statunitense, l’organizzazione non profit designata dal Congresso per occuparsi del problema. Avendo il portale la propria sede nel Regno Unito, non sarebbe formalmente tenuto a farlo.

Ancora, secondo un portavoce di OnlyFans, Le autorità che conducono le indagini non hanno bisogno di abbonarsi ai contenuti, potendo ottenere accesso completo a tutte le informazioni necessarie, inclusi i messaggi privati, in caso di richiesta.



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