Seleziona una pagina
giovedì, Dic 17

Il Piano Lombardia è la riconferma della miopia della giunta Fontana



Da Wired.it :

Un progetto da 3,5 miliardi di euro per rilanciare la regione rischia di trasformarsi una mancia ai comuni del centrodestra (quando quasi 2 su 3 sono in mano al centrosinistra) per opere di poco conto

Doveva essere il Piano Marshall con cui dare slancio all’economia locale soffocata dalla crisi pandemica, sembra invece si sia tradotto in un progetto senza visione con cui fare un favore agli “amici di”. Il Piano Lombardia, presentato diversi mesi fa dalla giunta di centrodestra di Attilio Fontana, è un pacchetto da 3,5 miliardi di euro (a salire) di finanziamenti per “l’avvio di una ricostruzione economica e sociale, al fianco delle istituzioni territoriali, delle imprese e dei lavoratori“. Migliaia di interventi infrastrutturali sul territorio, incentrati sui grandi temi del presente come l’innovazione, la digitalizzazione, la ricerca, la sostenibilità, la green economy, la tutela del territorio e la rigenerazione urbana. Eppure, a scorrere le iniziative in corso e i comuni coinvolti, sono stati sollevati diversi dubbi al riguardo.

(Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images

Questo piano non è altro che un piano mancia”, ha denunciato il consigliere del Partito Democratico Pietro Bussolati, che ha sottolineato anche la mancanza di prospettiva dello stesso. In effetti, a scorrere la lista degli interventi finanziati, trattasi perlopiù di opere di manutenzione di piccolo conto. Rotatorie, ristrutturazioni, nuove caserme, interventi magari necessari ma difficilmente inseribili nella categoria della rigenerazione di una regione messa in ginocchio socialmente ed economicamente da un anno di emergenza sanitaria. Ma soprattutto, la gran parte dei finanziamenti sono andati a comuni guidati dal centrodestra: l’88% nel dettaglio, sebbene quasi due comuni su tre in Lombardia siano guidati dal centrosinistra. Il tutto senza uno straccio di bando, una scelta giustificata dal governatore Fontana con la necessità di velocizzare l’iter dello stanziamento, siccome non c’era altro tempo da perdere. I progetti sarebbero dunque stati scelti sulla base dei suggerimenti arrivati in questi mesi dal consiglio regionale e dagli innumerevoli ordini del giorno approvati di volta in volta a proposito degli interventi locali necessari.

Il Partito Democratico non trova niente di meglio che rosicare e criticare pretestuosamente e senza una ratio“, la risposta alle accuse da parte di Massimo Sertori, assessore regionale agli enti locali, piccoli comuni e montagna. Eppure, al di là della strana coincidenza sul colore politico dei comuni che hanno ricevuto questi fondi, un problema reale c’è anche nel modo in cui si stanno spendendo le risorse. Un investimento della portata del Piano Lombardia, pari cioè a diversi miliardi di euro emessi a debito, dovrebbe riguardare opere che creino sviluppo e posti di lavoro, sia per la mission che queste stesse misure si prefiggono, sia soprattutto perché possano rivelarsi economicamente sostenibili e permettere di saldare il conto. La natura microlocale e non necessaria di molti progetti, appartenenti per la maggior parte al campo della piccola manutenzione, ridimensiona invece notevolmente l’investimento, che si trasforma in una mera distribuzione di soldi senza alcuna prospettiva di lungo termine in termini di beneficio territoriale.

Il problema sta proprio nell’iter velocizzato con cui si è voluto mettere in pratica il Piano Lombardia, che non ha permesso valutazioni e studi adeguati sui progetti che si andavano a finanziare. Un caos di ordini del giorno, proposte provenienti dai tavoli territoriali e suggerimenti dei singoli consiglieri che hanno reso la macchina molto superficiale, tant’è che si sono verificate situazioni di doppioni di stanziamento, come nel caso di un intervento di manutenzione sulla ferrovia a Brescia. In parallelo, nelle voci delle iniziative per cui sono state erogate risorse la sanità, vero tallone d’achille lombardo nel maledetto 2020, compare in misura decisamente irrisoria. D’altronde lo aveva detto lo stesso Fontana lo scorso ottobre: “il piano non prevede interventi diretti nell’ambito della sanità ma naturalmente il welfare è il principale fronte di azione di Regione Lombardia in questi mesi”.

Eppure la sensazione che emerge a leggere gli interventi finanziati dal pacchetto lombardo è quella di un doppio fallimento. Non si è intervenuti sul settore che più ne aveva bisogno in questo momento storico, quello sanitario appunto, preferendo altre iniziative incapaci però nella maggior parte dei casi di trasformarsi in un volano per la crescita. Più che un Piano Marshall, quello lombardo sembra allora un erogatore caotico e molto debole di risorse, dove il criterio principale di scelta non è stato quello economico, ma qualcos’altro, per i più maliziosi di natura politica.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]