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mercoledì, Set 09

Il più grande campo profughi della Grecia è stato distrutto da un incendio



Da Wired.it :

Si tratta di Moria, sull’isola di Lesbo. Non ci sono morti né feriti, ma 13mila persone sono rimaste senza alcun riparo. Il governatore della regione ha chiesto di dichiarare lo stato d’emergenza, e intanto l’Europa sta inviando i primi aiuti

In Grecia, il più grande campo per migranti, situato a Moria nell’isola di Lesbo, è stato completamente distrutto a causa di un incendio. Non ci sono stati morti o feriti, ma svariate intossicazioni da fumo e le oltre 13mila persone presenti nel campo – da tempo in condizioni critiche di sovraffollamento – sono state fatte evacuare. Le cause del rogo non sono ancora state ricostruite, ma la tesi più accreditata, diffusa anche da Bbc, è che ad appiccare il fuoco siano stati due migranti in segno di protesta per la quarantena imposta dalle autorità greche dopo la scoperta di alcuni casi positivi al Covid-19 (le ultime stime si fermano a 35 migranti), che ha reso la vita dei profughi di Moria ancora più difficile rispetto al periodo precedente la pandemia.

La notizia della quarantena ha creato tensioni tra i rifugiati che vivono nel campo, già provati dalle precarie condizioni sanitarie dell’intero sito, che ormai ospita il quadruplo delle persone rispetto alla sua capienza totale (circa 2800).

Qual è la situazione ora?

Il governatore della regione amministrativa greca di pertinenza, Kostas Mountzouris, ha chiesto che venga dichiarato lo stato di emergenza perché “la situazione è totalmente fuori controllo”. Il campo è stato del tutto raso al suolo e i 13mila migranti che vi alloggiavano adesso non hanno alcun riparo. Il primo ministro conservatore greco, Kyriakos Mītsotakīs, ha convocato una riunione straordinaria e, in attesa di ulteriori provvedimenti, sono stati inviate nell’isola forze di polizia in tenuta antisommossa.

Su Twitter, il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, ha confermato che l’Unione Europea si sta attivando per collaborare con le attività greche per prestare soccorso umanitario e, nelle prossime ore, si dovrebbe procedere al trasferimento di ben 400 minori verso la Grecia continentale.

Il campo di Moria ospita per il 70% rifugiati provenienti dall’Afghanistan, ma nel sito si trovano persone provenienti da 70 paesi differenti. Per anni è stato il primo approdo dall’Africa occidentale e il posto in cui i migranti si trovano di fatto detenuti a tempo indeterminato, prima che la propria domanda di asilo venga processata (quando sono fortunati e la procedura si sblocca: negli ultimi anni gli ingorghi di richieste hanno appesantito la procedura, bloccando migliaia di persone in un limbo senza speranza). Un processo lento e macchinoso che, in più casi, è stato osteggiato dalle stesse autorità greche: all’inizio di agosto un’inchiesta del New York Times ha documentato ben 31 operazioni segrete nelle quali sono stati espulsi in maniera irregolare più di mille richiedenti asilo.

I gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente attaccato le cattive condizioni del campo e l’osservatorio per i diritti umani di Human Rights Watch ad aprile denunciava il mancato impegno delle autorità greche per contrastare il “grave sovraffollamento” di Moria, pericoloso soprattutto perché il campo non era attrezzato per eventuali focolai di coronavirus.

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[Fonte Wired.it]